A DISPOSIZIONE

Il concetto che qualcosa sia proibito non significa niente per me. Io sono autorizzato a prendere ciò che voglio. Quella promozione in ufficio? Il mio nome è già sulla porta. Non me l’assicurerò con il duro lavoro. Oh no. Prenderò il riconoscimento con gli sforzi degli altri. Mi imbarcherò in una rigorosa campagna per far deragliare i tuoi tentativi di assicurarti l’avanzamento di carriera. Compri una nuova macchina che considero superiore della mia. Non va così bene con le gomme a terra, non credi?
O come va quando la polizia ti ferma stranamente per sospetta guida da ubriaco? Tutto è un legittimo obiettivo per me. Tutto è in gioco.

Mi impegno in ripetuti temerari comportamenti per avere ciò che voglio. Non mi importa in quale giardino devo parcheggiare il mio blindato, vado dove voglio. Non rispetterò i tuoi limiti perché semplicemente non li vedo. Quello che amo di più fare è prendermi qualcosa di prezioso che ti appartiene. Al più basso livello della scala prenderò semplicemente possesso di qualcosa che conta per te o lo romperò. Naturalmente darò la colpa a qualcun altro, di solito te. Il livello di ferita aumenta. Mi aprirò la strada attraverso il tuo gruppo di amici e siccome mi ameranno più di quanto amano te agirò attraverso una combinazione di un’offensiva fascinosa (che si chiama love bombe) e un’accuratamente orchestrata campagna diffamatoria (non immagini cosa dicono di te) con il fine ultimo di essere eliminata dal gruppo. Alla fine me ne andrò via dal gruppo perché non sono realmente interessato a loro, volevo solo arrivare a te.
Alla cima dell’albero c’è il frutto proibito di rubare il partner a qualcuno. Spesso queste persone sono in una dignitosa solida relazione ma dato il livello del mio charme, considerando l’attenzione che metto nel cacciare la mia preda, è solo questione di tempo prima che le porti via da voi.
Ho fatto naufragare relazioni, distrutto matrimoni. Tutto per placare la mia fame. Come sempre, dopo aver svuotato della polpa e assaporato del succo il frutto proibito, lo butterò via e lascerò una malconcia buccia svuotata muovendomi verso il prossimo frutto a portata di mano. Ora sai chi era il serpente nel giardino dell’Eden. Io.

Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR