Trovo affascinante che tu prenda tutto così sul personale. Ti lamenti riguardo a tutto il tempo che passo giocando ad un gioco di strategia sul mio portatile o quando traffico sul cellulare. Io amo giocare a questo gioco o restare connesso con la gente sui social sul mio I-phone, non è nulla contro di te. Metti il broncio solo perché trascorro un intero pomeriggio a pulire, incerare e lucidare la mia macchina. Perché? Di fatto io amo la mia macchina ed essere orgoglioso di mantenerla in ottimo stato è una buona cosa, non credi? Tu assumi automaticamente che sia un qualche tipo di insulto nei tuoi confronti perché sono fuori a lucidare la carrozzeria e non seduto a parlare con te. Ho scelto di andare alla partita con qualche amico invece di venire a fare shopping con te e c’è stato un litigio epico. Perché? Mi piace vedere lo sport e lo shopping non mi interessa. Anzi, preferisco fare shopping online o se devo farlo nei negozi, andare da solo. Una volta che so ciò che voglio vado, lo compro e me ne vado. Dentro e fuori. Il miglior metodo e preferibile a sprecare tempo dietro a persone che camminano lente in un centro commerciale. Invece sembra che tu consideri questa mia scelta come un qualche tipo di offesa contro la tua persona. Non la è.
Perfino quando abbiamo uno dei nostri frequenti litigi e scaglio insulti verso di te, tu li prendi sempre a cuore. Non dovresti fare così. Posso criticare il tuo taglio di capelli o il maglione che indossi, posso cogliere un tratto del carattere per farne una fonte di aspra critica contro di te e tu vai in pezzi. Non ce n’è bisogno. Io in realtà non ti vedo veramente. Non sei che un oggetto per me e io insulto tutti. Non ho pregiudizi, io odio tutti in modo equo. Ti capita di sopportare il peso di queste critiche perché tu passi molto più tempo con me. Faccio lo stesso sul posto di lavoro o in compagnia di certi amici. Non è assolutamente riguardo te personalmente, sto soltanto premendo il bottone del dispositivo pertinente che serve ad assicurarmi che otterrò la mia dose di energia. Per qualche ragione, tu scendi in una spirale di disperazione e metti in discussione la tua sicurezza in te stessa e ti preoccupi della tua autostima. Siedi in un gruppo di auto aiuto e racconti le torture e gli insulti (perché farlo? stai solo mettendo il coltello nella piaga) chiedendoti perché sono così cattivo con te. Non sei tu. Non ho nessun concetto di te. Tu e tutti gli altri apparecchi vi confondete in uno solo. Tu sei una macchina per la produzione e fornitura di benzina. Forse se iniziassi a ricordare che le cose stanno così, ti sentiresti meno sconvolta dal mio comportamento e dalle mie critiche in futuro. Provaci, non si sa mai potresti almeno una volta smettere di pensare che giri tutto intorno a te.
Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR