Il tuo ruolo in ogni relazione che ci coinvolge è ascoltare. Non abbiamo alcun interesse in ciò che hai da dire a meno che tu non ci dia carburante. Non importa se ci ricopri di lodi o ci chiami di tutti i nomi sotto il sole, purché ciò ci fornisca il nostro tanto necessario carburante, allora ascoltiamo. Bene, io dico, ma la realtà è un po’ diversa. Mentre ci copri di elogi espansivi abbiamo ascoltato le parole che ci danno il carburante, ma quello che udiamo veramente è
“Sì hai ragione, sì, sono potente, sì, sono migliore”.
Quelle parole echeggiano nella nostra mente mentre ci dici come siamo brillanti e meravigliosi. Quando sei impegnato a urlare contro di noi, manifestando la tua rabbia o supplicandoci di non andarcene o di smetterla di rimproverarti, allora sentiamo il baccano che generi, che a sua volta ci fornisce carburante. Non elaboriamo il contenuto di ciò che stai dicendo. Tutto ciò che sentiamo è quanto siamo potenti e vincenti, e pensare a cosa faremo o diremo in seguito per mantenere questo flusso di carburante.
Al contrario ci aspettiamo che tu ci ascolti, e assorbi e digerisca ogni parola che pronunciamo. Questo perché ciò che abbiamo da dire naturalmente è sempre interessante, significativo e di grande importanza. Abbiamo un’opinione su tutto perché siamo esperti in tutto. La nostra conoscenza è vasta ed enciclopedica, e ci fa piacere farti sapere che è così. Devi sederti e ascoltare mentre ti intratteniamo con le nostre storie di successo, i racconti di trionfo e gli aneddoti di conquiste. Devi assicurarti che i tuoi occhi siano spalancati, la bocca leggermente aperta in silenziosa ammirazione per la nostra magnificenza e che quelle tue orecchie siano puntate in modo da recepire ogni frase, ogni parola e tutte le sillabe. Se percepiamo che non ci stai ascoltando, allora preparati perché ci scaglieremo contro di te in quanto la tua incapacità di prestare attenzione alla ricchezza che emettiamo dalle nostre bocche è una critica per noi. Stai insinuando che non vale la pena di ascoltarci, che siamo noiosi e che non abbiamo nulla di importante da dire. Quanto hai torto? Ci dilettiamo in lunghe lezioni in cui esponiamo quanto siamo fantastici e ti ricordiamo quanto sei fortunato a stare alla nostra presenza. La dipendenza dal suono della nostra stessa voce ci permette di intraprendere lunghi monologhi e specialmente se l’argomento è castigarti e rimproverarti per qualsiasi illecito abbiamo colto. Non devi ribattere mentre siamo sul nostro pulpito, perché anche questa è una critica. Come osi interromperci quando stiamo cercando di aiutarti!
Abbiamo una visione di tutto eccetto quando sappiamo che esprimere ora quella visione o una scrollata di spalle sprezzante susciterà una reazione emotiva in coloro che ci circondano. In quell’occasione un’aura di finta ignoranza ci starà bene visto che noi prendiamo quella risposta con carburante da te. Una volta che ti avremo permesso di esprimere la tua sorpresa, frustrazione o fastidio per la nostra risposta sprezzante, sosterremo naturalmente di sapere esattamente di cosa stai parlando e di lanciarti in un’esposizione dettagliata. Questo è ulteriormente progettato per essere sicuri che tu ci ascolti. Riduce al minimo la tua opportunità di criticarci (che come sai non possiamo sopportare) e rafforza la nostra superiorità e genialità.
Per evidenziare la tua posizione nella nostra postazione di ascolto, ci dilettiamo nell’interrompere ciò che stai dicendo. Parleremo sopra di te alzeremo la voce per sovrastarti e ci metteremo persino le mani sulle orecchie gridando,
“La la la”.
Lo facciamo perché ti fa infuriare. Lo facciamo perché dobbiamo essere ascoltati. Siamo posti sul palco e così facendo ci assicuriamo sempre che il riflettore ruoti attorno a noi e faccia luce su di noi. Per continuare a parlare, cambieremo le posizioni, passando da una postura all’altra a prescindere dal fatto che sia logico farlo. Finché ti manteniamo in ascolto e ti impediamo di parlare, questo è ciò che conta.
Anche quando ti abbiamo sottoposto a uno dei nostri leggendari trattamenti del silenzio, ci aspettiamo che tu sia pronto e in attesa della prima parola che diremo. Ci aspettiamo che ti comporti come una postazione di ascolto. Devi ascoltare il nostro arrivo e assicurarti di essere pronto ad accoglierci con entusiasmo e a chiedere come è stata la nostra giornata. Non aspettarti che questo venga ricambiato. Ti chiediamo di ascoltare elogi su di noi da parte di altre fonti in modo che tu possa riportarcelo e anche che ci consigli se alcune persone stanno dicendo falsità su di noi in modo che possiamo lanciare un attacco contro di loro. Devi ascoltare tutto ciò che diciamo in modo da poter sempre agire nel nostro miglior interesse. Ci aspettiamo persino che tu senta le cose che non diciamo ma che dovresti comunque sentire. Forse dovresti essere abituato a sentire attraverso la telepatia ormai? Tuttavia, se tu dovessi stare ad ascoltare altri nostri fatti quando parliamo di una nuova fonte di carburante che abbiamo coltivato di nascosto o se ascolti le nostre conversazioni con una folla di ammiratori che si sono accalcati intorno a noi, allora sei una spia, un intercettatore e un ficcanaso sgradito. In tal caso, sarai richiamato all’ordine e fatto ascoltare e ascoltare con attenzione il nostro rimprovero e la denigrazione nei tuoi confronti.
Devi assicurarti di essere attento, e di ascoltare tutte le volte tranne quelle in cui non dovresti farlo. No, non ti diremo quali sono quei momenti. Dovresti averci lavorato sopra ormai. Quindi, dopo aver ascoltato l’ennesima delle nostre diatribe trasmesse a tutta velocità mentre esplodiamo con rabbia ad una delle tue trasgressioni critiche, assicurati di ascoltare e ascoltare bene e alla fine fai un sonoro grido:
“Ascolta! Ascolta!”
Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR