UNA LETTERA AL NARCISISTA N. 84

Cara H,

La mia empatia mi ha tradito? Sapevo che non eri esattamente collaborativo o premuroso, ma mi sono accontentata di giocare con te nel recinto di sabbia senza temere che tu stessi complottando contro di me sin dall’inizio.

Ero io la bugiarda, dici! La speranza era la bugia, lo dici tu!

Sì, carissimo scomparso narci, la speranza era la bugia, ma era la tua bugia. Era la tua speranza poter essere qualcosa, qualsiasi cosa invece della miserabile creatura che sei. Che sarai sempre. Io disprezzo quelli che mentono. Mortalmente disprezzato, ecco perché ho dovuto ucciderla. Ho ucciso la speranza quando l’ho vista fermarsi vicino a me e la ucciderò di nuovo se mai provassi a resuscitarla in mia presenza.

Hai perso quasi tutto ora. Hai perso il carburante più succulento che potrai mai assaporare. Il carburante di una persona che può veramente capire la tua situazione. Il carburante dell’unica persona che non si è mai ritirata la prima volta che ti ha visto, né ti ha elevato e ti ha etichettato come un eroe. Forse, altre persone visibilmente disabili capirebbero com’è la situazione, ma tu le consideri ribelli e isteriche. O forse hai solo paura che rubino una fetta delle tue luci della ribalta? Ma tu non hai mai visto la mia disabilità e non hai visto i superpoteri che ne derivano. Hai considerato la mia capacità empatica come una specie di trucco da quattro soldi, pensato per raggirarti e mistificarti, ma non una cosa che richiederebbe il tuo rispetto professionale; dal momento che non hai la professionalità di creare alcun tipo di magia. No, la tua abilità sta nel “gestire” chiunque incontri, attraverso manipolazioni e vere e proprie falsità. Tu “comandi il rispetto”. Tu, da solo, “comandi il rispetto”. E credi che tutte le persone, in tutto il mondo, non “diano rispetto, deve essere meritato”. E quindi credi di aver onestamente guadagnato il rispetto del mondo e che nessuna anima nel mondo ha guadagnato il tuo?

Tu? Chi non potrebbe guadagnarsi un diploma? Chi non potrebbe comprare una macchina o addirittura imparare a guidarne una? Chi non potrebbe presentare le tasse o gestire i burocrati che ti stanno col fiato sul collo e ti stanno frugando nelle tasche? E l’ultima persona nella stanza a fare due più due, se mai riuscissi a capire la battuta finale ?! Vedi, avrei potuto aiutarti con quelle cose, ma eri troppo orgoglioso e troppo patetico per accettare il mio aiuto. Non hai bisogno del mio aiuto. L’hai chiarito perfettamente. Ecco perché sapevo che quando mi chiedevi di un ostacolo che stavo affrontando (quando ancora parlavamo) seppi immediatamente che tua nonna era appena morta. Non poteva essere stata sincera preoccupazione per me che ti ha portato a contattarmi, dal momento che non ne hai. E non avevi il cuore spezzato per la vecchia, dal momento che non l’hai mai degnata di uno sguardo in vita. Dal momento che tu “volevi solo chiedermi” di una sfida che avevo affrontato, sapevo che dovevi aver pensato che mi avevi battuto: così tua nonna era morta. Come per magia, lo so. Ma tu non volevi l’aiuto di una persona che ti conosce così bene e così senza sforzo, una persona introversa e intuitiva, ragionevole e percettiva. No. Siamo in competizione. (Non sapevo che lo eravamo all’inizio, quindi ti sei dato un po’ di vantaggio, non è vero?) Bene, ora calcoliamo il punteggio. Tu hai perso molto non portando apertamente rispetto e io ho perso tanta funzionalità del mio spirito facendo proprio questo. Io rispetto tutti, vedi, rispetto un uomo come un uomo dovrebbe essere rispettato e rispetto un narci come un narci.

Cordiali saluti,

Super Empatica Shely

Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR