Il cibo è un’arma. È una risorsa che viene prontamente utilizzata nell’ulteriore ricerca di manipolazione. Il cibo fornisce un mezzo per affermare il mio dominio su di te. Il cibo mi permette di esercitare il controllo. Il cibo mi permette di sottolineare la tua inferiorità. Vi sono diversi modi per farlo.
Molte persone sono consapevoli del loro peso. Le persone sovrappeso sanno che dovrebbero perdere peso e non apprezzeranno il fatto che le loro abitudini alimentari vengano esaminate. Commenti su quanto sta mangiando questa persona, fatti ripetutamente presto iniziano a colpire nel segno. Potrebbero non fare nulla per il loro peso, che con ogni probabilità non è poi così male, ma possono avere alcune pieghe sulla pancia o l’archetipica paranoia delle dimensioni del loro fondoschiena. I commenti si convertono nel negar loro il loro cibo preferito, proibire un particolare take-away e porre il veto sul cenare in alcuni ristoranti. Il bello di far questo è che naturalmente lo sto facendo per il tuo bene. Vedi quanto sono bravo? Mi preoccupo per la tua salute, quindi ti dirò cosa puoi e cosa non puoi mangiare. Ho intenzione di stabilire quando mangiare. Ovviamente ti scoprirò a infrangere queste regole perché ti manca la forza di volontà e quando succederà ti castigherò ancora di più. Ti dirò quanto mi hai deluso nonostante i miei migliori sforzi. Dirò agli altri che ho cercato di aiutarti ma tu semplicemente non ascolterai. Ciò si rivela un’ottima premessa per affermare che hai il tipico atteggiamento cocciuto, che significa che non ascolti. Potrebbe anche essere vero, pur se esagerato, quando si tratta dei miei insegnamenti su un’alimentazione sana e non mi ci vuole molto tempo prima che lo abbia esteso ad altre cose dove presumibilmente non mi ascolti. Trasformerò il tuo occasionale mangiar troppo non solo in un bastone con cui picchiarti per le tue abitudini alimentari, ma lo userò per creare un’immagine di te con altre persone da poter poi sfruttare.
Un altro sistema per me è essere territoriale nei confronti del cibo. Ho messo in atto questa tecnica in diverse occasioni. Io ho la mia pagnotta. Nessun altro deve toccarla. Non è certo qualcosa per un’occasione speciale, vero? Una pagnotta? Non è come se avessi comprato delle torte per qualche anniversario o per una festa che non dovrebbero essere mangiate prima del tempo, vero? La natura ordinaria del prodotto alimentare gioca comunque a mio favore. Se ne prendi una fetta, credimi, ho un ricordo di quanta pagnotta è rimasta, di quanto della mia bottiglia di soda è rimasto, quanti dolci sono rimasti nel pacchetto. Lo so e anche se non lo sapessi, me lo inventerei per fornire a me stesso i mezzi per attaccarti. Renderò ampiamente chiaro che l’oggetto pertinente è mio e che non deve essere toccato. Quando decido che ho bisogno di usarlo come arma, ti faccio notare che l’hai preso. Tu cadrai nella mia trappola e dirai qualcosa del tipo: –
“No, non ne ho mangiato per niente, di cosa stai parlando?”
(Quindi mi stai chiamando bugiardo, giusto?)
“Calmati, è solo un pezzetto di pane”.
(Oh, sto reagendo in modo eccessivo, vero? Mi scusi per aver sottolineato che sei in colpa).
“Non è un dramma”.
(Stai definendo banale qualcosa di importante per me. Beh, se questo è ciò che pensi non devi pensare che sia molto importante neppure io, vero?)
“Va bene, te ne prenderò ancora”.
(Non è questo il punto. Non hai rispettato i miei limiti. Non hai rispettato le mie istruzioni. Pensi chiaramente poco a me).
“Come sei, arrabbiarti per un po’ di dolci?”
(Non inventarti questo sulla mia reazione. Sei in colpa qui).
Tutti modi classici di manipolarti tra cui alcune proiezioni standard. Questo ci fornirà un trampolino di lancio per iniziare una predica, chiederti di fare qualcosa e di farlo bene, fornire a noi stessi le basi per lamentarci di te con altre persone e gridarti. Abbiamo una giusta indignazione per il tuo comportamento e il cibo ne è la fonte.
Un altro metodo è quello di tenere il cibo sotto chiave e trattarti come un bambino per quanto riguarda il problema del cibo. Questo è di solito utilizzato al meglio quando si ha a che fare con qualcuno che ha già subito un sostenuto periodo di svalutazione. La sua capacità di pensare in modo corretto, di farsi rispettare e di sfida sarà già stata considerevolmente compromessa. Questo eccessivo controllo si manifesterà mentre contiamo il numero di cornflakes che ti lasceremo mangiare mentre ti siedi in silenzio al bar per la colazione. È tagliare la tua porzione di carne fino a lasciarne un quadratino mentre tu ci osservi decidere cosa dovresti mangiare. Riempiremo il bicchiere solo a metà con quello che stai bevendo. Ti assegneremo una quantità prestabilita di patatine (chipster) da mangiare e se ci accorgiamo che trasgredisci a queste assegnazioni, ci andremo giù duramente e ridurremo le assegnazioni future. Il cibo è chiuso a chiave e ti viene essenzialmente razionato. Funziona meglio con qualcuno che ha un vero problema con il cibo e spesso è una cosa che funziona in modo molto efficace con gli individui con disturbo borderline che tendono ad avere “problemi alimentari”. Esercitare un livello di controllo così elevato ci consente di provocare inizialmente una reazione in modo da raccogliere carburante. Quindi ci consente di testare i limiti della tua obbedienza in modo da poter accertare quali altre macchinazioni possono essere messe in atto contro di te.
Facciamo del cibo un’arma. Diventa la nostra risorsa, il nostro mezzo per controllarti. Lo usiamo per rimproverarti, insultandoti relativamente al peso quando sappiamo che sei un po’ sovrappeso o che sei sensibile al tuo aspetto. Sottolineeremo come è necessario ridurre ciò che stai mangiando perché le tue cosce si sono ingrossate, faremo rumori col palato quando vedremo che ti getti su qualcosa di gustoso ma proibito per aumentare il tuo senso di colpa e provocare una reazione. Vorremo il tuo cibo. Ti accuseremo di aver preso il nostro cibo. Useremo la questione dei pasti come un modo per arrivare a te. Cucineremo un pasto esagerato e insisteremo sul fatto che mangi tutto dal tuo piatto e, in caso contrario, lo considereremo come una critica delle nostre abilità culinarie al fine di provocare una discussione e una reazione da parte tua. È solo un altro prodotto che, una volta nelle nostre mani, troveremo un modo di farlo funzionare a nostro vantaggio per sfruttarti. Se dovessi mai ammettere davanti a noi, e di solito lo fai, di avere delle preoccupazioni riguardo a ciò che mangi, al tuo aspetto, a quanto pesi, che hai un’intolleranza o allergie, coglieremo quest’occasione per sfruttarla a nostro vantaggio. Ora, cosa c’è per cena?
Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR