COMPIACERE, COMPIACERE, COMPIACERE

Voglio che tu dia il meglio di te. Una nobile intenzione, no? Voglio che tu ci metta ogni giorno più impegno. Voglio che tu miri in alto e ti sforzi di migliorare rispetto a ciò che hai ottenuto il giorno prima. Anche se la stanchezza potrebbe offuscare la tua visione e quel dolore alle membra ti ricorda le fatiche a cui ti sei sottoposta, so che puoi resistere e fare di più, meglio, più velocemente e con più forza.

Io credo in te. Quegli altri impostori sono solo dei ciarlatani. Non sono forse io colui che ti ha donato un amore perfetto? Devi custodire quell’amore perfetto e meritarlo. Di conseguenza, ogni giorno io te lo sottrarrò. Il lunedì, ad esempio, potrei decidere di non baciarti. Non ti darò spiegazioni per questa privazione, perché sarai tu a dover capire il motivo. E una volta che l’avrai compreso dovrai impegnarti per riconquistare il mio bacio. Il giorno successivo potrei non ricambiare l’abbraccio che mi dai sempre appena ci alziamo. Invece di lamentarti, tieni a freno la lingua e considera tutto questo parte della tua formazione continua. Se vuoi che il mio amore perfetto si manifesti attraverso quegli abbracci caldi e rassicuranti che tanto apprezzi, allora devi compiacermi affinché io te li conceda di nuovo.

Mi ripeti spesso che in una relazione ci deve essere reciprocità. E io sto facendo esattamente quello che chiedi. Io tolgo per farti dare di più, e così sarai ricompensata. Per evitare che tu diventi compiacente, scoprirai che, la prossima volta che mi sottrarrò al baciarti, la tua prima reazione — quella che ti aveva permesso di riottenere il mio bacio delizioso — non funzionerà una seconda volta.

No, sarebbe troppo facile. Devi comprendere quale gesto diverso dovrai compiere per meritarti i miei teneri baci. So che lo farai. Chi non lo farebbe, pur di sentire la mia bocca sulla propria e quella sensazione che ti solleva dentro, quando il sollievo ti travolge sapendo di averli riottenuti? Ammettilo: la possibilità di perdere il mio affetto in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo ti eccita. Non vuoi la mediocrità. Vuoi l’emozione. Vuoi sentirti volare, librarti, esplodere e girare vorticosamente nella gioia.

Sono l’unico che può darti tutto questo, e proprio per questo ti presti volentieri a questi giochi mentre io ti spingo sempre più in là, ritraendomi ogni volta un po’ di più, costringendoti a spremerti le meningi e tendere i muscoli pur di trovare ancora una volta la risposta giusta. Sarebbe ipocrita dire che lo faccio solo per il tuo bene. Non è così. Lo faccio unicamente per il mio, perché ho bisogno che tu mi compiaccia. Mi compiaci quando ti muovi come un burattino tirato dai miei fili, facendo tutto ciò che io desidero. L’ondata di potere che ricevo da questo controllo supera qualsiasi cosa tu possa trarre dalla nostra relazione… ma, dopotutto, entrambi ne ricaviamo qualcosa, no? Allora dov’è il problema nel compiacermi?

H.G. TUDOR – “Please Please Please” – Traduzione di PAOLA DE CARLI