Il signore nella foto sopra si chiama Minesh. È un responsabile Tecnico Informatico del Regno Unito e sembra piuttosto contento nella foto, vero? O forse potrebbe essere più accurato affermare che è piuttosto ottimista mentre tiene in mano un trofeo, e beve il carburante positivo che proviene dal pubblico in studio davanti a lui (e il Carburante di Pensiero positivo derivante dalla conoscenza anche di un significativo pubblico televisivo che lo guarda). Cosa ha vinto Minesh?
Niente.
Suo figlio, Rahul, un ragazzo di 12 anni è stato incoronato Bambino Genio 2017 durante la scorsa serata in questo programma televisivo britannico. Ben fatto Rahul.
Data la natura internazionale dei miei lettori, molti di voi non avranno familiarità con questo programma specifico, ma conoscerete molto bene il concetto di bambini che vengono spinti ad avere successo nel rispetto di un determinato campo – conoscenza generale, ortografia, danza, sport, recitare poesie, ginnastica – con i genitori “orgogliosi” che spingono, scusate volenterosi, il loro bambino, dal centro della scena, scusate l’ho fatto di nuovo, dalle linee laterali. Riconoscerai programmi simili nel tuo paese che fanno parte delle serie televisive di reality.
Bambino Genio di solito non era una gara. La serie precedente aveva assunto una forma di documentario in quanto il relativo bambino dotato era stato affiancato dai creatori del programma e quindi le famiglie del bambino dotato erano state intervistate da uno psicologo infantile ben considerato. È interessante notare che questo psicologo infantile diede le dimissioni dallo spettacolo perché era preoccupato per la direzione che il programma stava prendendo. Le sue preoccupazioni sono giustificate.
Torneremo a Minesh per discutere i suoi risultati scintillanti, whoops l’ho fatto di nuovo, i risultati di Rahul. Lo spettacolo non riguardava solo Minesh. Era entrata una madre di nome Susan, con non uno, ma due dei suoi figli, Fabio (di 9 anni) e Olivia (di 12 anni). Susan si descriveva come una madre “elicottero” che spingeva i suoi figli ad eccellere. Quasi tutti i genitori vogliono che i loro bambini facciano le cose bene. Molti potrebbero esitare a spingere i propri figli a esibirsi sotto i riflettori in una serie televisiva dove la reale esperienza è di uso discutibile (ne parlerò di più tra un momento), ma ci sono quelli che considerano che spingere i figli è necessario e davvero utile per il bambino. Un simile approccio porterà ad opinioni divergenti, ma che dire di questo commento di Susan ai creatori del programma che comparvero sul programma in onda
“Amo molto mia figlia, ma faccio il tifo per Fabio.”
Mi chiedo, allora chi è il bambino d’oro lì? Cosa pensa Fabio di essere preferito a sua sorella? È d’accordo con il suo status di eletto? Lo userà a suo vantaggio (so che io l’ho fatto) oppure finora Fabio ha appreso abbastanza empatia nella sua breve vita per contenere questo sfacciato favoritismo?
Come potrebbe sentirsi Olivia a essere triangolata in questo modo? È un capro espiatorio, è la perdente a cui viene data la vena di incoraggiamento, ma non importa quello che fa e ciò che ottiene; è Fabio che è sempre sostenuto, lodato e ammirato? Probabilmente non lo sapremo mai, ma una dinamica ben consolidata sta prendendo forma davanti a noi.
Naturalmente, senza dubbio, se messa davanti a questo sfacciato favoritismo, Susan respingerà qualsiasi critica del genere. Non mi sorprenderebbe se si fosse davvero dimenticata che stava implicitamente sminuendo sua figlia alla televisione nazionale e l’avesse considerata una conversazione privata. Posso ben immaginare che non vi sarebbe alcuna accettazione di colpa per questa triangolazione e neppure alcun riconoscimento di essa.
La concorrenza ha un valore reale? Dipende da chi viene considerato di valore. È certamente di valore per alcuni genitori coinvolti nel presentare il loro bambino, ma è di uso estremamente discutibile per i bambini coinvolti e questo è dovuto a due motivi: –
1. La parola “genio” viene usata ma come con molte parole viene usata troppo. Genio si riferisce a un potere o abilità intellettuale o creativa eccezionale. Non c’è un genio creativo in questo spettacolo. I bambini non partono in alcun modo creativo, bensì è una prova di richiamo cognitivo che si basa sulla tecnica piuttosto che sull’abilità. In effetti, si mette persino in dubbio l’estensione di tale tecnica, date le accuse secondo cui i genitori mettevano in bocca le risposte ai loro figli durante lo spettacolo.
2. L’età dei bambini varia da 8 a 12 anni. Sono collocati in un ambiente altamente pressurizzato. L’impatto di questa cosa ha lasciato i bambini sconvolti e in lacrime. Fabio, come detto sopra, è caduto a pezzi quando stava cercando di memorizzare due mazzi di carte mescolate a caso e questo ha portato all’intervento dello psicologo infantile per controllare. Un altro ragazzo, Joshua, che ha 11 anni, ha avvertito un momento di blocco ed à corso via singhiozzando. Una bambina di 10 anni ha lasciato desolata la sorella più grande, anche lei in gara, dopo che la ragazza più giovane aveva fatto uscire suo fratello dalla gara e questo fatto aveva lasciato la bambina di 10 anni anche sconvolta per quello che aveva fatto.
Quindi, ci si interroga qual’è l’effettivo scopo di entrare nel programma e ci si chiede anche quale sarà l’impatto reale del disorientamento descritto sopra assieme agli apparenti regimi punitivi di casa messi in atto da certi genitori per assicurare che il loro figlio vinca il titolo di Bambino Genio 2017.
Torniamo a Minesh. Mentre Rahul si faceva strada verso la vittoria e si assicurava il titolo, gli spettatori osservavano:
1. Minesh aveva dichiarato: “Siamo una famiglia abituata a vincere e impegnarsi al massimo negli esami, nelle competizioni e nelle cose”. Difficilmente fare le cose bene è un crimine, ma inizia a dipingere un quadro. “Abituato a vincere”, il che significa che il giovane Rahul ha già avuto la barra posizionata in alto su di sé. “Siamo una famiglia abituata a vincere” ma chi sta vincendo? L’intera famiglia? Forse, ma io ho il sospetto che sia più probabile che Rahul stia conseguendo la vittoria, facendo bene gli esami e così via e Minesh stia acquisendo questi tratti caratteriali per se stesso.
2. Minesh ha riso quando un altro concorrente, l’undicenne Josh, ha dato una risposta sbagliata conferendo un vantaggio a Rahul. Tale risposta dimostra diverse cose:-
a. Una mancanza di empatia nei confronti di un ragazzo che commette un errore in un ambiente pressurizzato;
b. Una mancanza di consapevolezza del fatto che tale comportamento stava venendo filmato ed evidentemente non si preoccupava (o non si rendeva conto) di come questo faceva apparire Minesh;
c. Il desiderio di vincere a tutti i costi
3. Minesh sedeva piegato in avanti nella sua sedia tra il pubblico, con le dita incrociate e tenute in alto perché il mondo potesse vederle. Sua moglie sedeva relativamente impassibile ma Minesh sosteneva visibilmente suo figlio, o almeno così dimostrava il suo comportamento al di sopra delle righe. La realtà era che lui stava su quel palco, a rispondere a quelle domande, perché il giovane Rahul era l’estensione di suo padre, il suo piccolo specchio.
4. Probabilmente il momento decisivo dell’incoronazione per il trofeo. Guarda di nuovo la foto all’inizio di questo articolo, C’è Minesh, il sorriso-smorfia fissato sul suo viso, gli occhi fissi davanti a sé, il carburante che si riversa su di lui, la mano destra che stringe il trofeo, tenuta in alto nel suo (non di Rahul) momento di trionfo. Ha preso il trofeo dal suo figlio vincitore e l’ha tenuto in alto mentre beveva tra gli applausi. Era la sua vincita. La sua vittoria. Lui era il genio.
Naturalmente non si può dire con certezza se Minesh è un narcisista o piuttosto un padre particolarmente zelante che si è sovraeccitato per l’occasione, ma i comportamenti esibiti durante il programma, i commenti fatti e in particolare il suo comportamento quando Rahul ha trionfato mostrano nella migliore delle ipotesi una grossolana volgarità nel comportamento o, nella peggiore, un padre narcisista che stava calpestando tutto il successo di suo figlio mentre beveva il carburante e rivendicava la vittoria per se stesso.
Il titolo di Bambino Genio sarà a beneficio di Rahul in futuro? È improbabile. Il passare del tempo e le esigenze del mondo tendono a deteriorare il fatto che hai conseguito un titolo o una classificazione particolare nella tua infanzia. Non c’è niente di sbagliato nell’eccellenza, nel tentare di essere il migliore e avere successo, lo so fin troppo bene. Tuttavia, mi sono anche reso conto dello strascico duraturo dell’impatto di essere etichettato come il bambino d’oro, del peso del mantello dell’aspettativa e del duro abuso critico quando l’apparente carenza di risultati è stata identificata da un genitore narcisista. Il freddo pungente della neve sotto i miei piedi quando ero costretto a stare fuori casa da Madre Narci a dicembre fino a quando non ero in grado di recitare a memoria tutti e tre i versi di Ode All’Autunno di Keats e senza sbagliare quando avevo 9 anni, è un ricordo che cerco di relegare alla carcerazione, ma il suo strascico ha ancora oggi impatto su di me.
Quale sarà lo strascico per Rahul? Resta da vedere, ma sappiamo tutti che Minesh sarà alimentato dal suo successo, dalle sue scuse, dai risultati di suo figlio, ancora per un po’. Io non sono l’unica persona ad aver notato questo comportamento. Molti hanno espresso la loro preoccupazione per ciò a cui hanno assistito, hanno messo in discussione l’impatto sui bambini di questo comportamento e precisato il loro orrore per l’atteggiamento mentale di certi genitori. Dato che questo è stato portato alla mia attenzione dai lettori, tutto ciò ha avuto una pronta familiarità con la dinamica narcisistica.
Qualcun altro ha menzionato la parola NARCISISTA per caso?
No.
Ancora una volta la nostra specie si muove in mezzo alla società e continua a funzionare, operare e inquinare senza riconoscimento o restrizione da parte di milioni di persone.
Quale parola potrebbe descrivere uno stato di cose così pervasivo, diffuso, insidioso eppure efficace?
Io lo so.
Genio.
Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR