I CINQUE ATTIVATORI DEL DISIMPEGNO

La seduzione è ipnotica e, come parte del suo fascino, naturalmente ti diciamo perché abbiamo scelto proprio te, con mille frasi diverse e sensuali. Alcune possono sembrarti esagerate, altre invece ti suonano plausibili, ma in ogni caso ti forniamo una base su cui costruire la tua comprensione del motivo per cui siamo stati attratti da te. Non ti diciamo le vere ragioni per cui ti abbiamo scelta, ma te ne offriamo alcune.

La svalutazione è tortuosa, orribile e angosciante. Non riesci a capire perché, all’improvviso, ti abbiamo fatta cadere dal piedistallo. È sconcertante e confonde, aggiungendo ulteriore sofferenza al tuo dolore. Ti vengono lanciate addosso alcune motivazioni, ma per te non hanno alcun senso, e questo è voluto: serve a mantenerti confusa e sotto il nostro controllo. Le ragioni ti vengono fornite, semplicemente non hanno alcuna logica.

Poi arriva il disimpegno (termine accurato che molte persone usano per definire lo scarto) e, nella maggior parte dei casi, ti ritrovi a terra, in mezzo alla polvere, esausta, devastata, gettata via senza alcuna spiegazione sul perché sei stata messa da parte mentre noi ce ne andiamo con noncuranza, passeggiando verso il tramonto.

Perché è finita così all’improvviso? Cosa hai fatto di sbagliato? Perché non ti abbiamo detto il motivo di tutto questo? Il dolore del rifiuto è amplificato dalla mancanza di una spiegazione. Naturalmente, il nostro rifiuto di chiarire fa parte del piano.

Non sentiamo il bisogno di spiegarti nulla, perché possiamo fare ciò che vogliamo. Non riteniamo di doverti delle ragioni, perché ai nostri occhi non le meriti: hai fallito con noi. Non ti offriamo alcuna informazione su cui riflettere ed elaborare, perché almeno per quanto riguarda gli Inferiori della nostra specie, nemmeno loro sanno esattamente perché è finita. Sanno solo che doveva finire. È così che deve essere.

Tuttavia, esistono delle ragioni per cui ci disimpegnamo da te. E queste sono quelle ragioni.

1. Hai aperto gli occhi

Hai capito, probabilmente grazie a un aiuto esterno, che il nostro obiettivo è provocarti e farti reagire emotivamente. Potresti non comprendere del tutto perché questa dinamica si ripeta, potresti non renderti conto di quanto sia fondamentale per noi, ma una cosa ormai la sai: vogliamo che tu reagisca, e tu hai smesso di farlo.

Hai imparato a rispondere in modo neutrale, privandoci così del nostro carburante. Per questo inaspriamo le nostre macchinazioni, alziamo la pressione nel tentativo di scatenare una tua reazione, mentre nel frattempo ci nutriamo delle nostre fonti secondarie. Ma la tua resistenza è notevole.

Non te ne sei andata, forse perché non puoi permettertelo per ragioni economiche, per via dei bambini o per la difficoltà di trovare una nuova casa. Ma hai chiuso il rubinetto, e ci rendiamo conto che non verrà riaperto tanto presto.

Noi non vogliamo trovarci in questa condizione di debolezza e non abbiamo alcuna intenzione di sprecare l’energia necessaria per trovare o insediare una nuova fonte primaria solo per continuare a tentare di spremere carburante da te.

Così, vieni scartata.

2. La Nuova Fonte è al Suo Posto

Abbiamo iniziato a svalutarti nel momento in cui abbiamo iniziato a cercare un tuo rimpiazzo. Questo spiega le ripetute tresche. Ora abbiamo scelto il tuo sostituto come fonte primaria di carburante. Lui (o lei) è stato sedotto e integrato nella nostra rete di approvvigionamento.

Siamo certi che funzionerà alla perfezione, riversando su di noi un flusso abbondante di delizioso carburante positivo, in quantità significative e con una costanza superiore di gran lunga a quella che hai mai avuto tu.

Ci siamo alimentati del tuo carburante negativo, ma ora che abbiamo il nostro nuovo, scintillante giocattolo, non abbiamo più alcun motivo per tenerti in gioco.

Dritta nel mucchio dei rottami!

Naturalmente torneremo più avanti per un recupero, ma per ora è addio.

3. Sei distrutta

Anche se durante la svalutazione può sembrare che stiamo cercando di distruggerti, in realtà non è così. Sì, ti trasciniamo sempre più in basso attraverso continue e spietate manipolazioni, ma non vogliamo annientarti del tutto.

È come se ti tenessimo la testa sott’acqua: ti lasciamo emergere per un attimo, mentre sputi e ansimi in cerca d’aria, concedendoti un breve periodo di tregua, solo per poi spingerti di nuovo nelle acque gelide e trattenerti ancora sotto. Dentro e fuori, su e giù, spingi e tira. Ti trasciniamo sul fondo, ma senza distruggerti del tutto.

A volte, però, esageriamo. L’ondata di abusi diventa insostenibile e il peso della nostra crudeltà si abbatte su di te fino a spezzarti. Rimani intorpidita, a malapena funzionante o addirittura ricoverata in ospedale a causa di un crollo.

Non ci dai più alcuna reazione.

A differenza del primo caso, in cui hai scelto consapevolmente di non darci più carburante, questa volta è la conseguenza della nostra stessa brutalità che ti ha annientata. Ora sappiamo che non puoi più fornirci nulla, e la nostra indifferenza si manifesta nella sua forma più spietata: non ci interessa il tuo stato, non proviamo alcuna compassione.

Ci limitiamo a spostare la nostra attenzione sul nuovo obiettivo che stavamo già coltivando, consolidando il suo ruolo nella nostra rete di approvvigionamento.

E così, ti lasciamo andare.

4. Ci hai smascherato

Puoi anche averci smascherati, ma lo shock e l’orrore che provi davanti a tutto questo, insieme al tuo desiderio di aiutarci e cambiarci, fanno sì che tu continui a riversare carburante su di noi. Hai acquisito la conoscenza, ma non la stai usando in modo efficace, quindi non vediamo alcun motivo per andarcene.

Puoi provare a raccontare agli altri i nostri terribili comportamenti, ma ci siamo mossi prima di te: abbiamo lanciato la nostra campagna diffamatoria e mantenuto intatta la facciata. Come al solito, fa parte del gioco.

Di tanto in tanto, però, potresti riuscire a sorprenderci, a raccontare la verità prima che possiamo intervenire. Alcuni vedranno prove inconfutabili di ciò che siamo realmente (di solito accade quando si ha a che fare con l’Inferiore e il Medio-Rango della nostra specie) e sceglieranno di schierarsi dalla tua parte. La notizia si diffonde, e persone su cui contavamo iniziano a voltarsi contro di noi, o peggio, a sostenerti apertamente.

La facciata sta crollando.

Il carburante si è esaurito e l’energia necessaria per far cambiare idea alla gente (senza alcuna garanzia di successo) è troppa. Siamo stati esposti su larga scala.

Piuttosto che affrontare le conseguenze e rischiare di essere distrutti, ti scarichiamo senza esitazione, montiamo in sella e ce ne andiamo dalla città allo scopo, alla ricerca di un nuovo posto dove nessuno abbia ancora sentito parlare di noi.

5. Ferita intenzionale

Hai alzato il livello del gioco. Non solo hai capito chi siamo, ma le rivelazioni che hai ricevuto ti hanno permesso di comprendere come colpirci. Sai come chiudere il rubinetto, ma ora sai anche come infliggerci l’ultima, definitiva vendetta. E le tue critiche, fredde e prive di emozioni, ci colpiscono senza sosta.

Queste critiche ci feriscono ripetutamente, ci bruciano, ci fanno male. E senza alcun modo di ottenere carburante da te, stiamo subendo una sconfitta.

Sei stata istruita bene da qualcuno, e applicando con precisione le lezioni apprese, hai iniziato ad attaccare i veri pilastri della nostra esistenza. Siamo sotto un assedio serio e contrattaccare non è un’opzione.

Dobbiamo fuggire, e farlo in fretta.

Non ti vogliamo più, sappiamo che in questo momento non possiamo vincere e quindi dobbiamo battere in ritirata immediatamente.

Tu non vuoi lasciarci andare. Vuoi risposte, vuoi giustizia, vuoi punirci per tutto quello che ti abbiamo fatto. Non hai intenzione di chiudere questa connessione.

Ma noi non resteremo nei paraggi. Ti scarteremo mentre ci ritiriamo, così potremo recuperare le forze, rifornirci e, quando sarà il momento giusto, colpirti di nuovo.

Quando avrai abbassato la guardia.

 

Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR