COLORARE IL MIO PENSIERO

Uno dei miei dottori, lo chiamo Dottor E. (per comodità) mi ha chiesto qual è il mio colore preferito. Ero illuminato dall’illuminarlo riguardo a questo. Gli ho spiegato che non è il rosso; troppe persone amano il rosso e io non sono troppe persone. Sono molto lontano dall’essere questo. Ho proseguito spiegandogli che il rosa, essendo una tinta legata al rosso, è altrettanto inadatta. Il Dr. E non era consapevole del fatto che il rosso fosse l’unico colore che ha un nome per ogni sfumatura.
Credo che il Dr. E non sappia tanto quanto dovrebbe. Ho scartato il giallo perché è il colore della fragilità emotiva e non ho una sfumatura gialla. l’Arancione è per i bambini. Marrone. Uh, il marrone è l’oppressivo, grezzo colore del proletariato. La mia carnagione diventa sbattuta al solo pensiero di quel colore. Il Viola è il colore preferito della mia ex moglie, quindi è da scartare. Anche il Verde per la stessa ragione. l’Argento è il colore del secondo classificato e quindi non è applicabile a me.
A questo punto mi ha interrotto e mi ha detto che mi aveva chiesto del mio colore preferito, non la ragione per cui non amo certi colori. A questo commento idiota ho considerato di lasciar perdere. Stavo spiegando tutto questo per aiutarlo a comprendere la mia scelta. Ho velocizzato. Gli ho spiegato che il Nero è accettabile perché assorbe gli altri colori. il Blu è un colore che approvo, specialmente l’azzurro che è nobile e regale. D’altra parte è il Bianco il mio preferito. Mi ha chiesto perché. Gli ho spiegato che il bianco è totalmente riflettente.

Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR