LA PAURA

La paura arriva in molte forme. Ha la capacità di causare terrore, ansia e nervosismo. La paura è uno degli strumenti più potenti che esistono per facilitare il controllo su qualcuno. Ripensa a quando eri un bambino piccolo e alle cose che ti spaventavano. Molte di esse hanno un’applicabilità universale. Quante volte hai gridato a tua madre e tuo padre durante la notte perché eri spaventato dai “mostri sotto il letto” ed eri terrorizzato dal fatto che una volta chiusa la porta della camera da letto qualcosa sarebbe venuto fuori dall’armadio e indotto una paura assoluta in ogni parte di te?

Forse erano le strane forme che si formavano quando la luce veniva spenta con la sola luce della luna che filtra attraverso la fessura delle tende, così che l’ombra proiettata attraverso la stanza appariva come una vecchia strega che aspetta di venire e portarti via e mangiarti. Quante volte eri stato avvisato da bambino di non parlare mai con estranei, di non salire mai in macchina con qualcuno che non conoscevi e di non accettare mai dolci da uno sconosciuto?

Ti ricordi come questo evocava immagini di vecchi puzzolenti in impermeabili macchiati che aspettavano di rapirti e farti sparire misteriosamente per rinchiuderti chissà dove? Forse c’era quella casa sulla strada del ritorno da scuola che aveva richiamato su di sé una certa reputazione. Era cadente, il giardino era coperto di vegetazione, con cespugli che si riversavano sul sentiero, le finestre sporche e la vernice che si screpolava. Non eri mai sicuro se qualcuno effettivamente vivesse lì. Alcuni avevano detto che lì viveva una strega, e aspettava che i bambini passassero da soli per afferrarli e rinchiuderli nella sua cantina a morire di fame. Altri in pomeriggi tempestosi raccontavano storie che facevano drizzare i capelli sulla nuca sugli spiriti che infestavano la vecchia casa.

Un amico giurava di essere passato, una sera umida e ventosa, proprio mentre si stava facendo buio e di aver visto il volto di un fantasma bambino che lo fissava da una finestra al piano di sopra, le sue mani spettrali che bussavano alla finestra come se chiedessero aiuto. Dopo aver sentito quella storia, hai preso un altro percorso per tornare a casa da scuola in modo da non dover più oltrepassare questa particolare casa. Se non era possibile, vi passavi accanto correndo, a testa bassa, urlando a squarciagola per coprire eventuali strani suoni che potrebbero provenire dal bambino fantasma intrappolato, e intanto non osavi nemmeno guardare verso la casa. La paura ha spesso accompagnato la tua infanzia e ti ha provocato notti insonni, incubi e una riluttanza ad andare a letto.

Ricordi di essere stato mandato a letto e di fissare le scale nell’oscurità chiedendoti cosa ti stesse aspettando? Come non volevi apparire spaventato di fronte ai tuoi genitori (specialmente dato che ti avevano lasciato stare alzato ancora un po’ perché ora eri un “ragazzo/ragazza”). Volevi restituire indietro quelle parole mentre indugiavi alla base delle scale, il corridoio più freddo del soggiorno da cui ti eri avventurato. Quante volte il rumore della casa che si assestava, con strani gemiti e scricchiolii ti convincevano che qualcuno stava aspettando sulla porta fuori dal campo visivo, il piede con lo stivale pesante appoggiato sul pavimento scricchiolante, l’ascia arrugginita stretta nelle dita unte dalle unghie lunghe?

La vista di un pagliaccio ti ha fatto correre a nasconderti tra le pieghe del vestito di tua madre, quella strana bocca maliziosa e accentuata che crea panico nella tua piccola mente? Cos’ha in mente per te quel misterioso clown?

Potrebbe essere stata una riluttanza a camminare a piedi nudi nel mare o in un fiume perché non riuscivi a vedere dove stavi mettendo i piedi. Hai sentito qualcosa sfiorarti il piede, molto probabilmente alghe, ma nella tua mente un pesce dai denti di rasoio stava per darti un morso alla caviglia o un granchio stava per darti una sforbiciata di tenaglia all’alluce. Ti sei voltato e hai corso urlando dal bordo del mare per tornare alla sicurezza della spiaggia di sabbia.

Potrebbe esserci un vicolo di assassini nella tua città, un passaggio male illuminato tra due strade che durante il giorno era una scorciatoia comoda e facile, ma di notte la presunta riserva di mercanti di coltelli in agguato e strangolatori dai denti gialli che stavano solo aspettando di balzar fuori e prendere la tua vita. Sei rimasto a fissare il vicolo cercando di farti passare la paura, ma non se n’è andata e invece hai deciso di percorrere la lunga strada. Ci sono voluti venti minuti in più, ma almeno sei tornato a casa sano e salvo.

La paura ha continuato a perseguitare la tua vita mentre crescevi. Potresti non essere più preoccupato per l’uomo nero, ma si è trasformata nella paura che viene dal trovare un gonfiore sul tuo corpo e non sapere cosa sia. L’incertezza sull’azienda per cui lavori ti fa girare e rigirare di notte. Ti chiedi da dove arriverà la prossima busta paga, temendo per il futuro. Camminare da solo lungo una strada di notte e sentire i passi dietro di te causa ancora un aumento della frequenza cardiaca.

Un’occhiata alle tue spalle mentre attraversi la strada per il marciapiede non fa altro che aumentare la tua preoccupazione mentre anche una figura incappucciata attraversa la strada. Il tuo passo si fa più veloce con l’aumentare della paura e la tua mente si riempie di immagini di furto, stupro o omicidio. Quando sei da solo in casa di notte, il rumore di un colpo dal piano di sotto ti fa sedere di scatto sul letto. Cos’è stato quel rumore? Lo hai sognato? C’era qualcuno che stava entrando? Era qualcosa che non apparteneva a questo mondo, forse un poltergeist che lanciava un libro contro un muro. Non puoi vedere cosa ha causato il rumore e immediatamente la paura prende forma nel buco dello stomaco, la tua mente da corsa che evoca una serie di spiacevoli scenari mentre rifletti e intanto strisci in cima alle scale e scruti per vedere se riesci ad accertarti di cosa era.

La paura si impadronisce di te e rende la tua ragione difettosa. Ti stringe attorno alla gola impedendoti di gridare e trasforma le tue gambe in pietre così che tu sei pietrificato in senso figurato e incapace di sfuggire a quel tormentatore invisibile. La paura ti prosciuga, ti paralizza e farai qualsiasi cosa per sfuggire a quella sensazione di paura. È pervasiva, dannosa e controllante.

Le tue più grandi paure derivano sempre dall’ignoto. È ciò che non puoi vedere che ti causa il più grande terrore. Quando non riesci a vedere qualcosa, sei immerso nella paura, la sua presa ghiacciata prende piede e tu ti sgretoli.

L’ignoto e l’invisibile creano la paura.

Questo è il motivo per cui siamo così efficacemente devastanti nel nostro controllo su di te. Questo è il motivo per cui noi creiamo una tale paura paralizzante in te.

La Vittima Empatica e la Paura

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Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR