CI VEDIAMO IN TRIBUNALE

Una mia ex ragazza, Elizabeth, aveva preso follemente il via ad istigare azioni legali contro di me. In questo contenzioso vessatorio è stato deciso che le dovevo una somma di denaro. Non vi annoierò con la complessità della disputa, ma aveva a che fare con un investimento che lei aveva fatto. L’investimento non aveva funzionato ed essendo il tipo di persona che non può accettare di sbagliare, Elizabeth mi aveva chiesto un risarcimento.

Iniziò con un paio di telefonate. Ci eravamo lasciati, ma mi aveva fatto piacere notare che aveva conservato il mio numero di cellulare (ovviamente avevo assicurato di aver tenuto il suo) e mi aveva telefonato chiedendo il pagamento della somma di investimento. Inizialmente decisi che avrei accettato e spiegai che avrei esaminato la cosa per vedere il da farsi. Naturalmente non c’era nessuna possibilità che lei potesse recuperare quei soldi. Non concedo rimborsi ed inoltre è stata la sua stessa idiozia che ha provocato la sua perdita, avrebbe dovuto prendere un’adeguata precauzione in anticipo e se lei non l’ha fatto, allora affari suoi. Mi è piaciuto ricevere i messaggi e le chiamate di lei che chiedeva quando poteva avere i soldi. L’ho tradita usando il mio fascino e i ben congegnati poteri di temporeggiamento. La sua natura esigente mi ha procurato delizioso carburante.

Le chiamate finirono e poi lei scrisse un paio di lettere. Erano piuttosto ben scritte, forse eloquenti, anche se fuori luogo sia di fatto che di diritto. Ho risposto a queste, dopotutto, sarebbe stato maleducato non farlo, ma ora ho respinto le sue affermazioni fuori controllo. Ho esercitato il mio potere del no e non ho avuto bisogno di spiegarmi. Non sono responsabile nei suoi confronti. Non sono responsabile verso nessuno.

Nella lettera successiva ha minacciato di coinvolgere la polizia e ho ci ho riso. Sapevo che non l’avrei trovata da nessuna parte e ho risposto in questi termini. Ho fatto notare come un’azione del genere sarebbe completamente maldestra e se avesse sollevato un reclamo lei si sarebbe trovata alla fine a ricevere un contenzioso da parte mia. Lei saggiamente ha ascoltato quegli avvertimenti.

Ha comunque mantenuto la sua richiesta in ambito civile e ha incaricato una ditta di avvocati di recuperare i soldi che lei sostiene gli siano dovuti. Ho ignorato queste lettere. Stavo iniziando ad annoiarmi di queste richieste e inoltre avevo altre risorse di cui occuparmi. Pensavo che avrebbe ricevuto il messaggio e cessato la sua faticosa ricerca, invece ha promosso un’azione legale contro di me. Per essere certa che li ricevessi, ha scelto di dare l’incarico a un messo notificatore per effettuare personalmente la consegna dei documenti del tribunale piuttosto che spedirli per posta come nessuno farebbe normalmente. Mi sono intrattenuto da evitare questo messo. Avrei accettato quindi la notifica di presentarmi nel giorno e nel luogo prestabiliti, ma poi non mi sarei presentato. Ciò avrebbe significato maggiori costi e più frustrazione per lei.

La mia sottrazione ai suoi tentativi di consegna le fece assicurare un ordine per un servizio sostitutivo e una sera i documenti e l’ordine allegato perché questo metodo di servizio fosse efficace furono messi nella cassetta delle lettere attraverso il mio cancello. Ho letto tramite i giornali e ho sghignazzato alle accuse. Mentre ero tentato di gestire la disputa da solo, decisi che avrei istruito i miei avvocati e scelto espressamente un abito costoso, di gran lunga a quello riciclato noleggiato da Elizabeth. Ho avuto il mio primo incontro con un socio dello studio (non mi sono impegnato con qualche avvocato junior, volevo che il capo del contenzioso commerciale in questa società municipale agisse per me) e ho dato le mie istruzioni.

“So tutto su rischi, costi e così via, quindi risparmia il fiato. Devi difendere questa affermazione, controquerelare lei e poi indugiare e tergiversare in ogni fase del percorso. Cercare proroghe, ritardare deliberatamente la risposta alle lettere, inviare materiale incompleto e cercare di ostacolare il processo. Non spingerti fino al punto di incorrere in un provvedimento di spesa intermedia contro di me, che le farà pensare di aver incontrato una misura di successo e che è inaccettabile. Non mi preoccupo della tua parcella, posso facilmente permettermela, ma voglio che le arrivi da pagare un grosso conto, così si arrende. Capito?”

Il collega sorrise con il sorriso freddo di uno squalo della legge e annuì. Era l’uomo adatto per me.

Successivamente i miei avvocati hanno tardato a riconoscere la richiesta fino all’ultimo momento. Hanno cercato una proroga per la difesa e un controricorso dopo l’altro. Quando Elizabeth ha rifiutato la terza richiesta, i miei avvocati hanno fatto domanda al tribunale e l’hanno ottenuta. Ha cercato una proroga quando ha presentato la sua difesa al mio controricorso. Abbiamo accettato, dal momento che ciò aveva rallentato la questione. I miei avvocati hanno inoltrato richieste di ulteriori informazioni sul suo caso e su altro ancora. Abbiamo rallentato la dichiarazione, rilasciato la nostra in modo frammentario e ci siamo concentrati sulle sue liste di divulgazione e cercato documenti aggiuntivi e presentato ulteriori richieste a Elizabeth. Abbiamo cercato documentazione da terze parti e presentato richieste contro quelle parti al fine di ritardare la fornitura di prove testimoniali. Stranamente, molti dei testimoni su cui intendeva fare affidamento lei divennero non collaborativi e le minacce di convocazione nei loro conforonti ebbero come unico effetto di indurli a puntare i piedi.

A fronte di tutto questo abbiamo suggerito la mediazione e poi cambiato idea e poi cambiato di nuovo idea. Ciò ha causato un’ interruzione della causa. Non avremmo accettato i mediatori da loro suggeriti e continuammo a cambiare quelli scelti da noi, alla fine decidemmo che un tribunale doveva prendere quella decisione. Più costi e ritardi. Abbiamo tagliato e cambiato le nostre date di disponibilità, infine abbiamo concordato una data che abbiamo poi modificato all’ultimo minuto a causa di circostanze impreviste. Poi il mediatore non si rese disponibile (era un contabile che si era trovato improvvisamente istruito su un argomento diverso – mi chiedo di che argomento si occupava?). Ne dovevo nominare uno nuovo, così passammo ancora una volta alla trafila di tutto questo. I costi ogni volta aumentati erano di scarsa importanza per me, ma presto superarono quello che Elizabeth stava reclamando.

La mediazione è stata inutile. Ho passato la maggior parte del mio tempo ad impegnarmi con l’attraente apprendista tirocinante dello studio ingaggiato da Elizabeth e a ricavarne qualcosa di piacevole, anche se da lei inaspettato. Non ci saremmo mai accontentati e abbiamo fatto richieste oltraggiose per l’intera durata.

Il contenzioso riprese mentre ci muovevamo con la preparazione di relazioni contabili forensi e deponevamo dichiarazioni di testimonianze. Poi dall’opposizione c’è stato silenzio. Erano trascorsi tre anni dall’avvio del procedimento. I suoi avvocati hanno rinunciato a rappresentarla e nessuno li ha sostituiti. Ora si rappresentava da sola. I suoi fondi erano esauriti e nessuno era disposto ad agire su base condizionale.

A poco a poco le sue richieste si sono abbassate, abbassate e abbassate fino a quando di recente, lei ha suggerito di adottare una strategia a mani basse, cioè lei sostiene le sue spese e io sostengo le mie e basta. Dopo aver ritardato nella risposta, ho deciso che tutto ciò era del tutto accettabile, dopotutto c’era un grosso rischio che se questo fosse finito in giudizio avrei perso e mi sarebbe stata addebitata la sua causa, interessi e costi. Questo non mi dava fastidio, era il fatto di aver perso con lei ciò che me ne dava. Ho incaricato i miei avvocati di accettare la sua proposta, redigere l’ordine di consenso in questione e farlo firmare e poi le ho inviato un appunto.

“Cara Elizabeth,

Ricordo l’ultima volta che abbiamo parlato al telefono, hai chiesto soldi per il tuo investimento idiota e hai dichiarato che mi avresti “visto in tribunale”. Non hai mai avuto la possibilità di farmi entrare in una stanza del tribunale per il processo di questo caso. Io vinco sempre.

Saluti

HG”

Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR