C’è un tratto di terra. Tu conosci questo tratto di terra. Hai visto questo tratto di terra molte volte. Ora lo stai guardando. È sul lato di una collina; l’angolo è ripido, il che significa che ogni passo che fai mentre ti porti in avanti richiede uno sforzo considerevole mentre l’incessante forza di gravità prova a trascinarti di nuovo indietro per la collina. Questo tratto di terra è un territorio pieno di fango ribollente, fango denso e stucchevole che ti risucchia, mentre sei intento a frenare la tua avanzata. Tuttavia sai che devi attraversare questo tratto di terra, quindi raccogli le forze, ti cingi i fianchi e parti.
Il filo spinato posto su questo tratto di terra ti si impiglia nei vestiti, i commenti pungenti si insinuano in questo pezzo di filo arrotolato e attorcigliato nei tuoi vestiti e sussulti come se ti venisse trapassata la tua pelle. Cerchi di sollevare la gamba sopra questo filo quando senti il piede che ti regge in equilibrio sprofondare nel fango. Senti il rat-ta-ta-ta della feroce raffica di proiettili di bile che vengono sparati nella tua direzione. La mitragliatrice di malevolenza sputa fuori bugie e insulti che cospargono il terreno intorno a te, fischiando oltre la tua testa e spruzzando tutto intorno con un approccio a casaccio. Sei abituato a questo, ma non lo rende affatto più facile perché sai che questa mitragliatrice sembra avere una scorta illimitata di quei proiettili. Per evitare di essere colpito ti lanci in avanti, sentendo un altro colpo dal filo che ti graffia attraverso i vestiti mentre colpisci il terreno con uno duro colpo. Il vento viene spinto fuori dai tuoi polmoni mentre sei disteso nel fango, la mitragliatrice continua a vomitare le sue accuse rabbiose. Senti il fischio di qualche ordigno in arrivo, forse una di quelle bombe a mano che ci piace lanciarti da diverse angolazioni. Non puoi vederlo ma sai che sta arrivando e ti metti in testa il cappello di latta, sperando che ti manchi mentre cerchi di sprofondare nel fango per evitare ferite. C’è un boato alla tua destra e ti prepari ma le schegge selvagge di falsità questa volta ti mancano. Ti arrampichi, freddo e inumidito dal fango che ora ti si attacca addosso, gli occhi che guizzano a destra e a sinistra nel modo in cui ti sei abituato. I tuoi sensi sono in moto frenetico mentre la tua ipervigilanza aumenta. Non sai per quanto tempo riesci a tenerlo a bada mentre cerchi con lo sguardo un cecchino sul crinale che potrebbe colpirti con un colpo ben piazzato dal suo fucile di contraccolpi casuali. Le tue orecchie si sforzano di ascoltare il rumore di un’altra bomba a mano piena di odio o il cicaleccio caustico della mitragliatrice malevola. C’è un ruggito nelle tue orecchie. È il suono del sangue che scorre nel tuo corpo, spinto dal tuo cuore tuonante o è il muggito del tuo aggressore? È diventato così difficile discernere in questi giorni.
Corri in avanti adottando la tuo consueta andatura a zig zag per evitare i tentativi di abbatterti. Carichi, a testa in giù, le gambe che battono forte il fango, ogni passo sembra richiedere sempre più tempo mentre senti che ti stai muovendo al rallentatore. L’aria è viva con l’odore di cordite, veleno e vetriolo. Alla tua destra c’è un suono fluttuante e tu istintivamente ti getti di nuovo a terra, infrangendoti nel fango e senti il calore sopra la testa mentre una fiammeggiante nuvola di furia brucia, agitandosi e fluttuando dal lanciafiamme brandito dal tuo aggressore. L’aria è surriscaldata e puoi sentire il calore attraverso il collo e la schiena mentre stai giù. Non puoi restare qui a lungo anche se sai che sarai un facile bersaglio per il mortaio che farà piovere su di te le sue brutali bombe. Cominci a gattonare, il calore continua a impossessarsi dell’aria, i proiettili che ti colpiscono e ti passano accanto, cadendo nel fango mentre tu strisci, il respiro irregolare, i polmoni che bruciano. Non hai notato quanto stai tremando dal momento che sei troppo impegnato a cercare di evitare le scariche che ti vengono lanciate contro.
Il calore è scomparso e a fatica ti metti in piedi, quando senti l’ack-ack-ack di un’arma più grande che scarica le sue munizioni abusive contro di te. Ti accorgi che di questi pezzi di ordigni onerosi ce ne sono tre mentre il nemico ti sta triangolando nel tentativo di abbatterti. Ti dirigi a sinistra e torni a destra mentre ti chiedi dove sono i tuoi alleati, dove sono andati? Puoi ricordare vagamente che una volta c’erano altri che ti sostenevano e ti aiutavano a salire su questo pendio, incoraggiandoti e spingendoti, ma le loro voci sono sparite. Uno alla volta il nemico li ha eliminati lasciandoti isolato e solo.
Questo pendio che ora minaccia di fermare la tua avanzata una volta era una bella collina abbellita da un’erba verdeggiante che ondeggiava nella tiepida brezza. I fiori la adornavano sotto un sole dorato che splendeva mentre tu correvi lungo il pendio ogni giorno con facilità e così privo di preoccupazioni. Il ricordo di quel tempo svanisce quando senti il rumore del rombo e vedi la canna di un carro armato che arriva nella tua vista. Sai cosa sta arrivando da questo carro armato del terrore, una salva di bossoli graffianti, progettati per mandarti a volare per aria, stordito e disorientato. La canna sta oscillando mentre il tuo tormentatore prende la mira e tu con notevole sforzo continui la tua avanzata. Sembra che tu stia attraversando l’inferno. Il baccano, le improvvise esplosioni di un fuoco furioso e una luce accecante contro il cupo cielo grigio, i bombardamenti, i tonfi, il rumore acuto dei proiettili, il rumore ovattato dell’energia negativa di bombe, bossoli e granate assorbite dal fango. Sei sotto attacco da tutte le parti mentre ti lanci in avanti e superi un’altra serie di commenti spinosi, evitando di essere catturato su di essi. Atterri e vedi avanti il crinale che indica la fine di questo tratto di terra. La fine della discesa. Devi solo arrivare lì e sarai protetto da questo assalto, fuori portata e sicuramente in grado di riposare e raccogliere le tue forze. Noti per la prima volta che i tuoi denti stanno battendo per la paura, quasi imitando il cicaleccio dei covi delle mitragliatrici che stanno mandando a fuoco verso di te i loro proiettili ripieni di veleno. La terra geme in segno di protesta mentre una fila di proiettili sbatte in terra e tu lo prendi come il segnale per andare ancora avanti. Senti il pulsare del motore dell’aeromobile mentre un aereo del dolore si avvicina pronto a far cadere un dispositivo incendiario su di te per farti bruciare o una bomba terrificante per farti esplodere in mille pezzi con la forza del suo vetriolo. Il tuo respiro è irregolare e puoi sentire le tue gambe tremare, il bilancio di questa avanzata ora si aggiusta sul tuo corpo che ha sopportato così tanto. Ancora cinque passi e poi sicuramente avrai raggiunto la sicurezza. Il ruggito della battaglia raggiunge un crescendo, il malevolo metallo lacera l’aria mentre l’aereo si avvicina, il carro armato si piega, la canna cerca di tenere il passo con te. Quattro passi. I proiettili sibilano e un’altra bomba a mano esplode dietro di te. Tre passi. C’è il sibilo di una bomba che cade che sostituisce tutto l’altro clamore di guerra. Due passi. Il tuo cuore sta per esplodere. Un passo. Ora tutto è stato lanciato contro di te per impedirti di raggiungere il crinale. Un’enorme esplosione esplode alle tue spalle, furiosa e spaventosa mentre tu vieni scagliato nell’aria, sopra il crinale e il suolo macchiato di fango, sfilacciato, sanguinante e malconcio che ti schianta al suolo e ti rigiri, una volta, due e una terza volta.
Il mondo alla fine smette di girare su di te. La rotazione della scena e i suoni frenetici della battaglia sono divenuti ovattati e distanti. Senti il tuo stesso cuore che pulsa ancora, il suono del tuo respiro pesante mentre ti controlli con la mente e ti rendi conto di essere intatto. Appena.
Apri gli occhi e ti volti per vedere dove sei arrivato e questo ti sta dando una sorta di tregua. Sei in un fosso o forse in una trincea e non puoi vedere altro che due argini di terra su entrambi i lati di te che ti forniscono protezione. Ce l’hai fatta. Hai attraversato la zona di guerra. Hai attraversato quel tratto di terra e ci sei riuscito. L’euforia ti percorre mentre a tentoni ti siedi. Sopra il crinale alla tua destra c’è il posto da dove sei appena arrivato, ma cosa si trova a sinistra? Con attenzione sbirci oltre il bordo della trincea.
C’è un pendio davanti a te. Un tratto di terra. Conosci questo tratto di terra. Lo conosci bene. È fango ribollente con i nidi delle mitragliatrici che fiancheggiano i lati del pendio e questo ripido tratto di terra porta a un crinale.
Sì, tu conosci questo tratto di terra.
Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR