Ti piacerebbe sapere cosa mi passa per la mente quando litighiamo? Penso di sì.
Io amo le discussioni. Adoro iniziare un battibecco, un diverbio e farlo crescere fino al litigio attraverso una zuffa, un combattimento! Ora sono sicuro che tu abbia capito che la ragione per cui lo faccio è doppia. Primo, sto provocando una tua reazione emotiva che mi fornisce carburante. Secondo, mi permette di rimetterti al tuo posto e di controllarti tramite un abuso nei tuoi confronti. Mi mantengo nell’ambito di spinati e pungenti abusi verbali ma ci sono alcuni dei miei compari che amano accompagnare le mani alle parole. Non è il mio stile ma non possiamo tirarci indietro dalla verità di cosa è stato fatto nel nome di “una discussione”.
So per esperienza e per aver letto numerosi commenti ed osservazioni che tu consideri un litigio con me come sbattere la testa contro un muro. Non puoi comprendere la posizione che prendiamo in una discussione. Davvero riconosciamo che quello che stiamo dicendo non ha senso? Non riusciamo a capire che la nostra idea manca di logica? Cercherò di illuminarti a riguardo. Io considero 2 tipi di litigio. Il primo è creato da me. Il secondo è creato da te. La cosa che entrambi hanno in comune è che tu hai torto.
Nel primo tipo genero un litigio dal nulla. Tu lo trovi disorientante e caotico. Infatti, spesso lo farò appena dopo che abbiamo fatto qualcosa di delizioso insieme (buttarti giù da un punto alto è davvero il massimo in fatto di piacere – vedi Preparati Al Salto). Mi inventerò qualche offesa (che tu hai guardato un uomo che è appena passato anche se non l’hai fatto) o coglierò un particolare banalissimo (grazie per aver preso l’ultima goccia (ed era una goccia) di Sauvignon Blanc). Ti porterò sul banco di imputazione. All’inizio sarai stupita perché stava andando tutto liscio. Resterai perplessa dato che le mie accuse non sono vere o sono legate a cose minime da non considerare nemmeno. Come mai lui se la prende per niente? L’indignazione inizierà a crescere dentro di te mentre te lo domandi interiormente anche se intanto ti sei semplicemente seduta tenendoti questa accusa ingiusta. Ti sto urlando contro ora e tu nemmeno tenti di scappare via o rispondermi. Potrebbe andare circa così
“Oh grazie per aver preso l’ultimo bicchiere di vino. Lo volevo. Ne ho bevuto a malapena uno.”
“Mi spiace? Ce n’era rimasta solo una goccia.”
“Ma non mi hai chiesto se lo volevo, non è vero?”
“Non ci ho pensato. Era solo una goccia”
“Non ci hai pensato? Ecco il tuo problema. Tu non pensi mai”
“Oh andiamo, oltretutto hai bevuto un sacco di vino”
“Stai dicendo che ho problemi con l’alcol?”
“Wow e questa da dove salta fuori adesso?”
“Tu. Tu lo fai sempre. Fai qualcosa di egoista e poi me lo rivolti contro in un attacco che riguarda me. Solo perché non puoi sopportare che qualcuno ti dica quando fai qualcosa di sbagliato.”
“Buon Dio, ma di cosa stai parlando?”
“È così, prova a contraddirmi quando faccio un’osservazione valida”
“Ho solo versato una goccia di vino nel mio bicchiere. Non è nulla di grave. Ecco, se ti disturba così tanto, prendi quello che è rimasto nel mio bicchiere”
“No, è troppo tardi. Il danno è fatto. Tu provi a minimizzare ogni volta che ti puntualizzo qualcosa”
“È ridicolo”
“Oh così sarei ridicolo, bene la predica viene da qualcuno che si beve una bottiglia, fino all’ultima goccia, ogni giorno.”
“Questa da dove la tiri fuori, non è vero”
“Sì lo fai. Sono preoccupato per quanto stai bevendo, hai considerato di chiedere aiuto?”
E così via.
Quando inizio un litigio come questo non sono interessato a provare che quello che dico è corretto. So già di essere nel giusto nella mia mente. Dovresti notare che “giusto” e “corretto” non sono necessariamente la stessa cosa. L’unico proposito di questo comportamento è irritarti e trasformare un momento piacevole in uno orribile. Riguarda il fatto di esercitare controllo in modo che diventi cauta per non farmi innervosire. Le prossime volte ti assicurerai sempre di versarmi un bicchiere di vino prima di servirti tu, per la paura di causare una discussione. Naturalmente la prossima volta mi arrabbierò perché hai preso l’ultimo profiterole nonostante io ne abbia già mangiati 5 più di te.
Il secondo tipo di litigio è quando tu muovi un’accusa o una critica verso di me. Immancabilmente quello che dici è corretto e hai validi motivi per averlo sollevato. Lo farai sempre con calma e in modo equilibrato perché questo è il tuo stile. Quando lo fai non ascolto quello che tu stai effettivamente dicendo. La validità del tuo argomentare è priva di significato per me. I fatti che porti a sostegno del tuo punto di vista potrebbero essere scritti in Sanscrito per l’attenzione che gli darò. Tutto quello che sento è che mi stai criticando e lo odio. Assolutamente, lo odio.
Come osa qualcuno come te, che è inferiore a qualcuno come me, avere l’audacia di insinuare che ho fatto qualcosa di sbagliato. Non ascolto le tue parole, non vedo il film che mi stai mostrando, tutto quello che sento è un ingiusto e pungente attacco verso di me. Le tue parole sono soffocate dal fuoco dell’ira che si scarica ad ondate attraverso di me. Il crepitare delle fiamme mi rende sordo alla tua fredda logica. Defletterò, negherò e lancerò i miei attacchi personali (di solito fondati su invenzioni) per dartele indietro. Non sono interessato alla correttezza di quello per cui stiamo discutendo.
Io sono interessato solo a spegnere quella bruciante sensazione che mi causano le tue critiche e per farlo devo spegnere te. Questo quando perdo il controllo e mi scaglio contro. Vomiterò insulti feroci contro di te e distruggerò oggetti (nella mia mente sto distruggendo te, sei solo un altro oggetto di fronte a me quando lo faccio) e alcuni della mia specie arriveranno alla violenza fisica. Tu cercherai di mostrarmi che ho torto (ogni persona sana lo farebbe) e sei completamente esterrefatta perché non posso vedere quello che mi stai dicendo. Ora lo sai. Io non posso vederlo perché questa ira selvaggia è esplosa.
Come puoi fare con me in questi due tipi di litigio? Bene, mi terrò questa informazione per un’altra volta. Nel frattempo, vedi se puoi rimettere insieme quel soprammobile che ho appena lanciato contro la parete.
Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR