DOLCE CAROLINE

Vorrei parlarvi di una ex-ragazza chiamata Caroline. La canzone “Sweet Caroline” salta subito alla mente. Era una delizia di positività. Niente era troppo disturbo per lei. Amava aiutare le persone e quando la incontrai tutti i peli sulle mie braccia e la parte posteriore del mio collo si alzarono. Le mie narici si strizzarono, le mie pupille si dilatarono e, mentre prendevo la sua mano dolcemente, ho potuto sentire il potere che avrei guadagnato da questo modello di virtù che già stava attraversando il mio corpo. Descriverla come un’empatica sarebbe un insulto. Era una super empatica. Se fossi stato un vampiro sarebbe significato aver appena ricevuto le chiavi della banca di sangue.

Caroline aveva un’enorme coscienza. Sarebbe sufficiente dire questo per distinguerne la portata rispetto a varie persone. Questo era meraviglioso per me e mi dava l’assicurazione che fosse completamente aperta al mio comportamento manipolatore. Non solo sapevo che il suo decoro, la sua natura empatica e la sua onestà la rendeva suscettibile alle mie trovate. Sapevo anche che non avrebbe resistito a me né combattuto. Mai. Questo perché sapevo che lei sentiva che combattere per sé stessa la faceva sentire strana e sbagliata. Non era una cosa per cui era portata perché non aveva mai avuto bisogno di farlo. Tutti l’amavano e lei si realizzava tanto nell’ aiutare le altre persone che non riusciva a vedere quando le persone si approfittavano della sua generosità perché era troppo impegnata ad essere una buona persona.

Ho approfittato il più possibile e l’ho sottoposta a tutta la gamma dei miei strumenti dal mio kit di svalutazione. Stava lì a strillare davanti a me, con la frustrazione e lo sconvolgimento che sovraccaricava le sue emozioni mentre diceva:
“Vorrei farla finita, ma sembra sbagliato farlo con qualcuno che ha bisogno di aiuto”.
Era manna dal cielo. Mi ha anche detto perché non avrebbe combattuto. Le sembrava sbagliato. Questo è stato veramente il lasciapassare per me per fare tutto quello che mi andava e ho sempre saputo che lei non sarebbe rimasta lontana o mi avrebbe ignorato a lungo, si sarebbe impegnata per cercare di far andare tutto bene e tentato di comprendermi. Arrivando ad essere esausta, gli occhi spalancati mentre cercava il modo di raggiungermi e di spingermi a dirle solamente che cosa non va in modo che potesse aiutarmi.

Mi sono chiesto se fosse stata ingannata da un tipo come me in precedenza, ma non era successo. Pensavo a questo perché il suo pensiero sembrava automaticamente allineato per fare quello che volevo già appena incontrata. Di solito richiede un po’ di tempo raggiungere questo stato. Devo plasmare la loro coscienza in una particolare forma, in modo che comincino a pensare in un modo che sia calibrato ai miei desideri e richieste. Non con Caroline. Questo lavoro era già stato fatto ma non da uno di noi, no, è nata già programmata. È stata l’unica che ho trovato già così. Davvero era una “Devota”. È stata una vergogna che mi sia stata portata via alla fine, suppongo che anche qualcuno con una grande coscienza come Caroline non possa rimanere più di tanto. Non ho ancora trovato nessuno al suo livello, ma naturalmente cerco sempre.

Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR