UNA QUESTIONE D’AMORE

L’eterna questione. Filosofi hanno meditato riguardo a questo, scrittori hanno pubblicato lunghe opere volte a rispondere a questa domanda, poeti hanno scritto liriche su questa nozione e i cantanti regolarmente ci implorano di considerare la questione. Mi piace puntualizzare sulle cose perciò vado dritto al Dizionario e definisce l’amore come

“Un forte sentimento di affezione”

Vengo spesso aspramente criticato riguardo al fatto che non amo veramente le persone o che non comprendo l’amore. Che sciocchezza. Io sento un grandissimo senso di affezione verso di te quando ci incontriamo per la prima volta. Infatti, scommetterei che l’intensità dei miei sentimenti per te sia al di sopra e oltre di quello che sente chiunque altro. Perché mai altrimenti vorrei passare ogni momento di ogni giorno con te? Perché mai ti porterei in posti meravigliosi, facendoti costosi regali e inondandoti con le mie parole ben selezionate di affetto e desiderio? Io sento un’intensa connessione con te, spesso fin dall’inizio ed è il catalizzatore per bruciare di passione per te.
Chi mi può criticare per questi sentimenti? Come si può dire che non provo amore quando ciò che sento si conforma e anzi supera la definizione di amore? Lo sapete a cosa attribuisco le vostre critiche? Gelosia e invidia. È sempre così per chi vede il nostro amore perfetto e dichiara che è falso e irreale. Cosa ne sanno? Niente. Sono solo prigionieri dei loro gusci vuoti e amari, invidiosi di non avere quello che noi abbiamo. Io so quello che provo per te. Sono in contatto con me stesso a un tale livello che sono capace di esprimertelo attraverso pensieri, parole e azioni. Infatti molte delle mie vecchie fidanzate notavano che l’eloquenza con cui esprimevo il mio amore per loro era notevole e senza paragoni. Quindi sì, amo davvero. La mia forma d’amore potrà non essere la stessa della tua, ma allora di che si tratta? La mia versione è più dolce, più grande e onnicomprensiva.

Solo perché non è definitivo non vuol dire che non sia amore. La sua effimera natura è colpa tua, non mia.

Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR