CONTRATTACCARE

Ti ho dato un’idea dei miei modi e delle mie arti subdole spiegandoti nel dettaglio ciò che dico e le mosse che faccio.
Mi sono essenzialmente trattenuto dal darti consigli su come combattere le mie macchinazioni.
Una parte di questo deriva dal punto di vista arrogante (dico solo che non sono parole mie) secondo cui non c’è nulla che tu possa fare per provare a vanificare ciò che faccio. In parte è anche perché sto risparmiando la mia saggezza per far fronte al futuro. Nel frattempo lascia che ti dia un esempio di come contrattaccare non ti porta da nessuna parte.

Ti ho parlato di come la mia tattica del silenzio sia uno dei miei mezzi più efficaci. Mi richiede pochissimo sforzo, è devastante nel suo impatto e ti sottopone molto facilmente alla mia manipolazione. Ho utilizzato il trattamento del silenzio con Kate ma lei ha deciso di contrastarlo. Naturalmente non l’ha fatto immediatamente. Non è così intelligente. No, c’è voluto un certo periodo di tempo prima che realizzasse che usavo il silenzio per farla sentire colpevole ed esercitare controllo su di lei. Lei è caduta nella trappola di chiedere ripetutamente cosa non andasse e poi ha iniziato ad autoanalizzarsi e infine ad umiliarsi biasimandosi. Non sono sicuro di come sia successo ma successivamente ha cambiato tattica. Sospetto sia stata una nuova amica che ha un po’ della hippy e ama aiutare le persone a guarire e cose così. Sapevo sempre quando era venuta perché trovavo un nuovo cristallo sulla credenza (che buttavo via) e l’odore di qualche strana fragranza che aveva spruzzato. Ad ogni modo, questa persona certamente ha provocato un cambiamento nel comportamento di Kate. Non ho detto nulla e le ho dato uno sguardo gelido. Invece di chiedere quale fosse il problema, lei ha sorriso e ha detto,

“Non so cosa non vada in te, ma so di essere nel giusto quindi ti lascio fino a quando non deciderai di finirla di tenere il broncio”.

Mi ha preso alla sprovvista ma ho deciso che non sarebbe stata capace di mantenere la decisione. Il suo desiderio di aiutare e curare presto avrebbe preso il sopravvento sulla sua scelta. Le ho dato una settimana di silenzio ed ero sorpreso di notare la sua audacia nel riflettere su ciò che stavo facendo. Nessuna telefonata, messaggio o visita. Poi dopo una settimana mi arriva un messaggio:

“Ti amo e ci tengo a te. Sono qui per quando vorrai parlarmi ancora. Nel frattempo mi occupo delle mie cose”.

Ero intrigato. Poteva continuare? Le diedi un’altra settimana di silenzio e lo fece. Ora avevamo passato la durata di ogni silenzio precedente (11 giorni nel caso di Kate nel caso te lo domandassi).

Un’altra settimana era passata e anche se mi divertivo a mantenere questo silenzio, stavo iniziando ad irritarmi ed arrabbiarmi per la sua abilità nel duplicarlo. Non mi stava dando attenzione. Chiaramente non funzionava più. Ho deciso di cambiare approccio anzi quella sera sono uscito e ho rimorchiato una ragazza in un locale della zona. Si chiamava Stephanie. Ho applicato il “Bollettino Relazionale” postando tantissime foto di lei e me su Facebook e Twitter. Sapevo che Kate controllava i miei aggiornamenti e post anche se non era in contatto con me.

La mattina seguente Kate era alla mia porta che bussava e chiedeva di vedermi e mi dava l’attenzione di cui ho bisogno e che merito. Sapevo che alla fine sarei arrivato a lei.

Tu puoi anche trovare il modo di affrontare una delle mie tattiche ma ne ho un vasto arsenale a mia disposizione.

Io vinco sempre.

Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR