Le persone affrontano decisioni difficili ogni giorno in una vasta gamma di scenari. Possono riguardare salute, affari, relazioni o denaro. La terapia aggressiva per il cancro dovrebbe essere intrapresa nonostante i rischi? Quanto personale dovrebbe essere tagliato ora che l’azienda è stata rilevata? Spediamo truppe contro il nemico in territorio straniero? Le do un’altra possibilità nonostante la sua infedeltà? Quale maglia è più bella quella blu o quella rosa? Il presidente Obama ha spiegato che dal momento in cui una questione è stata sottoposta a lui per un risultato non è stata una decisione facile.
Questo succede perché le persone sono turbate dalla coscienza. Una coscienza è quella cosa che ti porta a ostacolare le tue decisioni come se qualcuno stesse guardando quello che stai facendo o pensando, anche se sei da solo. La gente prende decisioni più severe del necessario perché è preoccupata di come reagiranno le persone, di come questa cosa farà apparire quella persona di fronte agli altri, di come avrà un impatto sulle altre persone e se sarà dannata qualora lo faccia e dannata qualora non lo faccia. Queste considerazioni non turbano la mia specie e me.
Io e la mia specie riceviamo molta pubblicità negativa riguardo alle cose che diciamo e facciamo. Ovviamente non starai trattenendo il respiro in attesa di qualche tipo di scusa perché semplicemente questo non accadrà. So comunque che tu sei una persona ragionevole che considera le cose in modo equilibrato ed equanime (è solo che io dico a tutti gli altri che sei una pazza arpia che è fuori controllo). Con questo in mente, dovresti davvero rendere grazie alle persone come me, perché su noi si può fare affidamento per prendere le decisioni difficili che devono essere prese.
Ad esempio, immagina che vi sia una situazione di riduzione del personale nel tuo dipartimento e in un particolare gruppo quattro persone sono a rischio di perdere il lavoro. Due posizioni devono sparire e uno dei tuoi amici è in questo gruppo di persone a rischio. In che direzione andresti per decidere chi viene selezionato per il licenziamento e chi no? Quella parte di te che è dedicata all’equità e al modo corretto di fare le cose deciderebbe che dovrebbe essere applicato a tutti e quattro i soggetti a criterio di selezione prestabilito. Tu applicheresti i punteggi di ogni persona ai criteri e i due più bassi verrebbero poi selezionati per il licenziamento. L’empatico che è in te sa che il tuo amico dovrà affrontare gravi conseguenze finanziarie se perdesse il lavoro ora, nonostante la liquidazione. Temi anche di perdere la sua amicizia se venisse licenziato. Ti tormenti per quello che dovresti fare. Dovresti applicare i punteggi in modo equo e quindi essere irreprensibile in caso di contestazione legale della decisione, ma rischiare di perdere il tuo amico e causargli gravi problemi? In alternativa, dovresti truccare i punteggi aumentandone un paio a lui e riducendone un paio a qualcun altro? Chi lo saprebbe se è solo una piccola differenza di punti? E se parlassi con il capo del dipartimento e cercassi di salvare uno dei posti di lavoro in modo che ci sia solo una vittima? In uno scenario del genere, sai che il tuo amico sarà al sicuro, dal momento che uno dei candidati è scarso nel suo rendimento ed è destinato ad essere scelto. So che dovresti affrontare un bel dilemma nel tentativo di prendere questa decisione e alla fine probabilmente la passeresti a qualcun altro appellandoti a un conflitto di interessi.
E per quanto riguarda me? Cosa farei? Mi atterrei ai criteri e i due più scarsi perderebbero? Dopotutto, sicuramente vogliamo i migliori impiegati e se ci sono rami secchi devono essere tagliati indipendentemente da qualsiasi amicizia che possa esserci? Preferirei invece applicare i miei criteri personali su chi mi fornirà il miglior carburante in questo ufficio dinamico e permettere che questo influenzi il presunto obiettivo punteggio? Prenderò la decisione che mi fa più comodo e poi invertirò la situazione per conferirgli un’apparenza di legittimità? Immagino che sarai incline a pensare che farei la seconda cosa. Se così fosse, ti sbaglieresti.
Farei fuori tutti e quattro. Il loro lavoro verrebbe distribuito ad altre persone nel dipartimento tenendo conto che riceveranno un piccolo bonus se raggiungono determinati obiettivi. L’azienda ha un risparmio maggiore perdendo il quartetto, e altri quattro dipendenti mi saranno molto grati, quindi mi danno un sacco di carburante, come conseguenza di questo incentivo. Poi io contatto due dei quattro e spiego che a tempo debito mi assicurerò che possano essere assunti di nuovo entro pochi mesi, prima che il bonus sia esaurito e quindi si troveranno in una posizione migliore. Assumerò di nuovo questi due nel nuovo anno finanziario in modo che i risparmi dell’anno precedente rimangano buoni. Le persone ri-assunte mi saranno eternamente grate, mi assicureranno lealtà e ulteriore carburante, inoltre io potrò assicurarmi che diventino i miei luogotenenti come ricompensa per me che mi prendo cura di loro. La presa che ho sul mio superiore assicurerà che le assunzioni procedano senza incidenti e vengano fatte oltre il tempo concesso per presentare una richiesta di risarcimento ai due che vengono lasciati fuori.
E che dire dell’amico in tutto questo? Chi se ne importa? Avrebbe dovuto alimentarmi di più e avrebbe potuto essere salvato. Dato che le cose stanno così, ho trovato alcuni nuovi
amici che mi sono sempre così grati per la mia generosità e che sono contentissimi di diffondere la mia spiegazione che l’amico è stato licenziato come conseguenza di qualche
comportamento che non può essere spiegato ma diciamo che è fuori dal range dei comportamenti normativi delle persone rispettabili nella società. Quando l’amico arriva a chiamarmi per sputarmi veleno addosso, beh, la sua rabbia e gli insulti sono tutto buon carburante, vero?
Il modo in cui tu sei programmato ti obbliga a rendere difficili le decisioni.
Noi, al contrario, prendiamo le decisioni difficili.
Dovresti davvero ringraziarci.
Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR