COMANDARE ATTENZIONE

Non solo amo le attenzioni, ne ho bisogno per sopravvivere. Ciò che devi capire è che qualcuno con i miei talenti ha bisogno che le sue qualità vengano riconosciute da tutti e che questo sia fondato su basi ripetute e regolari. Non è abbastanza per me sapere quanto sono speciale. Non c’è nessun guadagno dal mio genio se ad ammirarlo sono solamente io stesso. È controproducente. Forse non sei abituata all’adulazione ma una volta che l’hai assaggiata ne hai bisogno ancora e ancora e ancora. Chiedi a chiunque sia stato illuminato dall’inebriante luce della fama. Da dipendenza. Tu sai che è vero anche solo dal numero di visualizzazioni di un tuo video su Facebook o l’aver ottenuto un ruolo da protagonista nella produzione del teatro amatoriale locale. Ecco perché così tante star, molte del passato, si lanciano in un ritorno sulle scene o scrivono un altro libro. Gli U2 o i Rolling Stones hanno forse bisogno di altri soldi? Naturalmente no, ma sono attaccati all’ammirazione di milioni di persone attraverso la loro presenza ai concerti, le continue visualizzazioni su Youtube e le lodi delle numerose recensioni che vengono scritte su di loro. Perché stelle in declino fanno la loro apparizione nelle versioni celebri dei reality show? Semplice. Rivogliono ancora l’ammirazione del loro pubblico. Non possono sopravvivere senza. Queste star e celebrità sono narcisisti? Più che probabile. Come ho spiegato nel post In Cima per scalare la cima dell’eccellenza hai bisogno della determinazione e della guida offerta da me e dalla mia tipologia. Noi canalizziamo le nostre energie nel guadagnare riconoscimento e la paga è la fornitura di ammirazione. È corretto ed equo.

Naturalmente la nostra domanda di attenzione è così tanta che dobbiamo averla in ogni momento. Non possiamo permettere che chiunque altro ne abbia una parte. Tu potresti pensare che se ricevessimo una dose enorme di lodi e riconoscimento saremmo disposti a consentire a qualcuno di dare un’occhiata, anche solo per un breve momento. Impossibile. Non possiamo fare a meno di pianificare il modo per riprendere possesso dell’attenzione. Questo sarà fatto svalutandoti o facendo qualcosa di scandalosamente bizzarro in modo che gli occhi tornino su di noi, via da te. Il nostro comportamento a questo proposito è audace e sfacciato. Faremo qualunque cosa per assicurarci nuovamente l’attenzione. Sì, sappiamo che a volte la nostra condotta è completamente assurda. Per esempio al nostro compleanno gioiremo del fatto che tu ci festeggi con dei regali al mattino e godremo del fatto che tutti ne consegnino altri augurandoci il meglio per tutto il giorno. Ci crogioleremo nell’attenzione di cui ci investi scegliendo esattamente l’ultimo modello di tecnologia che desideravamo. Al pomeriggio, quando l’attenzione sta svanendo, vogliamo alimentarla ancora e criticheremo il regalo che hai scelto, trovando qualche aspetto minore di cui lamentarci, nell’aspettativa (non speranza) che tu torni ad avere attenzione verso di noi. Tu forse lo farai per placare la nostra irritazione o arriverai perfino a comprarci qualcos’altro. Noi sappiamo che lo farai, perché ti abbiamo condizionato a reagire in questo modo per servire la nostra irragionevole richiesta di attenzione. È il tuo ruolo quello di mantenere il riflettore splendente su di noi e assicurarti che la lampadina non si bruci mai o che ci sia un taglio all’elettricità. È un lavoro estenuante ma ne abbiamo bisogno per sopravvivere e tu non vorrai certo che scompariamo, dico bene. Non se sai cosa è bene per te, non lo vorrai.

Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR