PROVA A METTERTI NEI MIEI PANNI – PARTE DUE

Sono seduto ad una riunione di lavoro e sto cercando di sopportare il ronzio di un collega riguardo alla sua idea di incrementare una fetta di mercato. È piazzato lì davanti a tutta la stanza tendendo in pugno l’attenzione di tutti. Questo non mi diverte. Mi sento irrequieto e leggermente nauseato sapendo che le persone stanno ascoltando ciò che dice senza prestarmi alcuna attenzione. Posso sentire i bisbigli del mio aguzzino personale che mi ricorda che nessuno mi sta guardando. Combatto l’impulso di tirare un portatile contro lo schermo piatto dietro di me, nel tentativo di creare un po’ di dramma, ma è difficile. Se il Direttore Generale non fosse seduto a due posti dal mio sulla sinistra avrei anche potuto farlo. Con lui qui invece, devo focalizzarmi sul gioco della A. Ho scritto che il mio collega ha l’attenzione di tutti. Non è vero. Ok, ce l’ha quasi di tutti. Non ha la mia piena attenzione. Fortunatamente per me, sono capace di triplicarla e sto sentendo la sua stupida arringa, intanto formulo le mie domande per lui e lancio continuamente sguardi occasionali a Lucy, recentemente promossa, che è seduta direttamente di fronte a me nel tavolo della sala riunioni. Ho parlato con lei poche volte ma il suo recente innalzamento l’ha resa di maggior interesse per me. Il suo recente successo ha catturato la mia attenzione. Mi piace essere contornato da persone di successo, a patto che non abbiano più successo di me. Sono molto pochi, individuo sempre qualche errore o debolezza, è un’abilità che possiedo. Guardo in basso e digito un messaggio a Lucy.

“Mi piace la tua camicetta, è di T.M. Lewin?” e glielo mando. La vedo muoversi leggermente mentre il telefono vibra nella sua borsetta e i suoi occhi incontrano i miei (ancora). Inclino la testa per dirle di controllare nella borsetta. Lei mi da uno sguardo lievemente perplesso ma ecco che arriva il sorriso e il suo braccio si muove indicando che è riuscita a prendere il telefono. Guarda in basso e aspetto, sentendo una leggera scarica dentro di me mentre mi chiedo cosa scriverà in risposta. Nota che so già che lei risponderà. Questo non è in dubbio. Vedo che la sua testa continua a guardare verso il basso e dopo pochi secondi il mio telefono vibra nella mia mano e lei replica

“Sì, grazie per averlo notato. Bella cravatta comunque, bacio”

Ha ragione riguardo la cravatta e ho notato il bacio. La porta è aperta. Sento la soddisfazione dell’ondata di potere per aver ottenuto la sua attenzione e simultaneamente perché ora due di noi non stanno apprestando piena attenzione a Monroe mentre continua a pontificare e sbraitare la sua sfilza di paroloni aziendale. L’idiota. I messaggi palleggiano avanti e indietro tra Lucy e me mentre ci scambiamo reciproci complimenti e il mio fascino inizia ad avere il suo effetto su di lei. I fantasmi sussurranti non sono stati messi a tacere del tutto, lei continua a mormorare nel mio orecchio provando a puntualizzare che molta più gente sta ascoltando Monroe rispetto a chi da attenzione a me e che è perché sono insignificante e noioso. Affronto questa battaglia ogni giorno. Il braccio di ferro senza fine tra il mio aguzzino personale che cerca di paralizzarmi con la paura e il disprezzo di sé e il mio bisogno di tenerli a bada mentre bevo a fondo tutto il carburante che riesco a trovare intorno a me.
Alzo lo sguardo e vedo che Lucy, la bellissima, sensuale Lucy sta scrivendo ancora ma cosa c’è oltre la sua spalla? C’è una finestra che domina la città e oltre vedo un riflesso. È una faccia scarna, una cosa insulsa che mi fissa. La creatura torna a tentare di turbarmi e indebolirmi, il suo pallido sorriso esce dalle sue labbra sottili ed inizia a mimare qualcosa con le labbra. Non ho provato ancora a decifrarlo che il telefono vibra e sorrido alla risposta di Lucy

“HG, qual è la tua idea su questo punto?” chiede Monroe. Posso dire dal suo tono che è irritato e allo stesso tempo sente la possibilità di segnare un punto sul tabellone. Ha notato che Lucy ed io ci siamo apparentemente disinseriti dalla sua presentazione e questo l’ha colpito parecchio. È una cosa buona. Posso sentire le fiamme bruciare dentro e poi che aumentano in altezza mentre le facce si girano verso di me. Monroe pensa di farmi fare una figuraccia. Pensa che io non abbia ascoltato. Tu mi hai sottovalutato ancora, tu malleabile essere fatto con lo stampino. Non sei equipaggiato per gestire uno come me e anche se messaggiavo con Lucy ho continuato ad ascoltare le sue parole. È l’abilità che io ho e lui no. Il motivo per cui presto verrò promosso ancora, lasciandolo dietro di me. Di proposito non ho risposto subito, ho finito di mandare il messaggio a Lucy e ho dato il colpo di grazia.
Ho guardato verso l’alto e ho fissato il mio sguardo su Monroe, ho notato che il bottone dietro la cravatta era sbottonato, poco professionale e poco intelligente, Monroe, quando stai fronteggiando quelli come noi. Posso vedere dalla posizione della sua bocca che sta aspettando per aggiungere qualche commento beffardo. Lui pensa che la mia esitazione nel rispondere sia il segno che mi ha beccato. Sbaglia. Sto assaporando il fatto che tutta l’attenzione è su di me. Lui è dalla parte dei tormentatori che mi vogliono buttare giù. La sua faccia sembra mutare diventando la creatura che mi perseguita, ma non funzionerà. Sorrido e sparo indietro la mia accurata risposta nella forma di una frase succinta. La creatura svanisce dall’espressione di panico che ha Monroe mentre la genialità forense del mio commento lo colpisce.

“Un punto eccellente” aggiunge il nostro Direttore Generale e non posso evitare di sorridere mentre il potere infuria attraverso di me. Ci sono mormorii di assenso mentre i codardi appesi intorno al tavolo supportano la lode del Direttore Generale nei miei confronti per ingraziarselo. Non mi interessa del loro cambio di idea dato che mi ha portato ancora più attenzione. Dato che Monroe esita getto un’altra granata verbale verso di lui. Stupidamente, la prende e gli esplode in faccia così che il Direttore Generale lo spinge a rispondere al mio punto. Guardo Lucy e lei mi ricambia lo sguardo con ammirazione a grandi lettere. Il mio telefono vibra e guardo

“Sì bere qualcosa alle 6 di questo pomeriggio sarà grandioso, passo prima dal tuo ufficio, bacio”.

Un’altra ondata che mette in silenzio i fantasmi sussurranti. La bestia cerca ancora e ancora di trascinarmi nell’abisso ma fino a che avrò respiro ho i mezzi e le capacità per domarla. La distruzione di Monroe che ora è diventato rosso intanto che balbetta una risposta inefficace e la consapevolezza che sarò con Lucy questa sera, nel bar dove vanno i colleghi che si congratuleranno con me per la performance di oggi mi riempie di un meraviglioso senso di forza e potere. Forse la vincerò questa guerra con il demone dentro di me, dopo tutto?

Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR