GLI OCCHI MORTI DELL’OSCURITÀ

L’autrice Hilary Mantel una volta descrisse la Duchessa di Cambridge, Kate Middleton, come “una principessa di plastica dagli occhi vuoti”. Ora, la duchessa non è una di noi (abbiamo infiltrato la famiglia reale sposandoci oltre 30 anni fa) ma siamo rimasti attratti dal commento sugli occhi morti. Otteniamo così tanto. C’è una fascinazione riguardo ai nostri occhi e se la memoria serve, riguardano il maggior numero di commenti che riceviamo rispetto al fisico che ricordi. Ne ho molti che descrivono i miei come “Freddi e morti, come uno squalo”, “come pezzi di carbone” “verdi e invidiosi”, “Sono così freddi che a guardarli si rimane agghiacciati” e “senza vita”. Un’ex fidanzata Kate mi diceva che amava i miei occhi. Era quando la stavo corteggiando. Lei diceva così perché guardandoci dentro vedeva il suo riflesso e li amava perché sapeva di essere la mia pupilla. Piuttosto interessante, 8 mesi dopo si riferiva a questo riflesso come “Guardo nei tuoi occhi e non vedo niente dentro, solo il mio riflesso”. Ho sempre disdegnato il suo comportamento contraddittorio e la sua mente poco sveglia.

Questi commenti mi fanno pensare che sono un tipo riflettente. Come ho spiegato precedentemente, ho imparato come creare una maschera di emozioni recitate ma sembra che una parte del mio viso dove la maschera non resta attaccata siano gli occhi. Per qualche ragione, non importa quanto io abbia studiato le emozioni e le reazioni degli altri, questo non succede con i miei occhi. Come sai mi piace trovare le risposte per tutto e ho fatto qualche lettura intorno a questo argomento e ho osservato che ripetutamente le persone si riferiscono agli occhi come alla finestra/specchio dell’anima. Ecco la risposta alla mia confusione. L’anima e gli occhi sono inestricabilmente connessi. L’assenza della mia anima si riflette nella morte dei miei occhi. Questo ha richiesto un’immediata attenzione e rettifica. Adesso indosso gli occhiali da sole molto di più, anche in interno.

Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR