IL PIÙ ALTO TRA I PAPAVERI

Mi capita spesso di essere oggetto dei comportamenti gelosi degli altri come conseguenza del loro risentimento crescente per la mia magnificenza. Non importa quanto solidale e affascinante possa essere, ci sarà sempre qualcuno che soffre della politica dell’invidia. Se capissi cosa è la solidarietà credo che ne avrei un po’ per queste persone. Deve essere orrendo non ottenere nessun obiettivo degno di nota ed essere invischiati nella mediocrità. Fortunatamente, non tutti coloro che non sono benedetti dai talenti miei e della mia tipologia sono soggetti a questo comportamento. Se fosse questo il caso allora dovremmo fronteggiare l’anarchia. Molti di loro realizzano che il loro stato è di livello Epsilon semi-idiota per seguire la descrizione de “Il Mondo Nuovo” di Huxley e si accontentano di riempire un tale ruolo.

Ci sarebbe molto da dire sulla capacità di stare al proprio posto. Pochi sono quelli destinati alla grandezza e si può vivere una vita molto più soddisfacente se lo si accetta fin dalle prime tappe e si lasciano gli affari importanti a chi di noi occupa la sublime stratosfera della superba realizzazione.

È deplorevole che certe persone, invidiose e gelose dei miei successi sentano il bisogno di attaccarmi. È strano considerando che non ho mostrato altro che gentilezza e apprezzamenti verso di loro e gli ho permesso di beneficiare della mia generosità, ma sentono lo stesso il bisogno di attaccarmi e disprezzare ciò che faccio. Indubbiamente, sono in minoranza e questo è un utile indicatore e una conferma (se ce ne fosse bisogno) che il loro atteggiamento è sia maleducato che sbagliato. Potranno fischiare la mia tipologia e me, provare ad attribuire il nostro successo a metodi subdoli e ambigui, ma sono semplicemente furiosi di non aver pensato di andare avanti in questa maniera. Ogni volta che devo trattare con uno di questi idioti che provano a denigrarmi devo sempre ricordare loro che non è tagliando le gambe ad un gigante che si aumenta l’altezza a un nano. Questo di solito li manda via con una mosca nell’orecchio.

No, non ho simpatia per questi sciocchi, solo disprezzo. Forse se si fossero impegnati più duramente a scuola, avessero lavorato più duramente nella loro occupazione e applicato le loro menti nelle originali visioni e obiettivi per cui me e la mia tipologia siamo famosi, allora e solo allora, queste persone avrebbero ottenuto qualcosa.

Resisto a tutti i tentativi di tagliarmi le gambe. Sono il più alto tra i papaveri e tu devi sollevare il tuo collo, guardare in alto e ammirarmi per ciò che sono.
Naturalmente, è totalmente appropriato che io mantenga la mia statura rimuovendo quelli che potrebbero detronizzarmi. Se qualcuno dovesse crescere vicino a dove sono io e avere l’audacia di gettare un’ombra sui miei progressi e i miei successi allora non ho altra scelta che impugnare la mia falce e tagliargli le gambe. Devo farlo a loro prima che lo facciano a me. È la legge della giungla e non cresci così alto e così bene come me senza essere capace di sradicare i rivali, i falsi scalatori e gli impostori. Minaccia la mia superiorità e ti taglierò le gambe senza esitare o avere rimorso. Sono costretto ad assicurarmi che il bagliore splendente dell’ammirazione cada su di me e che non ci siano ombre da parte di nessuno che possano incidere sul mio costante progresso verso l’alto.

Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR