Credo fosse F.R. David che cantava “Words don’t come easy to me” (Le parole non mi vengono facilmente). Sicuramente non era uno della mia specie. Le parole sono la mia arma. Amo le parole. Sono come un Thesaurus (dizionario dei sinonimi) capace di evocare così tanti modi di dire la stessa cosa. Sono abile nel creare le immagini più evocative delle falsità che escono dalle mie labbra. Il torrente del vuoto luogo comune, delle promesse vuote e delle osservazioni banali viene denso e rapido. Sono il trionfo della forma a discapito della sostanza. Sfortunatamente per te a causa della tua natura e di quello che hai subito prima che arrivassi io, le mie parole sono coperte di miele e tu non sei capace di resistere al loro fascino. Qualcun altro vedrebbe una bandiera rossa sventolare per come i miei complimenti cadono a cascata su di te. Qualcun altro rispetto a te prenderebbe una pausa e rifletterebbe se c’era davvero qualcosa di significativo nella mia dieta di giornaliera di deliziose dichiarazioni. Qualcun altro rispetto a te vedrebbe direttamente attraverso i miei luminosi monologhi leggeri come piuma. Ma tu non puoi e non lo farai. Non solo ti ho selezionata per il tuo essere sensibile al mio approccio ma tu hai bisogno di ascoltare i miei commenti. Tu li vuoi e ogni giorno che passa ti basi sempre più su di essi. Ti ho provocato una dipendenza alle mie parole.
Serviti pure e stai attenta e avverti gli altri che non hanno ancora avuto il dubbio piacere di incontrare la mia tipologia. Devi sempre riflettere su come spesso faccio qualcosa di opposto rispetto a ciò che dico. Questo è un utile barometro a cui riferirsi. Bene, sempre se sei in grado di trovare la via d’uscita tra la miriade di frasi zuccherose che intreccio su di te per tenerti intrappolata sotto il mio controllo.
Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR