OCCHI BEN CHIUSI

Mi riconoscerai mai mentre cammino verso di te, con un ghigno fissato sul mio viso, occhi pieni di amore, passione e desiderio? Noterai il modo in cui ti tengo d’occhio mentre il mio incantesimo si riversa su di te, penetrando in ogni poro e orifizio?

Prenderai in considerazione le dolci parole che fuoriescono dalla mia bocca, che ti raccontano in modo così deciso tutte le cose che vuoi sentire? Prenderai nota delle frasi che sono state riciclate ancora e ancora, e che possiedono la novità di una frase fatta? Guarderai nel profondo dei miei occhi e vedrai oltre il tuo riflesso, o rimarrai paralizzato da ciò che brilla in questi occhi scuri e opachi?

Ti chiederai come faccio a sapere così tante cose su di te, dove vivi, dove lavori, i tuoi hobby e ciò che detesti? Sentirai il brivido lungo la schiena mentre compaio senza preavviso in un luogo che frequenti o lo considererai una vibrante sensazione di eccitazione e il brivido della mia personalità seducente?

Vuoi mettere in discussione le frasi banali che formulo, come coriandoli cosparsi al vento o sorridi e annuisci e assapora il calore che sale dentro di te mentre ti dico quanto sei meraviglioso e che ci apparteniamo?

Disapproverai la mia dichiarazione d’amore entro un giorno e una notte e un giorno di incontro o accetterai e ingoierai quelle parole accuratamente elaborate senza un attimo di riflessione? Ti chiederai in che modo le mie mani e la mia bocca sono diventate così abili o ti sottometterai al loro inebriante impiego e dirai grazie senza fiato per il fatto che sono state poste su di te?

Vorrai sapere com’è che questa luce dorata continua a brillare e ti chiederai perché sei stato scelto sopra tutti gli altri? Vedrai attraverso l’apparenza di odio feroce per coloro che ti hanno preceduto o diventerai co-cospiratore e li disprezzerai, disgustato dalla loro mancanza di dignità per il modo in cui si comportano?

Non ti chiederai se le loro parole suonano di verità e perché sembra come se la loro stessa essenza sia stata risucchiata, non lasciando che un guscio rotto? Ti chiederai perché i regali continuano ad arrivare? Metterai in discussione i frutti proibiti che ti sono stati messi davanti o ti abbufferai di essi, delirante di desiderio ed eccitato dall’estasi della nostra generosità?

Mi riconoscerai quando distoglierò la mia faccia da te quando proverai a baciarmi? Saprai cosa sta succedendo quando verrai lasciato in un lago di lacrime sul pavimento per la terza volta in una settimana o ti punirai te stesso per le tue mancanze? Noterai come i triangoli si intrecciano intorno a te e il tuo migliore amico diventa il tuo presunto nemico, ma come ha potuto?

Combatterai contro il controllo che viene esercitato sul tuo modo di guardare, su ciò che scegli di fare e con chi interagisci o lo accetterai e permetterai al tuo senso dell’io di svanire? Capirai cosa ti sta succedendo mentre ti trascini da solo in quel letto freddo, un tempo paradiso di congressi sessuali che ora giace come una tomba vuota? Capirai cosa sta succedendo quando trattieni alle lacrime mentre l’orologio mostra le 3 e non hai idea di dove sono?

Ti rialzerai da sola quando sarai etichettata come puttana, sciatta, idiota e pazza o piegherai la testa e ti ritirerai, grata del fatto che le tue offese siano solo verbali. Questa volta. Ricorderai cosa eri una volta? Rimarrai legato dalle catene della confusione o le spezzerai sulle ginocchia e ti libererai dalla tua crudele schiavitù?

Mi riconoscerai quando la mia mano ti afferra la gola e le mie parole coperte di bile ti piovono addosso, uno sputo pieno di odio che ti cola sul viso? Chiamerai il mio numero per la cinquantesima volta in due ore mentre cerchi disperatamente di ascoltare la mia voce e mi chiedi, mi preghi, mi supplichi di tornare a casa?

Sussulterai mentre un’altra cena cade preda della mia furia selvaggia? Ti inginocchierai e raccoglierai i pezzi, le dita tremanti mentre armeggi tra i frammenti rotti che giacciono sparsi sul pavimento? Saprai cosa ti viene sistematicamente fatto ogni giorno o oscurerai la realtà pregando affinché quella luce dorata ritorni e dissolva l’oscurità?

Mi riconoscerai per quello che sono veramente o inventerai ancora un’altra scusa, chiedendoti cosa accadrà quando sarai a corto di scuse e spiegazioni costruite in fretta per il mio regno di terrore?

Mi riconoscerai mentre ti getto da una parte, spinto nella terra e schernito? Solleverai lo sguardo dalle rovine fumanti di ciò che abbiamo avuto una volta e vedrai lei (o sei tu?) che ti guarda con disprezzo in grande stile su tutti i suoi lineamenti truccati? Sembra così familiare, la conosci, adesso c’è una tale nebbia e così tante nuvole.

Capirai perché sei stato dimenticato mentre le tue dita intorpidite compongono un’altra e-mail di ricerca, per chiedere spiegazioni che non arriveranno, per esprimere una rabbia strappalacrime davanti alla quale riderò, per descrivere in dettaglio la tua umiliante ferita che riceverà sempre una sprezzante scrollata di spalle?

Mi riconoscerai per quello che sono quando tendo una mano e ti sollevo dalla tua esistenza spezzata? Saprai cosa accadrà veramente mentre ti guido ancora una volta verso la luce splendente e dorata?

Sentirai una punta di cautela nella tua mente o correrai volentieri verso la terra promessa, ancora una volta, la preoccupazione ed esitazione gettate da una parte?

Noterai nuovamente il ghigno mentre corri verso di me?

Farai attenzione all’oscuro bagliore nel mio sguardo funesto o ti butterai a capofitto verso il paradiso, assuefatto al suo calore e alle sue gloriose sensazioni?

Mi riconoscerai mentre chiudo la porta dietro di noi, la sprango e giro la pesante chiave di ferro nella serratura mentre le tende spesse vengono tirate attraverso le finestre sporche di fango?

Noterai il pugnale appuntito che mi sono procurato e che tengo dietro la schiena?

Ti fermerai e guarderai nello specchio rotto che domina questo posto e se lo farai, ti riconoscerai?

Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR