Caro X,
Mi manchi. Fa male. Ti ho lasciato. Ma è stato come lasciare un sepolcro. Mi manca quella tomba. Come un utero. Tu. Il regime. Conoscere il mio posto. Non conoscere il mio posto. L’inaspettato. Aspettandolo. Scioccata da questo. Resa insensibile da questo. Calmato da questo. Il regime. La colpa. La paura. E il senso di colpa. Mi hai dato una ragione per sentirlo. Sii questo. Assaggialo. Credici. Diventa questo.
Ora io dubito semplicemente di me stessa. I miei pensieri. Le mie azioni. Le mie non-azioni. Nessun regime. Turbolenza costante di ostilità rivolta verso l’interno. Il tuo regno ha cancellato le mie paure primordiali e mi ha dato conforto nella tua coperta. Tutta avvolta comodamente. Come una tomba
Io amo. Io vivo. Io muoio senza di te. Io sono morta con te. Dove eri tu. Vicino a me. Dove sei. Adesso. Assente ma presente. (Con) chi sei ora. Sono abbastanza bravi?
Vorrei che tu fossi qui. Vorrei che ci fossimo noi. Vorrei che fosse reale. La verità fa male. Voglio che sia colpa mia, quindi potrei rimediare. Noi. Tu.
La logica accoltella il mio cuore e dice no. Resta in No Contact. GOSO. Nuove cose che ho imparato. Vorrei potertele dire. Non sostituiscono le nostre battute tra noi, il divertimento, la familiarità, la sicurezza, il legame o l’utero come la tomba. Neanche vi si avvicinano.
Ma tu sei il nemico. Dicono. Che io amo e verso il quale ho tuttavia commesso tradimento. Io lo so. Quindi non posso dirtelo.
Un giorno starò bene, dicono. Loro erano soliti essere te. Non so chi sono e certamente vorrei che mi importasse o che ci credessi ciecamente come facevo con te.
Tua per sempre e mai,
Y.
Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR