È una nostra caratteristica ben riconosciuta che non proviamo empatia. Sappiamo come mostrare empatia. Tu e altri l’avete mostrata in molte occasioni, così sappiamo quale espressione del viso adottare, l’inclinazione della testa, il linguaggio del corpo appropriato come una mano sul braccio o un braccio intorno alle spalle. Abbiamo ascoltato con molta attenzione, quindi comprendiamo le frasi da tirar fuori,
“Mi dispiace sentire questo”.
“C’è qualcosa che posso fare per essere d’aiuto; deve essere terribile”.
“Capisco cosa hai passato, credimi e dimmi solo come posso aiutarti”.
“So come ti senti”.
“Mi sentirei sconvolto anch’io se fosse successo a me”.
Ho osservato persone come te nell’atto di esibire la loro natura empatica e ho setacciato anche internet per raccogliere alcune frasi appropriate anche lì. Metti insieme tutto questo e la nostra specie sarà in grado di esibire uno sfoggio convincente di empatia che ingannerà quasi tutti. Vedrai questa falsa empatia esibita durante la seduzione quando desideriamo mostrarti che persona gentile, premurosa e comprensiva siamo, così ti sentirai attratto ancora di più da noi. Conosciamo altrettanto bene i giusti destinatari di questa falsa empatia: i malati, gli anziani, i gatti randagi, i senzatetto, le vittime del terremoto, il bambino con lo stomaco gonfio perché non mangia da giorni, i paesani dall’aspetto serio affollati attorno alla nuova vittima di incidente stradale e così via. Sì, conosco tutti quelli che hanno bisogno di alcune reazioni empatiche e le mostrerò di fronte a te, così tu sei sempre più attratto da me. In questo modo mi adatto.
È, ovviamente, tutto per sfoggio. Io non sento questo. Niente affatto. Neanche una virgola, un granello o una scintilla di empatia. Mostrami un resoconto di qualche tragedia e i miei occhi scivoleranno sul testo mentre registro ciò che è successo. Dentro non sento niente. Non vi è reazione. Non mi dispiace per le persone coinvolte nelle conseguenze dell’uragano. Non immagino come dovrebbe essere per loro e come devono sentirsi. Certamente sono abbastanza intelligente per sapere come devono sentirsi, ma non mi metto nei loro panni. Non immagino come debba essere per loro. Non vi è tensione in fondo al mio cuore, un sentimento di turbamento, sconforto o persino rabbia per l’ingiustizia che possono aver subito. Naturalmente, mentre cerchi la mia risposta dopo avermi avvertito di questo ultimo disastro, formerò una fronte corrugata, scuoterò la testa e scriverò alcune parole appropriate per farti pensare che mi dispiace. Questo succederà, naturalmente, se voglio la tua reazione positiva ossia che osservi con approvazione la mia presunta compassione. Se non cercherò più carburante positivo da te, allora lo userò come un’opportunità per provocarti.
“E allora?” è in genere un buon punto di partenza per ottenere una reazione da parte di un individuo empatico a qualcosa di terribile.
“Cosa intendi con “e”? Queste persone sono senza casa e ferite. Vivono su una piccola isola e non hanno energia elettrica e acqua pulita”.
“Che cosa ti aspetti che io faccia al riguardo? Non dovrebbero vivere lì allora”.
“Che cosa? Lo pensi davvero?”
“Sì. È una loro scelta Devono arrangiarsi”.
Ciò invariabilmente provocherà un attonito silenzio o una protesta. Puoi seguirmi mentre mi allontano chiedendomi come posso non sentire nulla per queste persone. Puoi esprimere rabbia o indignazione e naturalmente questo è ciò che voglio che tu faccia. Il fatto è che non sento niente. Se vedo un appello di beneficenza in televisione, resto indifferente. Non ho nulla in comune con le persone che chiedono aiuto. Non riesco a identificarmi in alcun modo con il modo in cui devono sentirsi. È una totale disconnessione.
La situazione è diversa con coloro con cui interagisco e specialmente con quelli che sono un partner intimo quando ti sto svalutando. Se sei malato e vuoi un po’ di sostegno e quelle tre parole tremanti “tenera amorevole cura”, io non sento nulla. Sento un travolgente senso di disgusto e repulsione. Come sono arrivato ad accoppiarmi con una persona così patetico e debole? Perché ho accettato di vivere con uno che sta starnutendo, tossendo e gracchiando? Sta cercando di infettarmi, vero? Cerca di farmi scendere al suo livello. So qual è il suo piano e non mi farò ingannare. Non vedo alcuna ragione per cui dovrei sprecare tempo ed energie ad aver a che fare con una persona così. È un esaurimento delle mie risorse e c’è poco o punto carburante da ottenere. Inoltre, il senso di disgusto mi spinge ad allontanarmi da te. Non posso sopportare di vedere una simile debolezza, malattia e infermità. Devo scappare, così sparirò, a volte con una scusa e spesso senza per evitare questa scena orribile.
Quando sei turbato, forse per una brutta giornata di lavoro o per una discussione con un amico e stai piangendo a spiegare cosa ti turba, aspettati di ricevere una scrollata di spalle. Cosa ti aspetti che io faccia al riguardo? È un tuo problema, non mio. Risolvi la situazione da solo. Se ti ostini a supplicarmi di ascoltarti e di aiutarti, allora mi irrito perché mi sottrai tempo in questo modo. Non ti rendi conto che ho molto da fare con me stesso? Non posso rinunciare alle mie stesse macchinazioni e alla raccolta di carburante per giocare alla posta del cuore con le tue lagne e i tuoi piagnistei.
Le tue patetiche preoccupazioni mi infastidiscono e puoi aspettarti che ti rimproveri per far crescere la tua disperazione, in modo da trarre almeno un po’ di carburante negativo dal tuo turbamento. In questo modo la situazione non verrà completamente cancellata. Se il tuo turbamento è ancora maggiore a seguito della perdita del tuo lavoro o di un lutto, non mostreremo alcun riguardo per i tuoi sentimenti e, anzi, sfrutteremo la tua disgrazia durante la nostra svalutazione. Coglieremo questa opportunità quando sarai vulnerabile ad estrarre ulteriore carburante. Questo è ciò che conta per noi. Sentiamo il bisogno di carburante.
Non proviamo alcuna compassione o calore nei tuoi confronti e anzi il tuo egoismo nel concentrarti su te stesso quando dovresti essere presente con noi ci fa infuriare. Ti faremo notare che non ti sei mai preoccupato molto di quel membro della famiglia quando era in vita, quindi perché ti stai preoccupando ora che è morto? Piangi per il tuo licenziamento e ti diciamo che te lo sei meritato perché non stavi lavorando abbastanza assiduamente. Estrarremo quel carburante negativo dalle tue lacrime, dal tuo dolore, dalla tua frustrazione e dalla tua rabbia e una volta che l’avremo ottenuto ti ci lasceremo dentro.
Abbiamo ottenuto quello che vogliamo e ci sono altre cose, in particolare altre persone con cui possiamo passare meglio il nostro tempo, piuttosto che rimanere con te ed essere sottoposti alla tua pietà egocentrica. Sappiamo che consideri questo comportamento spietato e aberrante , ma non c’è speranza per nient’altro. Noi non proviamo compassione o empatia. Non abbiamo bisogno di fingere, perché possiamo attingere carburante negativo, non abbiamo bisogno di renderti come noi o che tu ci ammiri e ci fornisci carburante positivo. Questo è come siamo stati creati. Questo è il freddo conforto che riceverai sempre da noi ogni volta che avrai un momento di bisogno, turbato o angosciato. Abituatici.
Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR