Sei cambiato e non so perché. Ho fatto qualcosa di sbagliato? Ho fatto qualcosa per offenderti o sconvolgerti? Perché sei cambiato? Non sei più interessato a me. Una volta eri solito sederti in completa attenzione mentre ti spiegavo le cose, mentre ti parlavo delle cose che avevo fatto. Le cose che erano importanti per me. Pensavo che le apprezzassi anche tu. Sembravi interessato e che fosse un interesse sincero quando mi facevi domande e mi ammiravi per quello che ti dicevo. Ti ricordi quelle conversazioni? Io sì, anche se devo ammettere che ci sono giorni in cui sembrano un ricordo così lontano rispetto a quello che abbiamo ora che mi chiedo se le ho inventate o sognate. Quei pomeriggi in cui eravamo sdraiati a letto, il mondo così lontano da noi mentre ci tenevamo stretti l’un l’altro e facevamo progetti. Il mondo era nostro da conquistare non è vero? Abbiamo fatto grandi progetti, tu ed io, senza che nulla ci fermasse o ci trattenesse. Tranne noi stessi. Come siamo arrivati ad essere così distanti? Dove è andato male? Come sono avvenuti questi cambiamenti? Cosa li ha causati? Eravamo uniti come una cosa sola. Non sapevamo dove iniziava uno di noi e dove finiva l’altro, eravamo così avvinghiati. Ero felice. Pensavo che lo fossi anche tu. Sembravi felice. Dimmi che eri felice.
Facevamo tutto insieme. Non ho mai voluto essere da nessuna altra parte che accanto a te. Tu mi completavi. Io ti completavo. Due metà finalmente unite. Due anime perdute che vagavano nel deserto e poi ci siamo trovati e tutto è divenuto meraviglioso. All’inizio non avevo il coraggio di credere che stesse succedendo. Dopo che così tante volte era andata male, quelli che promettevano mari e monti e poi si rivelavano ipocriti con nient’altro che il fallimento che grondava da quelle labbra promettenti. Quanto desideravo trovare la persona giusta e proprio quando avevo quasi rinunciato a ogni speranza, sei arrivato tu. Il mio salvatore. Sapevo dal momento in cui ti ho visto che ci appartenevamo. Potevo percepirlo e quel primo bacio, beh, posso ancora sentire il formicolio su e giù per la mia spina dorsale anche ora, dopo tutto questo tempo, dopo tutto ciò che è stato detto e fatto.
Perché sei cambiato? Io non ho fatto niente di sbagliato. Ti ho dato tutto me stesso. Ho creduto in noi ma forse ti ho deluso, forse ho mancato in qualche modo. C’è un altra persona? È per questo che i tuoi occhi non brillano più quando mi guardi? È per questo che il tuo sorriso speciale non si vede da troppo tempo da queste parti? I miei racconti e le mie storie ti annoiano ora? Il raccontare sempre questi famose storie diventa obsoleto? Forse hai trovato qualcun altro, una persona che ti dà quello che vuoi, qualcuno di nuovo ed eccitante? È così? È per questo che sei cambiato. Hai trovato il santuario tra le braccia di un’altra persona e ora sei diventato malleabile nelle sue mani come una volta lo eri nelle mie? Ti ricordi come dicevi che il mio tocco ti aveva riportato alla vita e in che modo esistevi appena in precedenza? Ricordi che mi prendevi la mano mentre camminavamo per miglia e miglia, senza che non avessimo mai qualcosa da dirci. Come eravamo soliti parlare? Ora sono fortunato se ricevo una tua frase mentre cerchi rifugio in una citazione monosillabica, e sembra che tu sia più contento di rintanarti lì che con me. Le tue parole erano solite scorrere, incantate e meravigliose e io mi dilettavo nel sentire ciò che avevi da dire. Eri capace di rendere le cose del mondo magiche e tutto attraverso quella tua bocca perfetta e deliziosa. Quella bocca continua a tessere il suo incantesimo per qualcun altro ora? Le parole pesano come il piombo, la bocca è piena di polvere quando parli con me? Io ascolto sempre. Ti do ancora attenzione ma non funziona più come prima. So che non sono io ad essere cambiato. Non lo faccio mai. Vedo che sei tu ad esser cambiato, ma non riesco a capire perché è successo. Credimi, ho passato lunghe ore a esaminare tutto ciò che è stato detto, ciò che non è stato detto e tutte le azioni e le omissioni. Le ho interpretate, li ho re-interpretate e ripartite a destra e sinistra, come un detective che analizza le riprese della CCTV nella speranza di trovare quell’indizio. Quello principale, quel certo qualcosa che mi permetterà di capire come abbiamo perso quel certo qualcosa.
Vuoi che cambi io? Hai bisogno che io mi trasformi in qualcosa di diverso? È così? Sarò qualunque cosa tu voglia che io sia se solo potessimo avere ciò che avevamo una volta. Tu sei cambiato, ma se hai bisogno che cambi anch’io, se è quello che serve per riprendere noi stessi, sono disposto a farlo. Dimmelo, dammi solo un segnale, qualche sorta di segnale, così saprò cosa fare. Il tuo muro di silenzio non mi dà alcuna indicazione su cosa devo fare per salvarci. Lo fai perché tutto il tuo tempo e la tua attenzione devono essere conservati per qualcun altro e quindi non hai affatto da darmi? È arrivato come un ladro silenzioso e ha rubato la persona che voglio più di ogni altra cosa al mondo? Forse è quello che è realmente successo. Tu non sei cambiato, ma il vero te, il te che dà di nuovo senso a tutto, è stato acquisito da un pirata. La tua anima è stata rubata da un altra persona? L’ha presa quando io malauguratamente ero distratto e ora l’hanno posta in un armadietto dorato, lontano da me, lasciandomi con soltanto l’involucro, l’immagine di ciò che era una volta? Forse è ciò che è successo. So che sei cambiato ma forse, solo forse non è stata colpa tua. Forse un agente esterno ti ha influenzato, ha provocato questa alterazione, senza cercare né ottenere il nostro consenso per questo atto esecrabile. Sì, dev’essere quello perché so che tu non mi lasceresti volontariamente. Come potresti? Perchè lo faresti? Perché lasciare ciò che abbiamo e lasciarmi con così poco quando una volta avevamo tanto? Sei cambiato, ma sulla sordida e sporca rotta di un’altra persona che non ti ha dato altra scelta. Mi avevi avvertito? Forse l’hai fatto ma non me ne sono accorto. Hai gridato per cercare il mio aiuto? Forse l’hai fatto, ma ero distratto e non ho sentito. Dimmelo ora, dimmi come posso aiutarti. Farò di tutto per riconquistare ciò che avevamo. Quell’unione splendida, amorevole, appassionata e soprattutto apparentemente perfetta che tu ed io abbiamo creato prima che fosse intervenuto questo cambiamento.
Per favore, ti supplico, dimmi solo cosa devo fare. Non ne ho alcuna idea, non ho più ingenuità o astuzia per afferrare ciò che deve essere fatto e ho bisogno della tua assistenza più che mai. Non lasciare che vincano loro, non lasciare che quelli che sono gelosi di ciò che abbiamo, gli intrusi dagli occhi verdi che hanno osservato e aspettato il momento giusto per seminare zizzania tra di noi. Non lasciare che rendano il tuo cambiamento permanente. Combatti, combatti con me, per me così possiamo riuscire a brillare di nuovo. Non posso sopportare la situazione in cui siamo ora. Il dolore e la debolezza che mi travolge mi spezzano in due, mi fanno sentire disgustoso e miserabile. Non posso sopportare di stare così, perché mi provoca un tale dispiacere quando ti guardo, ti osservo, ignorato da te. Non sei quello che una volta conoscevo. Non riconosco la persona che ora siede di fronte a me. È talmente alieno, è diventato così estraneo. Mi sento come se non ti conoscessi più. O come se non l’avessi mai fatto.
Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR