ATTENERSI ALLA LEGGE

Sono andato a pranzo con un amico che fa l’avvocato. Non è il mio avvocato ma ho voluto un consiglio su una questione, così l’ho chiamato e ci siamo incontrati. Gli ho detto delle mie sessioni in corso con il Dr. E e la Dottoressa O.

“Lo sai”, mi ha detto prima di fermarsi per bere la sua Pepsi Diet con una cannuccia, “mi piacerebbe averti incontrato o più accuratamente conosciuto prima”. Credo che sia perché sente un vuoto nella sua vita che riesce a riempire solo quando è con me.

“Come mai?”, ho chiesto

“Sarei stato più efficace in quello che faccio”.

Ho annuito. Spesso penso che le mie abilità contagino le persone valorizzandole. Chiaramente i miei amici lo riconoscono bene. Tuttavia mi ha sorpreso spiegando che ciò che intendeva era che gli era evidente di avere molti clienti proprio come me e inoltre ricordava vari avversari (clienti o avvocati) che si comportavano come me. È un avvocato matrimonialista e ha confessato che quando ascoltava il modo in cui queste persone si comportavano lo trovava sconvolgente e spesso pensava che questi comportamenti non fossero veri. Ha detto che dopo aver trascorso del tempo con me ha realizzato che questo fascino superficiale, il rifiuto di rispettare gli ordini del tribunale, la disinvoltura, il senso di superiorità e una vera e propria sete di vendetta nascevano tutti dal loro narcisismo. Se lo avesse saputo avrebbe potuto agire di conseguenza.

“Per esempio se sapessi che l’ex partner di una mia cliente è uno di voi”, ha continuato, “mi assicurerei che gli accordi fossero a prova di bomba e legati ad una valutazione psicologica per supportare la posizione del cliente. Guardandomi indietro mi accorgo che loro erano riusciti ad ingannare diversi giudici e se fossi stato consapevole avrei potuto fermarli. La tua gente guarda ai tribunali come ad un palcoscenico dove esibirsi.

Ha continuato su questa linea e non era certo un complimento. Non sono nemmeno arrivato vicino al chiedergli il consiglio, mi sono scusato dicendo che dovevo andare in toilette e lì sono scappato saltando dalla finestra. Non andrò di nuovo a pranzo con lui tanto presto.

Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR