Lo zerbino. Eccolo lì, con un gentile augurio di “Benvenuto a casa” decorato sopra e tutto quello che ottiene è venire sistematicamente ignorato e calpestato, ma non batte mai ciglio, non si tira mai indietro a compiere la sua funzione. Molte delle nostre vittime si trovano a essere considerate come uno zerbino da parte della nostra specie. Non solo è evidente dal modo in cui ti consideriamo, ma è anche la conseguenza del modo in cui ti trattiamo. Non sono solo questi fattori comunque che fanno sì che io affibbi l’etichetta di Zerbino a un particolare apparecchio. Molto deriva dal pensiero, dall’atteggiamento e dall’impostazione mentale della vittima in questione.
Ho parlato in precedenza di mia sorella, Rachel. Mentre io ho seguito il percorso che mi ha condotto dove sono oggi, Rachel si è ritrovata a diventare uno zerbino. Veniva sistematicamente calpestata da tutti i membri della nostra famiglia e mentre crescevamo io guardavo e osservavo come questo si manifestava. Con il passare del tempo e con l’aumento di consapevolezza che ho ottenuto, unito alle osservazioni dei bravi dottori, ho identificato certe sue caratteristiche che ho visto anche in quelle vittime che sono state le mie fonti primarie. Ho concluso che, mentre un gran numero di queste vittime sono andate vicino ad essere zerbini, solo tre hanno realmente raggiunto quello status assieme a mia sorella.
Ora, è un errore pensare che uno zerbino venga considerato debole. Naturalmente la mia specie lo pensa, ma fa parte del nostro meccanismo per mantenere la superiorità riversando disprezzo sulle tue caratteristiche e come ti portano ad essere trattato. Quelli che sono zerbini mostrano un differente tipo di forza. Sono deboli per il fatto che non riescono ad affermarsi con l’enfasi sufficiente che permetta loro di scappare dal peggio del trattamento, ma possiedono la forza in virtù di queste caratteristiche e il fatto di mantenerle, nonostante siano maltrattati, ignorati, calpestati e dati per scontato, si tratta perversamente di un tipo di forza e uno che accogliamo con favore.
Vogliamo dispositivi che continueranno a funzionare, ci obbediranno, facendo sgorgare il carburante e conformandosi, senza rompersi e funzionare male la prima volta che le cose si fanno difficili. Trovare uno zerbino in mezzo alle nostre vittime è gratificante perché significa che queste persone non ci allontaneranno, non hanno alcun desiderio di farlo. C’è di più però perché loro desiderano rimanere non solo per ragioni nostre ma anche per il proprio soddisfacimento in sé. Riversano carburante nella nostra direzione, rimangono sottomessi e compiacenti.
Quali sono i tratti che costituiscono uno zerbino?
1. La persona è sensibile e ha sensi di colpa.
2. Questa persona ha imparato a sopravvivere in ambienti ostili soddisfacendo il nostro bisogno di gratificazione. Questo prima di tutto si applica alla fornitura di carburante ma va oltre. Lo zerbino ci gratificherà permettendoci di fare ciò che vogliamo, riconoscendo il nostro bisogno e diritto nel farlo, permettendoci di utilizzare qualsiasi risorsa come riteniamo opportuno e provvedendo a tutti i nostri bisogni in termini di carburante, trasmissione di doti e benefici residui.
3. La percezione dell’amore da parte dello zerbino si è distorta. Questa persona cerca amore tramite la sistemazione eccessiva delle necessità altrui. Questo potrebbe essere non solo verso di noi quando li abbiamo inseriti come una nostra fonte primaria, ma verso altre persone. Queste persone potrebbero non essere narcisisti ma lo zerbino desidera comunque far fronte ai desideri degli altri (cosa che naturalmente ci irrita e porta a conflitti), perché lo zerbino considera il proprio ruolo come quello di accogliere tutti perché questo significa che poi verrà amato.
4. Lo zerbino semplicemente dà troppo. Loro non prendono. Danno sé stessi a ogni livello, dalle loro emozioni, la loro devozione, il loro tempo, la loro energia, i loro pensieri e le loro risorse. Sono straordinariamente dotati in materia e sembrano quasi avere tempo ed energia illimitati ecc. per quanto alla fine diventa evidente che non li hanno.
5. Lo zerbino non si sente sicuro tranne quando dà. Se percepisce che sta prendendo si sente allarmato e in difficoltà. Se non sta nemmeno dando o sta prendendo si sente irrequieto e fuori dalla loro comfort-zone. Il bisogno di dare e offrire gli permette di adempiere al proprio ruolo e a sua volta incarna un senso di sicurezza per loro. Una volta che inizia a sentirsi al sicuro continuerà a dare per rimanere in questo rifugio. Ecco perché lo zerbino è attratto dalla nostra specie, perché siamo quelli che prendono e lo facciamo su vasta scala. Noi siamo fatti per gli zerbini e anche se lo zerbino potrebbe non sapere cosa siamo, si aggancia a noi, garantendosi un’innata sensazione di salvezza e sicurezza.
6. Lo zerbino deve soddisfare i bisogni emotivi del narcisista. Noi siamo vuoti. Siamo vuoti e la tua attenzione emotiva, il tuo carburante, necessita di venire riversato in noi. Lo zerbino avverte la necessità si assicurarsi che quegli eccessivi bisogni emotivi vengano soddisfatti (per quanto non realizzi che questo non potrà mai essere raggiunto) e quindi rimane ancorato e in obbligo verso di noi dato che lo zerbino prova ad ottenere l’impossibile. Ho visto mia sorella continuare a farlo con MadreNarci.
7. Lo zerbino soffre di bassa autostima ma questa viene potenziata dal successo del narcisista. Le mie vittime che erano zerbini scoprivano che la loro autostima veniva incrementata dai miei successi e dai miei risultati. Vedevo mia sorella ottenere la propria autostima nell’essere collegata ai successi di MadreNarci, mio padre e me. Questo è un comportamento curioso e non è molto diverso dal nostro furto di doti dalle persone che abbiamo intorno al fine di aggiungerle alla nostra costruzione e a sua volta sembrare migliori e più attraenti. Lo zerbino non acquisisce i tratti del nostro successo ma il fatto che noi siamo di successo e che lui è collegato a noi fa sì che la sua autostima aumenti.
8. Lo zerbino ha una tolleranza alta verso l’abuso emotivo. Gli sfoghi attraverso l’ira bollente e l’ira gelida da parte della nostra specie contro lo zerbino fa sì che lo zerbino si accorga che i bisogni emozionali della nostra specie sono aumentati. Questo gli segnala che deve balzare in azione. Ha una chiamata al dovere e invece di sentire che l’abuso emozionale lo sta debilitando (almeno all’inizio) lo considera come un segnale utile per fare qualcosa al fine di provvedervi. D’altra parte, tutto ciò che lo zerbino sta facendo è permettere un accumulo di pressione di questi ripetuti maltrattamenti emotivi. Lo zerbino li può tollerare più a lungo di una vittima normale ma poi arriva un punto in cui il limite viene raggiunto, la pressione non può più essere sostenuta e trattenuta e a questo punto c’è un sostanziale e serio effetto dannoso sullo zerbino dal rilascio di questa pressione.
9. Lo zerbino si sente in colpa quando soddisfa i propri bisogni e quindi quasi in modo masochistico si mette di nuovo sulla linea del fuoco con la nostra specie per alleviare questo senso di colpa.
10. Lo zerbino si sente immeritevole di essere amato. Vuole essere amato per ciò che fa, invece che per ciò che è. Si considera fondamentalmente indegno di amore tranne quando sta portando avanti il proprio ruolo. L’ho visto sia con mia sorella che con mio padre e madre. Mio padre insisteva su quanto fosse importante aiutare gli altri e mia sorella lo vedeva come un segnale chiaro per auto-flagellarsi soddisfacendo le necessità altrui e specialmente la nostra specie. Mia sorella mi ha anche spiegato rispetto a Madre Narci che non dice mai di essere felice ma che mia sorella sapeva che con lei lo era per via di come mia sorella si sentiva, ossia priva di senso di colpa e apprezzata a causa del suo dare eccessivo. Ho ritenuto il suo pensiero deludente ma non l’ho corretto, perché è servito anche ai miei scopi.
Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR