CHE SCUSA HAI?

Adoro guardare il film, Full Metal Jacket, magnifico pezzo della cinematografia. È naturalmente un film che ha due tempi. L’addestramento e l’esercitazione delle nuove reclute “sull’isola” e poi la loro esperienza in Viet Nam. L’apertura, dove il Sergente d’Artiglieria Hartman “da il benvenuto” alle reclute è fantastico. Ecco un uomo che ha controllo e sa come usarlo. L’attore, R. Lee Ermey è un Sergente Onorario d’Artiglieria e un sergente istruttore che inizialmente venne usato come consulente ma la sua dimostrazione di come parla alle reclute un sergente istruttore fu così eccezionale che gli venne data la parte. Durante l’apertura abbaia ad un malcapitato

“Che scusa hai?”

“Signore, scusa per cosa, signore?”, arriva la confusa replica

“Sono io che faccio le fottute domande qui, hai capito?”

“Signore, sì, signore”.

“Bene, grazie molte, posso comandare io per un po’?”

“Signore, certo, signore”.

Questo scambio è dimostrativo di come ci relazioniamo con te. Regolarmente facciamo una domanda che non capisci o per la quale non hai una risposta. Noi sappiamo che è così. Ecco perché la facciamo. Immediatamente ti mettiamo in svantaggio e proseguiremo con altre domande o un’accusa che ti metterà in confusione. Noi sappiamo che stai cercando di accertare quale sia la risposta più appropriata, quella che farà smettere la pioggia di insulti su di te o che farà sì che ti lasceremo in pace (almeno per un po’). Non ti è permesso tempo per pensare e considerare. Il modo in cui ti trattiamo ti ha reso esausta e circondata dalla nebbia della confusione. La tua abilità di fronteggiare e reagire è stata erosa così che quando iniziamo ad abbaiare le nostre domande incomprensibili, tu sei incapace di mettere insieme qualcosa di appropriato in risposta.

Proprio come la relazione tra il Sergente Hartman e le sue reclute, il nostro rapporto non è paritario. Il potere spetta a noi e siamo gli unici al comando.
Quello che ci piace è rinforzarti quotidianamente. Come il Sergente Hartman facciamo la stessa domanda d’apertura a quella particolare recluta, perché noi sappiamo che tu sei fatta di scuse. Aspettiamo che tu esca con qualche giustificazione e che continuino a scorrere. Lo fai perché non sei capace di ottenere ciò che ci aspettiamo. Non è importante che nessuno possa farlo, è irrilevante. Cosa ci importa se non puoi soddisfare ciò che vogliamo e quindi ciò che ti resta è inventare scuse. Le giustificazioni sono strumenti di incompetenza. Sei incompetente ed inferiore. Tutto quello che fai è uscirtene con delle scuse ed ecco perché le prime parole della giornata potrebbero anche essere

“Che scusa hai?”

Perché è questo che succederà. Un torrente di dispiaciute e patetiche scuse per i tuoi fallimenti e delusioni.

“Perché non mi hai svegliato?”

“Mi dispiace, ho pensato che volessi riposare, devo essermi confusa”.

“Perché il caffè è freddo?”

“Scusa, l’ho fatto troppo presto mentre tu eri fuori occupato a fare qualcosa”.

“Perché non hai ancora fatto la cena?”

“Scusa ma sono stata occupata ad accudire i bambini, lavorare, pulire la casa e fare il bucato”.

“Perché stai piangendo ancora?”

“Mi spiace ma mi hai fatto agitare”.

“No, non l’ho fatto. Ho solo sottolineato ciò che hai sbagliato, in modo che tu non lo rifaccia”.

“Scusa, grazie, immagino di essere stanca ed è per questo che mi sono agitata”.

Scuse, scuse e ancora scuse. Ci fai infuriare con queste continue mancate consegne. Non darci delle scuse, fai ciò che vogliamo, quando lo vogliamo e come lo vogliamo. Dovresti sapere com’è una cosa fatta nel modo giusto. Lo fai di proposito per farci arrabbiare. Fallisci deliberatamente e poi ci dai spiegazioni inutili per farci irritare e arrabbiare. Vuoi che scoppiamo d’ira e ti facciamo piangere. Noi sappiamo bene che lo fai per provare a farci sentire colpevoli, ma non funzionerà. Siamo superiori a te e non abbiamo intenzione di fartela passare liscia con questo spettacolo scadente. Puoi uscirtene con una moltitudine di scuse ma non sortiranno alcun effetto con noi. Non permetterti mai più di girarti e dire

“Non sono scuse, sono motivazioni”.

Se lo fai esploderemo di rabbia. Imparare, pensare, anticipare, agire velocemente e farlo bene. Non vogliamo le tue giustificazioni che ci ricordano quanto siamo stupidi a stare con qualcuno inutile come te. Il che significa che inizieremo a sentirci male riguardo noi stessi ed è solamente colpa tua. Per rimuovere queste sensazioni abbiamo bisogno di riaffermare la nostra naturale superiorità e attaccarti in qualsiasi modo riteniamo appropriato, anche se sappiamo che questo causerà un altro mormorio di futile scusa e salterà fuori un’altra giustificazione.

Non è un’orrenda prospettiva? Il nostro trattamento su di te è orribile, abusante e aggressivo? Le nostre aspettative sono troppo elevate? La nostra intolleranza rasenta il ridicolo? Sì. Ma abbiamo una miriade di scuse sul perché sia così, non è vero?

Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR