Al mio Narcisista,
Voglio vedere ancora la bellezza nella vita.
Sentire l’altezza del torreggiare degli alberi sopra di me.
Udire il suono etereo della mia stessa voce,
arrivare dritto ai cuori degli ascoltatori.
Era la mia passione, il mio sentimento, la mia forza,
Che attraeva le persone.
Quando le nostre voci si sono incontrate, non c’era menzogna.
Non c’era storia. Né passato né futuro.
Tu e io scossi entrambi fino all’anima.
Intimità imprevista.
Quella cosa paurosa.
Fuori da essa combattevamo.
Tirando e spingendo allo stesso tempo.
I giochi in atto e beh.
Tu hai presentato quella terribile bellezza intesa essere mia rivale.
Ma lei si nascondeva in mia presenza.
Continuava a cambiare se stessa.
Il suo aspetto, la sua persona.
Sperando di non scomparire nel confronto.
Lei ti ha nutrito di vulnerabilità, di essere distrutta, di controllo.
E io osservavo.
Sempre distrutta ma senza mai nutrirti.
L’unico dono che non posso offrirti, è il potere su di me.
Anche se potessi volerlo, non potrebbe esser fatto.
Anche se mentissi e fingessi di essere sopraffatta, lo sapresti bene.
L’inseguimento continuerebbe.
Tu non puoi dominare il mare, ma puoi nuotarci dentro.
Non puoi oscurare il sole, ma puoi crogiolartici.
Non puoi togliermi la voce, ma puoi cantare con me.
Cosi resto qui.
Sempre intera.
Soffrendo, ma intera.
– Indomabile.
Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR