Riguardo A.
Quando ti ho visto per la prima volta avevo tredici anni e tu eri il cantante ventiquattrenne di una band che mi piaceva. Come un giovane e pungente Iggy Pop, sei stato un ottimo uomo di spettacolo e io ho assorbito tutto. Come poteva una persona che aveva scritto un testo così arrabbiato e audace non cantare con me? Diciamo che ci siamo conosciuti nel modo più casuale “ciao, arrivederci”.
Un contratto discografico, essere in TV, tutti forti, il che significava che tu, Lady Stardust, ti avevano individuato e il tuo posto fuori dai ranghi e dagli schieramenti era senz’altro garantito.
Eppure non è successo.
Il grande tempo ti è sfuggito e il luogo in cui ti eri rinchiuso per leccarti le ferite era praticamente sconosciuto.
Nel frattempo ho avuto molte relazioni, poi una seria, poi un figlio poi sono diventata vedova.
A quarantasei anni non ero preparata a incontrarti.
Ero grassa e spaventata e non avevo un bel taglio di capelli da anni.
L’ho cambiato.
Sono passati alcuni anni e indosso abiti della taglia 10-12, inoltre ho effettivamente dei vestiti. Cashmeres, sete, top avvolgenti, stivaletti morbidi in camoscio, jeans scoloriti ora diventati parte di me e i miei capelli biondo sporco sono stati tinti e ora hanno sfumature di vaniglia e caramello dappertutto. La mia trousse di trucchi contiene un trucco delicato e che mi dona e la cura regolare della mia pelle esalta il meglio della mia carnagione rosa e bianca. Io risplendo.
La band si riforma con sorpresa di tutti, percorrendo le assi della nostalgia come tanti altri ed eccoti qui, il mio ex eroe degenerato e trasandato. Le vecchie foto di quel volto scolpito e decadente si aprono online e non posso resistere di mettere like a tutte. Sono nascosta in una folla di altre persone che stanno praticamente facendo la stessa identica cosa. Sono al sicuro qui nel cyberspazio.
Ma le tue antenne si drizzano e tu cominci a localizzarmi, presto i “Mi Piace” piovono verso di me. Forse dopotutto sono spiritosa, forse tutto ciò che dico è degno di nota, forse sono solo la prescelta. Sembrerebbe la seconda cosa, divento la tua prescelta e mi inviti a venire a trovarti. Andiamo a bere qualcosa. È divertente. Vengo a uno dei tuoi concerti ed è ancora più bello quando mi dedichi uno dei tuoi brani più salaci e interrompi lo spettacolo per baciarmi. Arrossisco ma sono contenta. I tuoi messaggi sono come il miele, dolci e appiccicosi. Sono al sicuro? Mi manchi? Se è così, a te manco di più! Verrò a casa tua per qualche ora? Per favore?
È piuttosto lontano, forse un biglietto da £ 15, ma prendo una decisione. Va bene. Sto andando. Ci metto tre lunghe ore a fare il bagno, a darmi la crema, a lavarmi i capelli, a sistemarmi, a far asciugare i capelli, a profumarmi la pelle. La mia biancheria intima e i miei vestiti sono selezionati con cura.
Prendo le pillole da quando sono vedova. Di Valium, tornano utili stasera e ne prendo alcune prima di partire. Non posso arrivare a dire ancora a mio figlio dove sto andando, quindi gli racconto una storiella senza capo né coda. I tuoi messaggi mi spingono avanti con la loro urgenza “Dai!”, dicono, “Sto aspettando.” Sono in ritardo di dieci minuti quando ne arriva un altro “Dove sei?” Sono troppo nervosa per non rispondere. Rossetto, gomma da masticare, profumo. Il tassista mi guarda spazzolare e rispazzolare i miei capelli e sorride consapevolmente. Quello sguardo mi dice che sono tornata nel mondo degli appuntamenti, del fascino, dello splendore, del sesso e, soprattutto, dell’amore.
Tu hai una stanza in affitto in un HMO [casa di più occupanti]. Solo uomini. C’è una telecamera-spia nella cucina comune e un’altra mi tiene d’occhio sulle scale. La casa profuma dei pacchetti di cereali posti in una dispensa, raffermi e che odorano di biscotti. Mi conduci nella tua stanza che contiene solo un letto singolo, una lampada e una piccola TV in bianco e nero. Amy Winehouse sta giocando sul tuo computer portatile, triste, fumosa, dalla voce sexy, sdolcinata e ubriaca Amy.
Non so di cosa ho parlato. Ascoltavo mentre mi parlavi di due ex-mogli, entrambe
traditrici seriali ed entrambe abbastanza senza cuore da togliere i figli dalla tua vita. Mi parli della tua ex più recente che ti ha comprato una macchina, una chitarra e un orologio, ma adesso se n’è andata, la pazza che ha dato fuoco al tuo appartamento per gelosia quando hai voluto terminare la relazione. Un’altra amica ti ha trovato in questa stanza e ha pagato la caparra. La tua richiesta di sussidio per l’alloggio non è ancora iniziata. Non mi dici quale è stato il tuo ultimo lavoro, ma del resto io non l’ho chiesto.
Siamo completamente l’uno sull’ altra. Metto dei paletti al sesso ma c’è ancora questa strana sensazione di perdere me stessa. Mi sento molto giovane in questa stanzetta e nel buio potrei essere qualsiasi cosa o qualunque persona. Non ho bisogno di essere una donna triste e afflitta, non ho bisogno di essere la vedova in lutto, non devo nemmeno pensare di essere madre per qualche ora. Chi non si sentirebbe leggermente in alto? Sono le 3 del mattino quando me ne vado. Sento odore di sigarette e biscotti raffermi. Il mio telefono si illumina “Il mio cuscino odora di profumo Floris. Quando tornerai?”
“Presto!” Rispondo.
Ci vediamo all’inizio nel fine settimana, poi viene aggiunto un giorno della settimana e poi un altro. Mi ritaglio il tempo, mi creo il tempo che difficilmente ho. Mio figlio si sta comportando male per attirare l’attenzione, mio padre sta morendo di cancro, mia madre mi ridicolizza dicendo che sono cieca sul mio aspetto e su come mi comporto. Ma non mi interessa.
A è un opportunista. Mia madre e mio figlio vanno a fare visita a mio padre? Grande! Usiamo la camera da letto gratuita. Cosa che facciamo. E lo facciamo ogni volta che vanno a fargli visita. Ci aggiriamo come gatti randagi e facciamo sesso in posti strani. Cimiteri. Cabine telefoniche. Gabinetti pubblici. Ho un malessere dentro e continuo ad avere infezioni del tratto urinario. Medici. Antibiotici. Antibiotici. Medici.
Offro di fare sesso orale per farlo tacere e viene accettato, ma lui vuole avere potere su di me, non viceversa e discutere sulla mia “frigidità” è una tale lagna che spesso gli permetto di continuare.
Mi brucia la clavicola con la sigaretta e A non si scusa.
Il suo labbro, noto, è ricoperto di herpes labiali e gli faccio domande in merito.
“Vengono da te”, risponde. “Dalla tua fica.” Scuote la sua testa bionda “e che mi dici dell’infezione sessuale che mi hai dato?”
“Cistite,” Correggo, dopo tutto, non ho mai avuto un’infezione sessuale. Ma A non sta ascoltando, per niente, non mi crede, mi ritiene infedele e poi mi trascina velocemente per i capelli sulla sua pagina di Facebook per mostrarmi l'”amante” con cio pensa che me la stia facendo alle sue spalle.
Non conosco il ragazzo e certamente non vado a letto con lui.
Sono al Pronto Soccorso. Non riesco a respirare per tre costole fratturate e il trauma al mio seno non fa che sommarsi al dolore. Rimango a letto per tre giorni, ma i messaggi arrivano in qualsiasi momento del giorno o della notte. Perdo il conto, centinaia ogni giorno, in cui dice che puttana sono, che troia fanatica sono, che portatrice di malattie sono. Gli dico che sono a letto e mi dice che ha visto due uomini entrare nella mia casa. Sono una prostituta, quindi quanto li sto caricando? Dormo solo per poche ore in qualsiasi giorno. Lo splendore se n’è andato. Per quanto riguarda il peso, i miei vestiti di taglia 12 mi cadono addosso.
Non ci lasciamo. Lo vedo quando sto meglio ma riduco il tempo che trascorriamo insieme. Sto anche guardando intorno alla stanza di A quando ne ho l’occasione, mi sento invadente e cattiva ma lo faccio comunque.
I pantaloni da ragazza, per la fascia d’età 10-12, sono in un cassetto, il lubrificante, le sonde anali e i vibratori in un altro insieme a centinaia di compresse di Viagra. Le sue bottiglie nascoste di vodka sono nella cisterna del bagno. Immagino che venga massacrato non appena lo lascio solo, magari provoca discussioni in modo da poter stare da solo e bere finché non sviene.
Sono nauseata, ma comunque a lui piace che sia nauseata e mi mostra il calendario di modelli gay dove ha posato a 20 anni, mi racconta dei fidanzati che hanno pagato i suoi servizi in passato e che è bisessuale. Il sesso alla vaniglia lo annoia. Quando gli darò il mio culo invece della mia noiosa vagina? Quando imparerò a fare un pompino?
È giugno. Stiamo insieme da un anno. Chiude la band per l’ultima volta e sono contenti di vederlo andar via, anche loro hanno ricevuto messaggi offensivi per tutto il giorno, anche loro l’hanno visto prendere a pugni i muri quando non riesce a fare a modo suo. Un membro della band mi dice che le ex mogli sono state picchiate e i bambini abusati. Una delle sue figlie stava morendo a 30 anni di cancro al seno, ma lui l’ha ignorata perché voleva stare con me. L’ex che “aveva appiccato il fuoco all’appartamento” non aveva fatto nulla del genere, ma l’ aveva fatto lui.
Se me l’avessero detto avrei creduto a una cosa del genere? O avrei optato per la sua versione degli eventi? Difficile da dire.
A Giugno c’è anche il mio compleanno, ma lui non mi prende niente, non l’ha mai fatto. San Valentino, Natale e compleanno sono per le altre donne, non per me, il che è troppo umiliante da ammettere. Parto per tre mesi con mio figlio e non torno mai con lui. Vado in una clinica MTS, faccio un check-up completo e per fortuna tutti i risultati sono negativi.
A dice sempre che ha sempre amato solo me nella sua vita. Su Facebook scrive che quella che amava era sia fredda che distaccata e la gente mette “mi piace” al commento. Hanno deciso chi è il “cattivo”. Io. Il suo pubblico che sta diminuendo è il mio giudice e la mia giuria.
Non lo vedo da sedici mesi ora.
La vita non è mai tornata com’era, non si esce da un incendio senza segni di bruciature, ma penso di aver imparato molto dal giorno in cui ho cliccato “mi piace” su una delle sue vecchie immagini, incantata da quell’incantevole faccia con occhi da insetto e zigomi.
Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR