Io vivo in un mondo privo di paura, dove le ombre danzano in un’armonia inquietante e gli angoli bui non hanno segreti. L’assenza di paura dà origine a una percezione dominante e logica del mondo, dove gli elementi tenebrosi evocano fascino e intrigo. Questa assenza di paura non genera stupidità, ho comprensione di ciò che rappresenta una potenziale minaccia, ma la mia risposta è diversa. Prendo atto della minaccia e la elimino. Non ne sono turbato. Per me non c’è battito cardiaco elevato, nessun allarme improvviso, nessuna ondata di ansia, ma semplicemente l’impiego di motivazioni per disincentivare coloro che cercano di presentarmi un problema. La fredda applicazione di prove e valutazioni per togliere di torno coloro che mi possono far del male, eseguita in modo clinico con la massima efficacia d’esecuzione e in alcuni casi è proprio l’esecuzione che è richiesta.
In questo mondo enigmatico in cui abito, la fredda logica clinica è la mia guida. Il vento gelido sussurra antichi racconti e storie soprannaturali, suscitando un senso di paura negli altri, ma non in me. Imperterrito dalle immagini inquietanti o dai racconti dell’orrore, mi avventuro più in profondità nelle profondità oscure dell’esistenza umana. Vado non solo dove gli angeli temono di camminare, ma dove temono anche di contemplare. Non io. Armato dalla mia assenza di paura, io sono lo strumento perfetto per rimuovere chirurgicamente coloro che creano paura. Gli allarmisti arrivano a temere la mia presenza.
Le strutture minacciose che mi circondano non hanno alcun potere sui miei nervi, poiché sono impermeabile al loro potenziale di indurre paura. Palazzi fatiscenti con facciate che si sgretolano e foreste inquietanti con rami contorti, questi luoghi diventano i miei santuari. Il fascino del decrepito emana un richiamo malinconico che affascina la mia anima impavida. Vago per corridoi tetri, scrutando stanze dimenticate e decifrando le loro storie sussurrate, traducendo il mondo intorno a me nella mia lingua.
Nei cimiteri, i miei passi rimangono saldi mentre percorro i sentieri fatiscenti. Le lapidi, consumate dal tempo e incise con i nomi di anime scomparse tanto tempo fa, non mi spaventano. Anzi, sono spinto dalla curiosità per i ricordi sepolti.
Le creature che popolano la notte alimentano il senso di paura per gli altri ma accendono il mio fascino. I gufi con i loro occhi penetranti e le ali silenziose diventano i miei compagni mentre mi addentro nelle profondità dell’ignoto. Le grida inquietanti delle creature notturne diventano una sinfonia dell’oscurità, adornando le mie orecchie con strane melodie.
Di fronte a racconti di finzione, intrecciati dal profondo di un’immaginazione sinistra, la mia risposta rimane invariata. I mostri, i vampiri e le streghe che infestano il folklore non suscitano la paura che le loro storie sono progettate per suscitare. Sono attratto dalla loro esistenza mitica, dalle loro emozioni complesse e dalla loro eterna lotta contro il regno umano.
Questa mancanza di paura amplia la mia prospettiva per cogliere il fragile equilibrio tra luce e oscurità. Sono in grado di testimoniare la bellezza che giace nell’ombra, nascosta a coloro che sono consumati dalla paura. La mia percezione del mondo offre una visione unica dell’intricato e morboso arazzo dell’esistenza. Mi invita a esplorare i regni dimenticati e ad abbracciare l’enigmatico incanto che accompagna una vita non toccata dalla paura.
La mancanza di paura mi garantisce la capacità di sposare le narrazioni più agghiaccianti. Mi piacciono le narrazioni contorte che danzano sul precipizio dell’abisso, dove i confini della realtà e dell’incubo si intrecciano.
Nei recessi più oscuri della mia mente, trovo comprensione nel grottesco e nell’inquietante. Le figure distorte che camminano sulla terra e il surreale non hanno il potere di perseguitare le mie ore di veglia. Diventano invece una fonte di ispirazione, alimentando la mia comprensione con i loro volti distorti e le loro anime torturate.
Sono attratto dai misteri che giacciono nascosti dietro antichi tomi, le loro pagine logore piene di conoscenze proibite e segreti arcani. I rituali e gli incantesimi occulti che fanno tremare di paura gli altri mi costringono a svelare le loro oscure complessità. Mi immergo a capofitto nello studio delle arti proibite, imperturbabile davanti alle conseguenze che si nascondono e minacciano.
L’assenza di paura mi permette di affrontare gli enigmi che si nascondono oltre il velo, i sussurri degli spettri che risuonano nelle mie orecchie. Apparizioni spettrali possono scivolare attraverso i corridoi abbandonati che oso percorrere; altri sperimentano il terrore, io semplicemente li sradico grazie all’applicazione spregiudicata dell’evidenza e della logica. La paura è un’emozione estranea alla mia terra e mi è di grande aiuto.
L’assenza di paura fa emergere un magnetismo peculiare, attirando coloro che desiderano dare una sbirciata nell’ombra. Ci sono quelli che credono di essere fatti della mia stessa stoffa, ma che presto scoprono che quando si addentrano nell’oscurità della condizione umana, non sono affatto come me. Il loro rifuggire da ciò che è terribilmente sconosciuto serve solo a divertirmi.
L’assenza di paura è liberatoria e mi permette di camminare nella più oscura delle valli. Attraversando lo scenario oscuro e desolato, alleggerito dal peso della paura, assaporo la squisita bellezza che si trova nel profondo abisso dell’oscurità. Sono il vagabondo di regni morbosi, un veicolo di fascino alimentato dall’assenza di ansia. È qui, in questo mondo non toccato dalla paura, che trovo la mia vera essenza, accogliendo il fascino enigmatico che avvolge l’esistenza nel suo abbraccio accattivante.
Io sono una persona che non sperimenta paura. La paura, un istinto innato che consuma la maggior parte degli individui, è un concetto estraneo per me. Mentre navigo nella vita, vedo il mondo attraverso una lente di calma, curiosità e incrollabile fiducia.
In uno stato privo di paura, la mia percezione del mondo assume colori vibranti e profonda chiarezza. Sono in grado di abbracciare la bellezza della vita senza alcuna esitazione o riserva. La paura non offusca il mio giudizio né contamina le mie esperienze; invece, mi dà la forza di affrontare ogni situazione con una mente lucida e calcolatrice e un senso di avventura.
Di fronte a circostanze o ostacoli difficili, invece di essere paralizzato dalla paura, sono alimentato dalla determinazione, dalla logica e dalla fiducia in me stesso. L’assenza di paura mi permette di valutare la situazione in modo obiettivo, trovando soluzioni innovative e adattandomi con facilità alle circostanze mutevoli. Accolgo con favore l’ignoto, spingendo i confini e andando oltre i limiti fissati dalla paura stessa.
Quanto alla fisicità, sono liberato dai vincoli della paura. Le altezze non mi indeboliscono le ginocchia e l’adrenalina genera eccitazione piuttosto che terrore. I miei movimenti sono fluidi e il mio corpo risponde in modo intuitivo all’ambiente, consapevole delle sue capacità ma senza il dubbio fastidioso che incute paura negli altri.
Anche di fronte al pericolo prevale il mio atteggiamento impavido. Invece di lasciarmi paralizzare o sconfiggere dai potenziali pericoli, valuto il rischio in modo obiettivo e rispondo con calcolata risolutezza. La paura non offusca le mie percezioni e mi permette di percepire i minimi dettagli e le opportunità di fuga o di risoluzione.
L’assenza di paura non implica arroganza o avventatezza, anzi sostituisce l’incertezza con un costante senso di fiducia in se stessi. Non ho paura di sognare in grande e di lottare per risultati straordinari. Che si tratti di perseguire obiettivi ambiziosi, affrontare nuove sfide o affrontare territori sconosciuti, la mia natura impavida mi spinge avanti.
Tuttavia, in mezzo a questa impavida percezione del mondo si trova un certo livello di distacco. La sensazione di paura può agire come un meccanismo fondamentale di sopravvivenza, un meccanismo che ci avverte di potenziali pericoli. Anche se sono in grado di riconoscere il pericolo e il rischio, l’assenza di paura mi distacca dalla risposta emotiva istintiva associata al pericolo.
Sebbene la paura possa avere uno scopo nell’esperienza umana, il fatto di esserne privo mi permette di abbracciare il mondo con coraggio illimitato. Mi garantisce la libertà di vivere pienamente, senza essere inibito dai limiti della paura e capace di cogliere ogni opportunità che si presenta.
Io non sono vincolato dalla paura e quindi il mio mondo è privo di vincoli.
Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR