«Al contrario», continuò PancoPinco. «Se così fosse, potrebbe essere; e se dovesse essere, sarebbe; ma dato che non è, non è. Questa è logica».
Ha perfettamente senso per me, ma immagino che non ne abbia per te. Benvenuta nella logica del mio mondo. Quell’inclinazione che mostriamo io e la mia specie nel dirti che il nero è bianco e quando alla fine sarai d’accordo (e lo sarai non importa quanto ridicolo possa sembrare), nel dirti che è stato nero da sempre. O arancione. O azzurro.
La nostra abilità di andare in senso contrario può essere annoverata tra le tecniche manipolative più confondenti, irritanti ed esaurenti che possediamo. Beh, giudicando dalle tue reazioni quando la tiriamo fuori. In tutta onestà, viene usata così spesso che potrebbe essere un’impostazione di default. Non importa cosa dici, noi adotteremo automaticamente una posizione contraria, perfino se questa posizione opposta ti risultasse indifendibile e fosse uno schiaffo in faccia alla logica. Troveremo sempre un modo per sminuire, negare, sviare ciò che ci stai dicendo, in modo particolare se stai provando a metterci in cattiva luce, dimostrare che siamo in errore o ci stai sfidando in qualche modo. Non possiamo sopportare che accadano queste cose. Abbiamo un certo numero di frasi standard che utilizziamo in linea con questa abilità.
«Perché devi sempre essere così esagerata?»
«No, non l’ho mai fatto».
«Stai reagendo in modo eccessivo. Ancora».
«Ti accorgerai di essere stata permalosa, non l’ho detto nel senso in cui tu l’hai interpretato».
«La prendi sempre nel modo sbagliato».
«Non ho detto questo».
«La memoria ti gioca dei brutti scherzi».
«Sono invenzioni tue/sue/del mondo».
«Se dici così devi aver capito male».
«Non l’ho mai fatto».
«Devi sempre fare qualche scenata, non è vero?».
Alcune di queste ti suonano familiari? La nostra capacità di avere davanti le prove di qualcosa e poi l’attimo dopo negare l’esistenza di quelle prove è sconcertante. Rifiuteremo ciò che stai dicendo, negheremo di aver mai detto qualcosa (perfino se in realtà l’abbiamo detta dieci minuti fa) e rigireremo la nostra posizione così tante volte che sembra che ci trasformiamo in un cavatappi.
Perché facciamo questo? È utile a tre scopi. Il primo è perché noi non abbiamo mai torto, quindi non ci deve essere mai dimostrato che abbiamo torto. Tu sembri essere particolarmente affascinata dal provare a dimostrarci che sbagliamo in ciò che diciamo o facciamo. Questo non ha senso. Noi non possiamo sbagliare e devi accettarlo. Contraddire ci permette di accertare che noi abbiamo sempre ragione e che tu hai sempre torto. È del tutto logico per noi. Se per te non lo è allora è un problema tuo. Hai voluto venire nel nostro mondo, quindi ora devi accettarne le regole. Non provare a discutere dicendo che non sei d’accordo. Quando tu hai abbracciato la nostra illusione hai acconsentito a questo stato di cose. Non provare a negare che sia così, in caso contrario ti offriremo semplicemente qualche altra obiezione.
La seconda ragione per cui lo facciamo è che ti dobbiamo tenere in uno stato di confusione. Questo significa che essendo tu una creatura di logica e ordine, proverai a dare un senso al nostro andare al contrario, il che serve unicamente a confonderti la testa. D’altra parte, non puoi fare a meno di farci vedere che sbagliamo. Non sopporti che non siamo in grado di vedere la puntualizzazione che stai facendo. È proprio questo il punto. Tu ora sei soggetta alle nostre regole e la logica, la ragione e il senso hanno lasciato questa città da molte lune ormai. Questa confusione ti lascia suscettibile ad altre manipolazioni, esaurisce la tua resistenza e ti rende più difficile sfuggire alla nostra presa.
La terza ragione è nelle profondità della nostra linfa vitale, sì il carburante. La tua evidente frustrazione, le imprecazioni e la disperazione mentre provi a farci vedere che sbagliamo ci procura deliziosi fiotti di carburante. Ti strappi i capelli, lo ripeti a te stessa, alzi la voce e crolli singhiozzando in preda alla frustrazione. Per noi è tutto buon carburante. Non importa se tu argomenti il punto con la precisione forense del miglior avvocato penalista, rigireremo le parole in modo da ottenere ciò che vogliamo noi e non quello che vuoi tu. Seguendo ciò che dice lo scrittore fantastico Lewis Carroll, vi lascio con le parole di Humpty Dumpty, che era chiaramente un pioniere della nostra specie.
«Quando uso una parola significa solo ciò che io decido che significhi».
Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR