L’EMPATICO MARTIRE

I quadri sono cinque: Salvatore, Magnetico, Portatore, Geyser e Martire. Il quadro Martire non ha nulla a che fare con il complesso del Martire, che è quando le persone cercano sofferenza o persecuzione in quanto alimenta un bisogno fisico o la necessità di evitare la responsabilità, che forse si potrebbe vedere di più con un narcisista, ma quelli che appartengono al quadro Martire non lo esibiscono in termini di elusione della responsabilità, piuttosto si assumono troppe responsabilità. Il quadro Martire si presenta come insignificante, significativo, forte, molto forte o di maggioranza. Alcune persone non presentano alcun aspetto del complesso del Martire. Mentre l’Empatico Portatore mostra controllo e prende una decisione calcolata e assertiva di investire nell’aiutare e farsi carico del fardello altrui, il Martire manca di questo livello di controllo; è quasi cieco al confine che esiste e sente la compulsione quasi inevitabile di fornire assistenza agli altri e di farlo a danno di se stesso. Il Portatore darà se stesso, ma ha un cuscinetto innato naturale che lo porta a un certo punto a interrompere il comportamento poiché essenzialmente riconosce di aver dato abbastanza, ma il Martire va oltre questo.

In sostanza, il Martire è il Portatore 2.0: adotta i comportamenti del Portatore ma va anche oltre, fino al punto di sperimentare qualche tipo di perdita, svantaggio o danno. La portata di questo dipende molto dalle dimensioni dello status di minoranza o dal fatto che abbia raggiunto lo status di Martire di maggioranza dove il suo status di Martire di maggioranza su base giornaliera, il dare finché non fa male, governa il suo processo decisionale e i suoi comportamenti complessivi. Se si tratta di uno status minoritario ci sono solo aspetti particolari dell’interazione di quell’individuo con il narcisista e con altre persone che vengono influenzati dal quadro Martire al punto da farlo impegnare in comportamenti che gli causano un problema.

Quindi, ad esempio, può agire come Portatore in molti altri aspetti della dinamica con il narcisista, ma quando si tratta di denaro fornisce denaro al narcisista senza alcuna aspettativa di rimborso, si lascia ripetutamente prosciugare finanziariamente dal narcisista perché ritiene che vada bene così. Non si permette, ad esempio, di essere prosciugato della sua energia o del suo tempo, ma è in quell’aspetto del denaro che ha quella suscettibilità.

Il quadro Martire è essenzialmente governato da un mantra di altruismo, comportamento sacrificale e gentilezza. I Martiri minimizzano invariabilmente la propria realizzazione. Mentre gli empatici non vanno in giro gridando dai tetti ciò che sono (che in questo caso si tratterebbe più probabilmente di un narcisista di Medio Rango inconsapevole che crede di essere un empatico), con il Martire si può certamente dire che nasconde molto la sua luce sotto il moggio; respinge le proprie azioni con un’alzata di spalle, non vuole che venga attirata l’attenzione sui suoi sacrifici, va avanti e porta le ferite del sacrificio non come un distintivo d’onore, ma come qualcosa che considera solo conseguenza di ciò che deve fare; in pratica se la scrollano di dosso.

Un narcisista, quando si comporta in modo simile a un Martire vorrebbe che si sapesse del dolore che ha provato, il narcisista vorrebbe che si capisse fino a che punto si è offerto di fare le cose e che “ha fatto così tanto per te” spesso inventandolo, ma il Martire è quasi come se avesse fatto un voto di silenzio rispetto a ciò che ha vissuto e sofferto e si fosse messo in gioco in nome del sacrificio per un’altra persona. Inconsciamente e istintivamente cerca opportunità per mostrare sacrificio non per trarre lodi, ma perché gli venga consentito di esercitare questo aspetto della sua personalità empatica.

La sofferenza volontaria da parte sua alimenta una compulsione e razionalizza che è accettabile comportarsi in quel modo come conseguenza di un senso del dovere, sia in una relazione quindi in un contesto amoroso, sia esso romantico o incondizionato, in una situazione familiare, un senso del dovere in un’occupazione o professione, un senso dell’obbligo nel mantenere un’amicizia. Il Martire resterà invariabilmente in una relazione violenta anche quando ha un impatto sul suo benessere. Mentre questo lo vediamo con gli empatici nel loro complesso, quando si verifica con il Martire è più evidente. Ha la sensazione di essere responsabile del benessere degli altri e della felicità delle altre persone. Il Martire può, anche se non sempre, considerarsi effettivamente indegno e impegnarsi nel sacrificio fine a se stesso rappresenta il modo in cui raggiunge un senso di valore; questo è più del dare della scuola Codipendente, ma è una convinzione profondamente radicata che quel sacrificio è giusto e necessario.

Il Martire non cerca il ringraziamento di altre persone, il Martire non cerca approvazione, pietà o simpatia, ma opera sulla base dell’autoconsapevolezza di quel sacrificio, invece è il narcisista che cerca il ringraziamento, l’approvazione, la pietà o la simpatia per i suoi presunti sacrifici; un vero Martire va avanti e qualunque danno subisca, che si tratti di esaurimento, malattia, perdita di denaro, perdita di autostima, perdita di amicizie, perdita di contatti, perdita del lavoro, danno fisico, tortura mentale, qualunque cosa possa essere, è reso cieco da quell’approccio autosacrificante e crede che sia giusto e appropriato.

Il Martire si troverà spesso a svolgere un ruolo all’interno della sua relazione, sia essa romantica, familiare, sociale, lavorativa, ecc.; sacrificherà aspetti dei propri bisogni e della propria personalità per adattarsi a un particolare ruolo, ad esempio, del compagno solidale, del confidente, del pacificatore, dell’aiutante onnipresente o del comico che spicca tra gli altri. Il Martire può sacrificarsi, se ha una voce preferisce sedersi e soffrire in silenzio, può rifiutare di offrire un punto di vista credendo che la su opinione non sia necessaria o essenziale, può sottrarsi alla discussione credendo che sia meglio tacere piuttosto che rischiare di sconvolgere gli altri attraverso un’opinione schietta.

I martiri sono spesso influenzati da ruoli culturali, ad esempio in cui ci si aspetta che l’individuo non solo ci mostri il fardello, ma lo faccia in modo da compiere sacrifici, che sia visto come – ad esempio – l’onnipresente casalinga, ci si aspetta che sia quell’individuo maturo ed empatico, indipendentemente dalle circostanze, indipendentemente dalle prove e dalle tribolazioni che si presentano.

I ruoli assegnati influiscono anche sulla creazione del Martire durante l’infanzia: laddove un genitore si è comportato in modo incline al sacrificio, che sia un empatico o più comunemente un narcisista, quel bambino impara che il sacrificio è ciò che ci si aspetta. Naturalmente il sacrificio del narcisista è egoistico e egocentrico, ma l’individuo empatico che guarda a tali comportamenti diventa condizionato a credere da bambino che il sacrificio sia la strada giusta da seguire.

Per quanto riguarda i narcisisti che cercano il Martire, avviene comunemente tra i narcisisti Inferiori perché l’individuo che si crogiola nella propria pigrizia intrinseca deve essere visto come una buona cosa e quindi l’Inferiore Minore e l’Inferiore Centrale sono inconsciamente attratti dagli individui del quadro Martire; di solito si trovano in una posizione significativa e forte. L’Inferiore Maggiore di Tipo B è particolarmente attratto da coloro che si impegnano nel sacrificio perché accolgono la sua natura prepotente e l’audace bullo sfacciato e il bellicoso Inferiore Maggiore di Tipo B può davvero fare dure richieste al Quadro Martire dell’empatico con l’aspettativa che si affretti a flagellarsi, impegnandosi quasi fino alla morte per soddisfare le ridicole richieste dell’Inferiore Maggiore di Tipo B.

I narcisisti di Medio-Rango sono generalmente meno preoccupati per l’esibizione del Martire come conseguenza del fatto che credono di essere brave persone, sebbene si vedano eccezioni con un Medio-Rango Centrale di Tipo B, dato che il suo lamento auto-indulgente spesso richiede un individuo sacrificale che lo sopporti. In una certa misura, il Medio-Rango Maggiore cercherà un frammento di Martire anche come conseguenza della sua superiorità e della convinzione che la persona sia sottomessa a lui.

Tra i Superiori, di solito è ricercato da Superiore Minore e Superiore Maggiore; Superiore Minore a causa della sua natura intrinseca più prepotente; è meno raffinato nell’approccio di Pugno di Ferro e di Guanto di Velluto, quindi avere qualcuno che farà il possibile per soddisfare il mondo molto affollato del Superiore Minore, che si trova spesso nelle arene militari e politiche, si rivela particolarmente utile. Con il Superiore Maggiore, l’aspetto cerebrale dei suoi comportamenti che lo porta a dilettarsi in tali manipolazioni fa sì che quelli che hanno lo status di Martire che si sacrificano ripetutamente forniscano intrattenimento e divertimento alla mente particolarmente eminente del Superiore Maggiore. Si può vedere con il Superiore Centrale, ma è meno incline a ricercarlo; la sua attenzione tende invece a concentrarsi maggiormente su quegli aspetti del Salvatore e del Magnetico.

Il quadro Martire è quello in cui l’individuo vive per il sacrificio; non significa che sacrifichi ogni aspetto della propria vita, non è che sia uno zerbino completo, no. A seconda delle dimensioni dello status di Martire, potrebbero esserci solo alcuni aspetti della sua vita in cui entra in gioco; è solo con la maggioranza che l’essenza della sua vita è governata da questo mantra di altruismo, comportamento sacrificale e gentilezza.

Traduzione di PAOLA DE CARLI dall’audio originale di H.G. TUDOR