Contraddizioni. A proposito di inversioni. Fare una cosa e dimostrarne un’altra. Quelli sono ingredienti base quando si rimane intrappolati dalla nostra specie. Ovviamente l’Inferiore e il Medio-Rango del nostro genere non vedono le contraddizioni. Per loro, il proprio comportamento ha un senso assoluto anche se quando è visto dal tuo punto di vista c’è una chiara contraddizione tra ciò che è stato detto o fatto.
Questo naturalmente ti frustra, ti turba e ti fa infuriare mentre cerchi di farci capire che tu sei corretto e che noi non lo siamo. O di farci notare che ci siamo comportati in modo contraddittorio o ipocrita. Non ci riuscirai. L’Inferiore o il Medio-Rango non lo fanno deliberatamente, è solo il loro modo di essere. L’Inferiore reagisce. Il Medio-Rango si rende conto che negare e deviare ciò che stai cercando di fargli vedere provoca più turbamento e frustrazione e questo lo fa sentire bene.
Non sa perché è così, non conosce il concetto di carburante, ma sa che più reagisci meglio si sente. Sa anche che non gli piace essere tenuto a rispondere o essere visto come persona da biasimare, per qualsiasi cosa, quindi non accetterà che gli venga suggerito che il suo comportamento è contraddittorio perché ciò implica l’accusa che vi sia una colpa connessa.
Il Superiore sa che distorcere, girare, spostare e alterare permette alle risposte emotive di uscire e di venire amplificate. Sa che ciò che fa è considerato contraddittorio, ma non lo accetterà. Deve mostrare controllo e superiorità in ogni momento, altrimenti si troverà dannato. Si diverte a passare da una posizione all’altra, nel giro di pochi istanti, e poi a vedere se osi fargli notare questo cambiamento di posizione. Se lo fai, lui negherà e devierà per frustrarti, per turbarti e per metterti in allarme.
L’uso di voltafaccia fa anche parte del processo di gaslighting. Un metodo insidioso ed efficace per controllarti, minando il tuo punto di vista e costringendoti sempre ad arretrare fino a che alla fine non conoscerai nient’altro che la nostra verità deformata, dal momento che la tua è stata dissipata da qualche tempo. Rendendoti estraneo alla tua stessa ragione è la prova sia del nostro potere che del nostro comportamento abusante. Quindi l’uso del comportamento contraddittorio, il voltafaccia, è prevalente quando iniziamo la svalutazione. Eccone cinque che potresti conoscere bene.
1. La gioia se n’è andata
Una volta mostravamo un tale entusiasmo per la cucina indiana e spesso cercavamo di trovare il ristorante di apertura più recente e più interessante per noi per andarci insieme noi due. Potrebbe essere stata la gioia zelante che abbiamo manifestato alla prospettiva di andare a fare una passeggiata in collina con te, o di discutere dell’ultima rappresentazione al teatro locale. Amavi il modo in cui ci rapportavamo a questi interessi condivisi. Ovviamente era tutto speculare. Amiamo ciò che tu ami. Ora non c’è più bisogno di far così. Ci interessa poco la cucina indiana, ma dal momento che tu l’amavi così tanto, abbiamo deciso di farlo anche noi. Passeggiare per la collina è noioso. L’unica cosa che ci piaceva era essere in cima al mondo. Per quanto riguarda il teatro, se dovessimo star seduti con un’altra oscura rappresentazione, esploderemo. Comunque valeva la pena farti pensare che amavamo tutte quelle cose perché ci rendeva più facile legarti a noi. Continuate a elencare tutte le cose che pensate di avere in comune e io ridurrò quella lista a zero.
2. I Complimenti Finiscono
Ti ho legato a me come rifornimento di carburante positivo e hai funzionato bene, così di conseguenza ti sei guadagnato quei complimenti. Ora non c’è bisogno di farteli. Oh, sono consapevole che tu sembri ancora migliore di quello che hai fatto quando ci siamo incontrati per la prima volta, che stai cercando disperatamente di stuzzicarmi coi complimenti per cercare di scongiurare quella fastidiosa paura di perdermi, ma non serve. So che stai cercando di fare del tuo meglio per compiacermi, accontentarmi in ciò che voglio ma ora tutto quello che vedo è qualcuno che mi irrita. Vedi, se ti avessi amato come un individuo sano, ora non mi sentirei così, ma poiché non l’ho mai fatto, non c’è nulla che impedisca il sentimento di disprezzo e di fastidio che mi sommerge ogni volta che ti vedo. Ma dove sono i complimenti? Ora se li gode qualcun altro.
3. Una realizzazione improvvisa
Sai una cosa, io amo la mia ex. È così. Mi hai fatto capire questo. Pensavo di non sapere cosa fosse l’amore fino a quando ti ho incontrato (ricordo vagamente di aver detto qualcosa di simile a te qualche tempo fa) ma a pensarci bene, ho sempre saputo ed è la mia ex che amo. Non tu. Grazie per la distrazione mentre lavoravo. Che cosa? Avevo detto che era offensiva e psicopatica? No, non l’ho fatto. Ecco, mi hai appena dimostrato la ragione per cui non posso amare una come te. Addio.
4. Ma tu pensavi che lo odiassi
Perché sono andato a quel concerto di musica classica quando ti avevo detto che non sopportavo la musica classica. Non ricordo di averlo detto. Smetti di provare a dirmi cosa mi piace e cosa non mi piace. Sei così dispotica. Mi è sempre piaciuto leggere libri, da dove diavolo ti è venuta l’idea che non era così. Sì, mi piacciono molto le fragole, sono deliziose e adoro mangiarle, non ti ho mai detto che ne ero allergico. Smetti di inventare cose. Hai bisogno di aiuto. Continui a distorcere le cose e questo non mi piace. Ecco. Questa è una cosa che odio. Quello che fai tu.
5. Le lamentele improvvise
Dobbiamo davvero andare dai tuoi genitori questo fine settimana? Quindi che importanza ha se non mi sono mai lamentato prima? Non importa. Lo sto facendo ora perché voglio isolarti da loro. Sospetto che a loro non piaccio e non ho intenzione di lasciare che ti mettano delle idee in testa, per questo sono entrati nella lista nera e ora mi lamenterò del fatto di vederli per seminare zizzania tra te e loro. Più sei isolato e meglio è. Inizierò a lamentarmi regolarmente per impedirti di fare le cose e per farti arrabbiare. Questo è il modo in cui agisco ora. Non ti azzardare a lamentartene.
Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR