UNA LETTERA AL NARCISISTA – N. 49

Caro signor mediocre,

Oh, andiamo ora – smettiamo di far finta di essere offeso per il modo in cui ti ho chiamato. Voglio dire, dopo tutto, quello in realtà è ciò per cui ti sei battuto. Devo ammettere che questo continua a sconcertarmi. Per una persona intelligente come me, io non ho mai potuto capacitarmi dell’idea che un individuo si sforzasse di essere nella media e in realtà si accontentasse di andare verso un mucchio di nulla.

Quando ti ho incontrato per la prima volta ho pensato che potessi essere speciale. Non mi rendevo conto di quanto saresti stato deludente, ma a un certo punto ho visto qualcosa in te che ha catturato la mia attenzione. Lasciami aggiungere che è estremamente difficile catturare la mia attenzione. Beh, tu eri strano e io ero alla ricerca di qualcosa di nuovo ed eccitante su cui focalizzarmi. Quello sguardo da rettile mi prende ogni volta, giusto? So che prende anche te. Voglio dire, dopo tutto, tu eri ipnotizzato da quei grandi occhi verdi che erano pieni di intensità e ti facevano sentire come se fossi importante. Io ti ho dato la caccia. Ho scelto te. Oh all’inizio te la sei bevuta tutta. Hai vissuto per l’alto livello che ti avevo dato. È stato divertente vedere come giocavi a fare il timido con me. Ho anche pensato che fosse carino il modo in cui avresti fatto diversi giri attorno all’edificio solo per potermi dare un’occhiata. Hai persino iniziato a tenere il deodorante nella tua scrivania. So come aspettavi con impazienza in certi giorni quando sapevi che ero in giro – sperando … che venissi nella tua stanza e ti onorassi della mia presenza. Ricordi quando nascondevo i bigliettini sotto la maniglia della tua auto e quanto eri emozionato nel trovarle?

Eri completamente incantato e preso con me … ma esitavi a donarti a me. Hai messo in dubbio le mie motivazioni e hai perfino insinuato che io fossi una “mangiatrice di uomini”.

Beh, immagino che non abbia senso continuare a tener su quella pagliacciata perché dopotutto non stiamo più giocando. Dal momento che non ti sto seducendo, lasciamo che questa cosa sia semplice e diretta. Tu non meriti nulla di fiorito o poetico. Ti ho detto tutto ciò che volevi sentire. Ho riflettuto il partner perfetto – tanto che quasi ci credevo. Sono stata così generosa che ti ho persino fatto sentire come se avessi il controllo. Nella nebbia dell’infatuazione, credevo davvero di poter fare quei sacrifici perché avrei ottenuto tutto ciò che volevo in cambio e altre cose ancora. Ho provato ad essere me stessa, ci ho provato davvero ma tu non lo permettevi. Ti sei costantemente opposto a questo come se tu fossi al di sopra di me quando ero io quella che ti stava facendo un favore a uscire con te. Io ero l’unica. Io ero quella carismatica, affascinante, intelligente, bella per tutti e due. Purtroppo, sei più stupido di quanto pensassi.

Sei davvero inferiore a me. Come hai potuto non avere abbastanza buon senso da renderti conto che io sono il meglio che tu abbia mai avuto nella vita? Ora io mi rendo conto del fatto che non puoi farci nulla sul fatto che sei così ingenuo – o uno “strumento semplice” come ti diceva tua madre. Saresti stato contento di una contadina perché tu sei un contadino. Per aggiungere al danno la beffa, sei un omosessuale chiuso. Ora, ho avuto la sensazione che tu fossi bisessuale dal momento che spiavo molte delle cose che facevi. Stavo bene con quello. Avrei potuto accettarti se mi avessi permesso di essere me stessa e avessi apprezzato la grandezza che era proprio di fronte a te. Dovevi solo spingere le tue comuni – mediocri – noiose – insipide idee e caratteristiche su di me e non potevi portare una sola cosa sul tavolo. Avevo l’impressione che se avessi continuato a darti quello che volevi, avrei ottenuto quello che volevo ma come al solito tu hai fatto una cazzata e non sei riuscito a fare nulla di ciò che ti chiedevo. È davvero patetico. Non riuscivi nemmeno a fingere nulla in modo corretto. Avresti dovuto essere orgoglioso del fatto che non solo io avevo i miei maestri, ma ho conseguito il dottorato e sono persino riuscita a pubblicarlo mentre trattavo con i tuoi teatrini. Io sono un riflesso di te – idiota. Avresti dovuto essere felice di vantarti di me. Non mi hai mai rispettato – nemmeno per quanto riguarda la mia professione. È disorientante perché io ero quella che aveva le capacità relazionali che ti salvavano ogni singola volta che perdevi colpi e ti facevano apparire come il perdente che sei veramente.

Non eri davvero buono a nulla. Solo a metterti in ginocchio e servirmi. Cerca di non avere un’erezione per quella frase. So quanto ti piace quando ti faccio sentire il perdente che sei. Non riesci a farla franca con tutti i piagnucolii e a spingermi a fare strani giochi sessuali – fondamentalmente facendomi sentire come se fossi una prostituta – no. Adesso devi sederti lì e ascoltarmi con calma ti dico che non sei veramente nessuno. Ti sto facendo un favore. Dovresti conoscere la verità su te stesso.

Credevi onestamente che io non fossi a conoscenza della maggior parte delle cazzate che tiravi? Mi piaceva giocare con te. Era divertente fare il burattino intorno a te. Non sapevi mai come gestirmi. L’espressione di panico sul tuo viso era impagabile quando mi facevo sfuggire indizi del fatto che sapevo che mi stavi nascondendo le cose.

Non hai mai incontrato i miei amici e non sapevi dell’esistenza di molti di loro. Pensavi che non ne avessi. La verità è che mi facevi solo sembrare cattiva. Non provavi nemmeno a coinvolgere nessuno nella conversazione perché non hai assolutamente nulla da apportare ad eccezione delle statistiche sportive, della birra e della tua vasta conoscenza dei siti di appuntamenti dei cazzoni, dell’umiliazione del pene piccolo e dei filmini porno senza preservativo. Mi sfugge ciò che ho sempre visto in te.

Le cose non sono sempre come sembrano. Io sono la bugiarda più onesta che tu abbia mai incontrato. Tu non mi hai mai conosciuta. Eravamo entrambi estranei che andavano in giro come se fossimo in una relazione. Ti ho anche nutrito di bugie a volte per vedere se mi avessi tradito e l’hai fatto. Non sei mai stato dalla mia parte. Non potevo dirti nulla. Sei stato un Benedetto pezzo di merda in tutto e per tutto. Sto iniziando ad annoiarmi a scrivere questa lettera. Questo è quanto tu non mi stimoli. Ho pensato che sarei stata così gentile da darti una specie di chiusura dal momento che sono praticamente sparita dalla tua vita perché semplicemente non mi interessava abbastanza di fornirti una vera spiegazione.

Non ti dirò mai tutte le cose che so di te. Qual è il divertimento in questo? È molto più eccitante quando lo sanno tutti tranne te.
Dormo tranquilla sapendo che io non devo fare nulla per distruggerti. Tu fai il lavoro per me. Non vali l’energia – questo comporterebbe interessarmene e io semplicemente non lo faccio. È una sfortuna per me che non avrò mai il piacere di vederti sbriciolare mentre ti dico tutte queste parole con quel tono apatico e condiscendente che disprezzi così tanto. Non c’è bisogno di altre parole. Non ho più niente da dire. Sto ancora nel mio silenzio. Quello era il modo migliore per trattare con te. Dovevo ricordarti che non m’importa e l’ho fatto.

Mai tua,
Dr. H. Q. Qualcuno

Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR