CONNESSO MA SCOLLEGATO

Le persone che mi conoscono e che interagiscono con me spesso sottolineano che sembro sempre in armonia con le persone e il mio ambiente. Dicono che so molto riguardo a certe cose, che ho chiaramente sperimentato tanto e conservato i benefici di questa esperienza. La mia consapevolezza nelle questioni è alta e spesso parlano di quanto io sia abile a connettermi a qualcosa e capirlo all’istante, a sapere come funziona e cosa fare. Che sia un meeting, una discussione o un evento, io mi adatto sempre. Non sono in disaccordo con ciò che dicono.

Immagina di essere una fan sfegatata del Football (calcio per i cugini di oltreoceano). Ti sento analizzare una partita imminente e discutere l’impatto di un nuovo attaccante che è costato molto. Presto accuratamente attenzione mentre spieghi dettagliatamente che il difensore centrale è debole nei passaggi corti nell’area di rigore. Vedo i tuoi occhi spalancati e accesi dall’interesse mentre dibatti questi problemi con gli altri amici fan. Prendo nota attentamente di ciò che è stato detto da te e dagli altri e lo immagazzino per poi rigurgitarlo più tardi a qualcuno che è interessato al calcio allo stesso modo, facendolo passare per una mia conoscenza e per mie osservazioni. Lo faccio con convinzione in modo che nessuno riconosca che questi commenti non mi appartengono. Ho passato la mattinata prima della partita dove dovevamo andare a leggere la sezione sportiva di due quotidiani prestigiosi e anche la pagina della partita nel sito web del canale sportivo satellitare, insieme ad altri spizzichi e bocconi presi girando su internet per assemblare le conoscenze per questo, la nostra partita insieme. So dai tuoi post sui social media che sei una fan appassionata di questa squadra e dato che ti ho presa come bersaglio, ho finto di esserlo anch’io. Ho fatto in modo di ricordare i trofei chiave, le squadre che hanno vinto ed eventi recenti dal sito della squadra così da poterti dimostrare che sono un fan convinto pure io. Nel corso delle discussioni tra te e i tuoi amici, anche loro fan accaniti, ho tirato fuori un pezzo memorizzato da un giornalista sportivo, l’ho revisionato e per dare un’aura di autenticità ho spiegato come il capitano, anzi, il nostro capitano, avesse bisogno di un centrocampista al suo fianco per permettergli di avanzare e fare dei tiri chiave verso l’uomo smarcato davanti a lui. Tu sei d’accordo e annuisci mostrando ammirazione per la mia conoscenza nonostante sia stata acquisita altrove. Sento fluire il carburante.

Partecipo al match con te e vedo quanto sei eccitata dall’occasione. Parli velocemente mentre parli della formazione scelta dall’allenatore. L’odore di birra, hot dog e torte si mischiano insieme nell’atrio accrescendo l’atmosfera di festa mentre gli inni dei fans della squadra ospite risuonano lontani da dentro lo stadio. Un evento come questo assale i sensi. La pressione della folla che si dirige all’interno sembra darti energia e il tuo passo accelera, di conseguenza devo velocizzarmi per assicurarmi di non essere lasciato indietro. Una volta che siamo seduti al nostro posto il tuo viso mostra quanto attendi con ansia il gioco, i canti e le urla sono già forti, rimbalzano attraverso lo stadio e competono con la prestazione del cronista sportivo. Tutto intorno a me posso vedere un’ansia anticipatoria, un entusiasmo ottimista e una sicurezza ben fondata. Ascolto gli inni in modo da imparare le parole e così prendervi parte. Ti guardo mentre ti allunghi in avanti, gli occhi fissi verso la partita che si sta svolgendo, i pugni serrati e ripetendo esternazioni ad alta voce ad esortare la tua squadra. Io mimo le tue esortazioni e il linguaggio del corpo, propendere nella direzione del lancio e poi saltare mentre la tua squadra, ora nostra squadra, fa un punto. Tu mi abbracci e io ricambio l’abbraccio, saltando su e giù in una copia esatta del piacere che scorre attraverso il pubblico. Gli inni di scherno vengono rivolti verso la curva opposta e immediatamente mi unisco anche io, gesticolando verso le facce sconfortate nel settore vicino. Un secondo goal viene segnato, questa volta a giudicare dai pianti di gioia e l’insieme di profanità e blasfemia si tratta chiaramente di un goal di una certa qualità ed importanza.

“Questo ci mette in cima al campionato per un goal di differenza”, spieghi come se fossi in grado di vedere che mi sto chiedendo perché ci sia stata una reazione così elevata a questo secondo goal. D’altra parte so che tu non te lo stai domandando affatto. So che tu sei elettrizzata che io stia partecipando con un tale entusiasmo alla partita, condividendo la stessa passione della tua vita. Sto prendendovi parte con il tifo, le urla, i pianti di frustrazione e disappunto, il dissenso manifesto verso l’arbitro quando prende una decisione sbagliata e garantisce che sono completamente immerso nell’esperienza. Do un’occhiata intorno guardando la passione, la speranza, la rabbia e la gioia scolpite sugli altri tifosi. Lo stadio è un calderone di rumori ed emozione. Attraverso questa esperienza sono collegato con cinquantacinquemila altre persone. Posso vedere che le emozioni sono crude e viscerali, perfino primitive.

Vedo tutto questo intorno a me benché io non ne senta nulla. Semplicemente mimo chiunque altro per integrarmi. Sono connesso all’esperienza ma non sento niente. Sono completamente distaccato da essa. Tutto questo serve al proposito di permettermi di creare e costruire ponti e legami con te. Posso vedere come tutto questo ti colpisce, è chiarissimo. Sono qui e nello stesso tempo non lo sono. Sono connesso ma scollegato. È così che ci si sente, o meglio, è così che non ci si sente.

Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR