Ricordo che quando ero più giovane mi innamoravo molto velocemente degli oggetti del mio desiderio. Per me non era una cosa inappropriata. Trovavo qualcuno che aveva così tante doti che ammiravo e amavo che era totalmente concepibile che avrei perso la testa per lei. Le persone spesso parlano di amore a prima vista. Credevo molto in questa frase dato che mi accadeva ancora e ancora. Non potevo farci nulla. Non sarebbe mai durata e presto mi ritrovavo innamorato di qualcun altra. Loro comparivano e istantaneamente le volevo. Ero invaghito nell’idea di farle mie. Volevo compiacerle così mi avrebbero riamato nello stesso modo intenso in cui amavo loro. Avrei detto loro le cose più meravigliose e mi avrebbero ringraziato e risposto quanto talentuoso fossi ad aver scritto poesie per loro o per il modo con cui avevo trasmesso cosa sentivo per loro.
Adoravo sentire questi complimenti. Stavo seduto a pensare a nuovi modi in cui avrei potuto fare in modo che questo nuovo amore avesse un’alta stima di me. Architettavo nuovi modi per impressionarle. Regolarmente inventavo storie riguardo alle cose che avevo fatto in modo da produrre occhiate ammirate e poi bearmi delle cose meravigliose che mi avrebbero detto.
Dopo un po’ ho scoperto che non facevano complimenti così spesso. Diventava sempre più difficile pensare a nuove cose da dire e fare per attirare questa reazione da parte loro. Lo trovavo spiacevole. Sicuramente sapevano e riconoscevano il mio talento e genio, so che era così perché lo sottolineavano, ma perché non continuavano a farlo? Perché qualche volta diventavo perfino stanco di sentir loro dire le stesse cose verso di me? Non appena scoprivo che l’effetto era minore sparivo per dare la caccia a qualcuno di nuovo. Era piuttosto facile. Negli ultimi anni di liceo e poi all’università ero immerso in una piscina prima di centinaia e poi di migliaia ragazze attraenti ed intelligenti. Dovevo solo posizionare la mia rete nell’acqua e in un momento avrei catturato qualcuno da cui poi ottenere quei complimenti e quell’ammirazione di cui avevo bisogno. Ho scoperto che c’erano conseguenze su di me se avevo più di una fidanzata allo stesso tempo. Ci sono stati un paio di momenti rischiosi e qualche volta venivo sottoposto ad interrogatori lacrimevoli quando diventavano sospettose per la mia evasività o qualche altro atteggiamento. Non sentivo vergogna o senso di colpa nel farlo. Volevo l’attenzione di due ragazze (qualche volta di più). In realtà durante certe serate all’università facevo mia la missione di vedere quante potevo “rimorchiarne”e poi mi crogiolavo nel calore della loro ammirazione. Quando l’inquisizione lacrimevole aveva luogo realizzavo di non essere assolutamente preoccupato della loro sofferenza. Semplicemente non mi importava. Anzi, mi sono accorto che mi divertiva il fatto che fossero tutte agitate per me. Trovavo il fatto che le avevo fatte reagire in quel modo alquanto edificante. Andavo avanti nel mio proposito di far arrabbiare una ragazza mentre adoravo l’altra. Qualche volta mi chiedevo se fosse normale. Un paio di miei amici avevano fidanzate fisse e quando parlavamo mi assicuravano di essere sempre stati fedeli. Non gli credevo. Di sicuro facevano come me? Era parte dell’essere giovane e fare esperienza no? Provare nuove partner per vedere con quale si sta meglio. Semplicemente non avevo ancora trovato “quella giusta”. Spesso credevo di averla trovata quando mi appariva una nuova possibilità e mi ritrovavo attirato da essa dalla forza più potente. Avevo bisogno di assicurarmi che sentissero la stessa cosa. Dovevo fare in modo che anche loro mi volessero. Ho scoperto di essere davvero abile nel farlo, il mio magnetismo e fascino naturale mi permetteva di sedurle con facilità.
Più donne conquistavo e più forte mi sentivo. Ero un dominatore. Vedevo qualcuna, sentivo una connessione istantanea e la seguivo. Non mi importava se stavo già frequentando qualcuno, questa nuova persona era di sicuro una scelta migliore per me, altrimenti perché ci terrei così tanto? Semplicemente accadeva che ogni volta era disponibile qualcuna migliore e le andavo dietro. Era perché la mia fidanzata era inferiore o perché ero arrivato a provare noia di lei? Forse un po’ di entrambe le cose. In ogni caso non ci pensavo troppo, sarebbe stato troppo faticoso. Troppe donne da portare nella mia vita, troppa ammirazione e lodi da estrarre da loro e il bisogno, sempre il bisogno di umiliarle, per mostrare loro chi stava al comando e farle piangere mentre le castigavo per la più piccola delle trasgressioni. Non importava quanto le punissi loro volevano sempre stare con me. Mi è sempre stato detto di essere speciale e questo me lo confermava. Se non fossi fantastico perché mai qualcuno che è stato appena chiamato con ogni insulto esistente vorrebbe ancora rimanere con me ed essere la mia fidanzata? Devono sapere che c’è davvero del buono qui.
Attraverso i primi anni del college e dell’università mi muovevo a destra e a manca mentre collezionavo conquista dopo conquista. Era intossicante. Ero dipendente dal dare la caccia a queste donne, attirarle nel mio mondo e poi vedere quanto sarebbero rimaste in giro prima che mi stancassi di loro e iniziassi a eliminarle. Tenevo una lista dei nomi e della durata, compilando questa classifica e vedendo che la lista diventava sempre più lunga mi sentivo potente.
Ovviamente a quel tempo non ero consapevole di cosa stesse realmente succedendo. Per me questo era tutto ciò che importava. Questo era tutto ciò in cui consisteva la vita. L’edonismo e l’ammirazione che ne venivano. Lo adoravo. Questo è stato l’inizio della mia permanente attrazione per il carburante.
Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR