TI VOGLIO ANCORA UNA VOLTA

«Ti voglio ancora una volta».

Questa volta prometto che sarà l’ultima volta. So che quello che ho fatto è sbagliato.

Sono stato uno stupido e pensavo di aver imparato la lezione. Vedi, ho sempre avuto fretta di arrivare ovunque vado. A volte non ne sono del tutto sicuro, ma so che è in salita, verso la cima. Credo di essere così concentrato su questo, che mi dimentico delle cose che contano veramente. Sì, suppongo di averti dato per scontato. Non è stato sempre così comunque vero? Ti ho dato tutto all’inizio perché era ciò che volevo fare. Volevo compiacerti e renderti la persona più felice del mondo. Ho fatto anche quello vero?

Poi mi sono perso. Penso che forse tu non sei stato d’aiuto, no, non ho intenzione di farlo. Non ho intenzione di incolparti per i miei difetti. L’ho fatto troppe volte. Ti ho ritenuto responsabile dei miei fallimenti, incolpandoti per non avermi aiutato quando avevo bisogno di te lì, punendoti per non aver capito, per non soddisfare le miei necessità e per non darmi ciò di cui avevo bisogno. Mi rendo conto che mi sono comportato da egoista. Ho provato a non farlo. L’ho fatto. So che può non essere sembrato così, ma ci stavo provando, solo che a volte diventa così duro, così difficile. Ma no. Non ho intenzione di incolparti. Potrei. Ci sono molte cose che potrei segnalare. Potrei insinuare che tu sai come punzecchiarmi e che hai intenzionalmente deciso di irritarmi. Potrei insinuare che pensi più ai tuoi amici e alla tua famiglia che a me e questo è il motivo per cui ho sempre provocato una scena durante le rimpatriate e ti ho impedito di vedere i tuoi amici tutte quelle le volte. Potrei dedurre che hai perso interesse per me anche se io continuavo a fare quello che facevo per noi. Potrei sollevare la questione che mi sembravi turbato, quasi come se io non fossi più bravo, anche se entrambi sappiamo che non è così, no? No, ci sono decine, se non centinaia di coltelli che potrei buttarti addosso, ognuno che cerca di ferirti con la mia colpa, ma ora non è il momento per un simile esame. Non abbiamo bisogno di tenere un post mortem su ciò che è stato detto e fatto. Capisco che non è stata colpa tua. Davvero.

Allora perché ho fatto le cose che ho fatto? Ho pensato molto a questo. Quando mi hai lasciato, sono stato capace di riflettere su quello che era successo e, ammetto che in un primo momento volevo incolparti per avermi fatto così tanto male. Ti rendi conto di quanto mi hai ferito, vero? Non potevo funzionare senza di te. Ero rimasto debole, sconvolto e danneggiato. La tua improvvisa scomparsa è stata come una ferita mortale per me, mi diceva che non ero abbastanza bravo per noi, per te. A volte vorrei che cose del genere non mi toccassero, ma poi se la pensassi così, non mi interesserebbe di noi, vero? Io ci tengo. Mi importa così tanto di te e me che voglio un’altra possibilità. Ti voglio ancora.

Voglio mostrarti quanto la vita può essere ancora meravigliosa. Sappiamo entrambi di cosa siamo capaci e ancora di più quando i nostri mondi si scontrano. Abbiamo avuto dei momenti meravigliosi. Posso dire che lo sai e spesso li ricordi. Voglio solo avere ancora questo con te e che venga fatto per noi assieme a tutte, beh le altre cose. Ora mi rendo conto di quanto fosse tossico con la gelosia e le insinuazioni, le accuse e l’invidia. In qualche modo si è infiltrata nella nostra relazione e a poco a poco ha cominciato a tingere il modo in cui ci guardavamo l’un l’altro. A volte mi sedevo, ti guardavo e me lo chiedevo:

«Come siamo arrivati ad essere così distanti?»

Non mi rendevo conto che ancora più distanza veniva posta tra noi. Non mi piace questo. Mi spaventa ad essere onesto. Il pensiero di non stare con te mi riempie di terrore e so che non merito il tuo perdono ma è quello che sto chiedendo. Per favore perdonami perché non sapevo cosa stavo facendo. Stavo agendo nel qui e ora, spinto dalla necessità di andare avanti e quando sono stato preso in quel momento ho dimenticato l’unica persona che significa tanto per me; tu. Ho bisogno che mi sia data l’opportunità di riparare ciò che tu e io abbiamo. So che ci apparteniamo. Siamo uniti inestricabilmente. Te l’ho detto dal primo giorno, è scritto nelle stelle lassù e continuo a credere che sia così. Devo avere quella possibilità di dimostrarti che io posso essere tutte le cose che tu vuoi che sia.

Ho accettato il fatto che devo cambiare. Non c’è speranza per qualcosa di diverso, vero? Devo fare questi sacrifici per dimostrarti che sono migliore di quello che ero e lo farò, ma non posso farlo da solo. Devo stare con te e solo allora avrò la forza per affrontare ciò che deve essere affrontato. Non posso farlo da solo. Me ne sono reso conto. Ho bisogno di te al mio fianco e ti prometto che ne varrà la pena. Sarà proprio come era una volta solo che questa volta sarà meglio. Ti adulerò, ti adorerò, ti proteggerò e ti amerò come nessun altro potrebbe fare. Io ti conosco meglio di chiunque altro. Ecco perché ci siamo incontrati in questo modo, siamo attratti l’un l’altro, due pezzi dell’intero che si appartengono. So che sono stato io a rovinare le cose e l’ho fatto per le mie ragioni egoistiche e deboli. Non abbiamo bisogno di tornare di nuovo lì, non c’è nulla da guadagnare nel ripassare tutto questo ancora una volta. So cosa ho fatto ed è stato sbagliato. Ecco, l’ho detto. Lascia che ci tracciamo una riga sotto. Lascia che andiamo avanti e farò qualsiasi cosa per rispettarti, supportarti e darti ciò di cui hai bisogno e che meriti. Ti amo e ti ho sempre amato. Ti amo e ti amerò sempre. Ti prego, permettimi di dimostrarti che sono l’uomo che credi che sia. Ti voglio ancora una volta, ma questa volta è l’ultima volta”.

Un’ottima resa anche se lo dico a me stesso con un’enfasi appropriata quando è necessario per trasmettere chiaramente il messaggio. Sono impressionato di averlo ricordato così facilmente. Speriamo che lei non possa ricordarlo dall’ultima volta.

Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR