POSTUMI

Dopo che la tempesta è passata, sarai senza dubbio seduto con una mano sollevata sulla testa, ancora intorpidito dallo shock e un’espressione confusa sul tuo viso. Da dove diavolo è arrivato questo? Stavi sperimentando cieli blu e un sole caldo e dorato che brillava splendidamente in cielo. Tutto era calmo, senza vento, nemmeno una brezza, come ti piaceva questa bella stagione. Tutti erano felici e apparentemente contenti. Avevi controllato solo pochi minuti prima per vedere se riuscivi a vedere le nuvole scure all’orizzonte, una tempesta che si preparava, ma non c’era nulla da vedere in qualunque direzione ti fosse capitato di guardare. È arrivata dal nulla. Ora, mentre ti siedi in mezzo alla distruzione, ripercorri nella tua mente quello che è successo e che sembrava avesse fatto comparire la tempesta con terrificante ferocia. Mentre ti godevi il calore del sole dorato proponesti di cucinare una bistecca dal momento che avevamo gradito così tanto quella che avevi cucinato quella volta la scorsa settimana. Ti piace preparare deliziosi pasti per noi. Sei brava a farlo e ti piace dimostrare quanto tieni a noi assicurandoti che ci godiamo il cibo. Era una proposta semplice e innocua e sicuramente giusta e logica. Noi avevamo commentato quanto fosse buona quella bistecca quando ci eravamo seduti a cena la scorsa settimana, quindi di sicuro aveva senso farlo di nuovo? Eppure appena hai espresso il suggerimento hai sentito le parole che indicavano che la tempesta stava per esplodere.

“Non mi piace la bistecca. Non voglio la bistecca. Dovresti saperlo ormai. Voglio le lasagne. Te l’ho detto prima, ma non ascolti mai quello che devo dire, vero? Oh no, quello che dico non è abbastanza importante da farti prestare attenzione. Non fai mai quello che voglio io, sempre quello che vuoi tu. Sono stufo di questo. Sei così dannatamente egoista e ne ho avuto abbastanza.”

Niente di tutto ciò aveva alcun senso, ma non ti è stato dato tempo per considerare la veridicità o meno di ciò che avevamo detto. Il vento si era già alzato e ti stava sferzando attorno, ti tirava i vestiti e ti scompigliava i capelli. Il cielo si è oscurato mentre si riempiva di minacciose nuvole nere. Hai sentito la prima pesante goccia di pioggia sul tuo viso, o era una lacrima, non si sa come, sembra che non riesci a ricordare. Succede sempre. Dopo ti senti stordito e la tua capacità di ricordare i dettagli precisi di quello che è successo sembra essere stata compromessa. Il diluvio è iniziato quando un torrente di pioggia ha tracimato, spinto dalle potenti raffiche di vento che ora facevano a pezzi il tuo ambiente. Un fulmine è balenato, grandi biforcazioni frastagliate che squarciavano le nuvole nere che si agitavano, seguite dai tuoni terrificanti che facevano tremare il terreno. Sembri ricordarti che noi continuavamo a urlarti contro, ma non riesci a ricordare ciò che è stato detto perché il rumore del vento vorticoso era troppo forte oppure eravamo noi che rendevamo i venti fortissimi. Di nuovo, anche se è stato solo pochi istanti fa ti ritrovi a dover lottare per ricordare esattamente. Chicchi di grandine delle dimensioni di una pallina da golf hanno cominciato a martellarti addosso, costringendoti a raggomitolarti in una palla per cercare di proteggerti dall’assalto. Non hai avuto il tempo di correre verso un rifugio. Non lo fai mai. La natura imprevedibile e improvvisa di queste tempeste ha sempre fatto sì che tu sia stato sorpreso all’aperto, esposto a tutti gli elementi. La temperatura è scesa e tu sei rimasto raggomitolato, tremante di freddo o paura? Fradicio e spaventato mentre la tromba d’aria continuava. Hai sollevato la testa e attraverso gli strati di pioggia hai visto la distruzione che infuriava nella tua casa mentre la tromba d’aria ha cominciato a spaccare e distruggere. Sono stati fatte falle nei muri, stoviglie spaccate, libri squarciati, tende abbattute mentre questo violento vortice danneggiava e demoliva. Tu gridavi implorando che la tempesta si fermasse, ma le tue suppliche erano come quelle di un bambino e non potevano essere ascoltate durante la furiosa tempesta che infuriava su di te. Ti sei raggomitolato più stretto, desideroso che passasse, mentre il suono della distruzione continuava, mescolato al vento ululante, al frastuono della pioggia e ai tuoi singhiozzi paurosi.

All’improvviso si è fermata. Il rumore e la furia erano spariti. Hai aspettato temendo che fosse solo l’occhio del ciclone, una breve tregua prima che la furia continuasse, ma non è arrivato altro. Lentamente ti sei drizzato, l’acqua che ti colava sul viso mentre sentivi il dolore sulle braccia e sulla schiena da dove le pietre di grandine si erano schiantate contro di te. Ti sei seduto e con sgomento hai osservato la carneficina intorno a te. Distruzione e danno ti vengono incontro ovunque guardi. La repentinità con cui la tempesta è arrivata e se n’è andata potrebbe farti dubitare che sia mai avvenuta, eppure i beni rotti e gli arredi danneggiati confermano che era troppo orribilmente vero. Alzi una mano sulla bocca per soffocare il grido di allarme che sta provando a uscire. Sai che è meglio piuttosto che rinvigorire la tempesta tornare quando è appena passata. Il vento si è placato, la pioggia si è fermata e le spaventose nuvole scure sono rotolate giù verso l’orizzonte lasciandosi dietro ancora una volta il cielo blu. Il sole è sempre lì, ma tu non senti alcun calore mentre ti siedi tra i detriti della tempesta che ha imperversato attorno a te solo pochi istanti fa. È arrivata senza preavviso e l’ha fatto con grande furia, come sempre. Poi se n’è andata. Noi non siamo da nessuna parte in cui possiamo esser visti dal momento che siamo usciti dalla stanza e prendi per buono questo piuttosto che cercarci fuori. Invece ti alzi in piedi instabile, il nervosismo e l’ansia causati dall’arrivo di una simile violenza improvvisa violenza ti hanno lasciato il segno. Inizi a cercare di riordinare i postumi della tempesta mentre ti chiedi quanto durerà questa pausa tra le nuvole.

Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR