Eroe,
Ricordo la prima volta che ti ho visto. Camminavi lungo il mio viale con la tua scimmietta che ti correva accanto. A testa in alto, con le mani infilate nei pantaloni sporchi della tuta da ginnastica grigia, facevi lo spaccone. Certo che potevi accettare il lavoro, senza problemi, dovevi solo finire da un’altra parte.
“Dammi il tuo numero, ti manderò un messaggio!”
A lui non sei mai piaciuto. Ma non poteva trovare nessuno che lavorasse qui. Io ci sono riuscita. L’hai reso chiaro sin dall’inizio. Con latte e due. Continua a versare, io lo facevo. Ero sicura che nessuno potesse bere tutto quel tè … tu avevi sempre la tazza vuota.
Hai fatto un ottimo lavoro. Lui dice il contrario e tu lo sapevi. La scimmietta mi diceva che non eri contento del suo atteggiamento nei tuoi confronti ma che non avresti mai detto nulla.
Io ero preoccupata, sono diventata più disponibile e lusinghiera per il tuo lavoro.
Dicembre 2016. La richiesta di amicizia mi ha sorpreso. Mi chiedi di taggarti nelle foto.
Ti sei sposato. Ci hai messo meno di una settimana. Ti piace la torta, dici, questa è la terza. In meno di una settimana sei di nuovo al lavoro. Finita la luna di miele, mi manchi tu, dici, haha e il tè, la tappezzeria e la moquette anche se non è il tuo lavoro. Mentre mi aiuti a costruire i letti dei bambini. Così utile e gentile. Lui non vuole aiutarmi … lui mi rimprovera e si lamenta di te. Mandi messaggi di notte, insinuazioni dopo insinuazioni. Mi aduli e mi fai i complimenti. Discuti delle questioni che significano così tanto per me. Siria, Brexit, essere un umanista. Mi parli degli abusi quando eri piccolo, siamo colleghi, il mio cuore si spezza per te. Sembra solo colleghi, come se ci conoscessimo da sempre. Tu vuoi di più. Niente di fisico. Senti che non sono un imbrogliona ma mi hai visto andar via in palestra. Perché non condividere un po’ di più … .. Ti rifiuto con gentilezza e dolcezza, tu taci. Messaggi ignorati, lavori incompiuti. Lui si lamenta di più. Io ti difendo ulteriormente. Mi parli di tutte le tue conquiste, di quanto sei grande, di come tutte le tue figlie, gli amici di università e gli altri, ti chiamano FIGO. È davvero irreale. Lo trovo dolce ma in realtà il tuo livello di illusione è fuori classifica. Lui si lamenta con me. Stai dietro di me e mi tocchi delicatamente la spalla. Così dolcemente potrebbe non essere successo. È il nostro unico contatto in assoluto.
La cosa continua. Diventa tutta te. Io divento un’altra persona, più narcisistica. Tu minacci il trattamento del silenzio, mi dici di bere il vino che hai visto e di farmi una foto, mi preghi. Io lo faccio.
Lei trova il tuo telefono scorre i messaggi. In qualche modo lo tieni per te. Io sono beatamente ignorante per 8 settimane. Non cambia niente. I tuoi messaggi hanno smesso di essere sfacciati, ti capita qualche giorno qua e là. Ma andava bene. Non più xx alla fine. Tranne che su quell’e-mail … l’ultima, quella che hai mandato con amore. xx
Non ho visto il cambiamento.
Mi mandi un messaggio per dirmi che non verrai domani, ha trovato i messaggi, 8 settimane fa, avresti dovuto accennarmelo. Fa freddo. Sono inorridita. Ti chiedo di scusarti con lei da parte mia. Era del tutto imperdonabile.
Dico tutto a lui e ti avverto. Gli dico che penso di gestire la cosa. Ha insistito per avere la tua attenzione non posso dirgli perché, non lo so. No, non ho i messaggi, tu mi hai detto di cancellarli. Lui ti affronta. Tu e lei gli dite che ero tutta io. Tu dici che non mi mandi mai messaggi e lei ti sostiene. Gli dici che io volevo una relazione e tu hai detto no, avevi fatto tutto da te ed è terribile.
Dicono che ho avuto un crollo ma lei ha sentito parlare di me. Le persone non sono sorprese. Devo stare lontana, lasciare la mia palestra. Stare fuori dal suo villaggio.
Lui se ne va e io non lo supplico di restare. Mi fa male la testa, l’ansia mi preme sullo stomaco.
Tu non mi difendi. Alcune persone lo fanno ma non tu. Io lo faccio. Poi viene fuori Facebook. Nel giro di poche ore ho gente che mi bussa alla porta. Sanno che qualcosa non va. Racconto la mia storia. Sono distrutta, inorridita e ho vergogna per quello che stavo facendo, di chi mi ha fatto male.
Abuso. Adescamento. Lavaggio del cervello.
Tutte parole usate dalle persone che mi amano.
Lui mi manda un SMS dopo alcuni giorni. Tutto questo non ero io. Lui mi conosce. Fuori dal normale è dir poco. Vuole investigare ulteriormente.
Trovo HG.
Lui ti conosce! Eppure tu non l’hai mai incontrato. Ha un’etichetta da attaccarti. Medio-Rango.
Sono etichettata pure io, ma è un’etichetta con cui posso convivere.
Empatica. NISS.
Lui viene di nuovo a trovarti. Riesco a sentire quello che dici questa volta. Hai condiviso le nostre conversazioni e foto con la scimmietta e altri colleghi di lavoro. È stato divertente solo un po’. Lui ti fa preparare un caffè. Sogghigni dietro la tua tazza verso di lui. Occhi morti, non preoccupati, vuoi che lui ti colpisca. Tu sei più vecchio ma robusto, sei stato colpito prima. È stato preparato da me perché tu non glielo lasci fare. Quindi usalo.
Lui ti dice che sono andata alla polizia. Le tue sopracciglia raggiungono il soffitto solo per un secondo. Lei voleva ricattarmi. Tu gli dici che è tutto cancellato ora, dici che è stata un’idea di lei. In realtà non mi importa comunque … ma ora sono incline a pensare che stai mentendo.
Tu hai persone che mi tengono d’occhio. Lo so. Sei mesi e so che hai iniziato a fare il recupero, non guardo ma lo vedo. Sto lavorando per spostare la grossa colpa che porto. Mi sto impegnando per alzare la testa di nuovo. Lui è a casa. Una casa che è raddoppiata in valore detto tra noi.
È mai stata colpa mia? Tu volevi quello che aveva lui nel momento in cui hai varcato la soglia. Hai rubato. Hai visto la crepa nella nostra relazione ed è quello su cui hai lavorato immediatamente. Hai cambiato qualcosa nella mia testa, quel poco che si prende cura delle persone, che rappresenta grane per le persone. Mi hai reso codipendente. Ti ho dato così tanto lavoro. È una mossa intelligente, te lo concedo. Ma io non sarò mai tua, né la mia bella casa o il mio fiorente conto bancario e il mio corpo atletico così ammirato da te non sarà mai tra le tue braccia. Ti lamentavi di tua moglie, di come è pigra, isterica e ignorante. Lei ti ha protetto però. Dopo il contraccolpo con cui l’hai spaventata, le ho detto che potevo distruggere senza dubbio la tua reputazione. Sai che non sono né una combattente né una regina del dramma, e non è nella mia natura essere cattiva o vendicativa (sfortunatamente), tutto quello che ero in grado di fare è scusarmi con lei.
Goditi la tua guida da lì, ti vedo. Non mi dà fastidio. Stai sprecando il tuo carburante e non ne otterrai più da me.
Dovresti sapere comunque, che ti ho chiamato eroe solo perché non ricordavo il tuo nome!
Eve.
Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR