UNA LETTERA AL NARCISISTA N. 81

Caro Stimato Porco e Dispensatore di Veleno:

So cosa sei, inutile sacca di sporcizia. Non sono così stupida come credi che io sia. So che credi di essere onnisciente, l’onnisciente e onniveggente Dio-Uomo, un Principe tra i Principi, il Re del Tempo, dello Spazio e il Gallo del Pollaio nei country club della città. Mi hai attirato in … sì, mi sono innamorata della tua linea da manuale di emissione narcisistica. Ho sbattuto le palpebre ai tuoi complimenti e mi sono meravigliata di tutte quelle cose meravigliose che sembravamo condividere. (“Wow, abbiamo così tanto in comune!”) Sono stata ipnotizzata dal tuo schifo e dalle tue scemenze, anche se le bandiere rosse sventolavano e le campane esplodevano nella parte posteriore del mio cervello. L’angelo sulla mia spalla destra mi sussurrava che stavi mentendo e non eri quello che sembravi essere, ma Lucifero, saldamente alloggiato sulla mia spalla sinistra, ti ha riconosciuto come suo fratello e mi ha convinto che eri “la cosa vera”. Rabbrividisco quando penso che ti ho consegnato la mia innata dignità, la mia autostima e il mio amor proprio e che ho lasciato che mi stringessi come un burattino dalle orecchie di cane. Come ho potuto essere stupida? Ti ho servito il mio orgoglio come un piatto di uova strapazzate. Rabbrividisco per la mia debolezza.

Verme senza spina dorsale. Larva volgare. Sei un idiota, un cialtrone e una serpe. Sei una merda, uno sdegno, una grossa succhiata di un limone aspro.

Ho sentito di aver toccato il fondo quando hai iniziato la svalutazione e il deprezzamento di me, come se fossi una vecchia Buick pronta per essere messa in mano allo sfasciacarrozze. Ricordo l’ultimo giorno che eri a casa mia … Ero diffidente. Vedi, anche nel mio stato di persona ignorante e confusa, sapevo, SAPEVO che qualcosa non era giusto e mi stava facendo incazzare! Stavo in guardia e leggermente distaccata. Pur non usando insulti aperti, sparavi alcuni piccoli colpi verso il mio arco che andavano dritti al cuore. E ti lasciavo … ti lasciavo parlare così IN CASA MIA! NELLA MIA CASA!! Come ho potuto lasciartelo fare? Come potuto far questo a me stessa? Ti ho invitato apertamente a umiliarmi. Ma non ti ho fornito una reazione al momento. Ho aspettato che alla fine te ne andassi prima di mettermi a piangere.

Tu bestia sbavante. Cancro sul culo di una scrofa.

Posso aver pianto, ma sono morta? No. Uh Uh. Sono ancora qui, zotico sputa-sentenze, perché ho deciso di rinunciare al ruolo di essere tua vittima per diventare una superstite. Mostro a due teste, orco, fungo. Ancor prima di sapere che tipo di creatura fossi, il mio istinto di sopravvivenza ha preso il sopravvento e ti ho bloccato sul mio cellulare. Ho smesso di guardare i tuoi social media. Ti ho evitato come il ratto infestato dalla peste che sei. Hai provato a contattarmi? Non lo so e non voglio saperlo. Non saperlo mi dà forza, per qualche ragione perversa. Devo ammettere che ho avuto una ricaduta quando ho visto la tua macchina in un posto dove non mi aspettavo che fosse. (Anche se questa è la mia città natale, ho evitato ogni luogo familiare e pratico che avevo frequentato per decenni solo per non vederti!) Ma ho combattuto. Ne sono uscita fuori. Non voglio vederti mai più. Non voglio essere a meno di 100.000.000 miglia da te. Non voglio incontrarti o vederti in un contesto sociale. Non voglio incrociarti per strada. Non voglio respirare le stesse molecole d’aria che respiri tu. I tuoi batteri sono troppo tossici.

Sei uno spreco di carne, ridicolo e odioso, l’equivalente morale di una sanguisuga. Sei un vuoto vivente, un vuoto privo di significato, una malattia.

Eppure, devo davvero ringraziarti per alcune cose. Oltre a scoprire cos’è il Narcisismo, ho fatto uno sforzo per restare indaffarata e, quindi, mantenere la mente occupata; ho intrapreso un intenso e avanzato programma di Pilates e l’abitudine a camminare per 6 miglia al giorno. Di conseguenza, ho perso 10 chili, i miei addominali sono sodi come un tamburo, e il mio sedere è duro come quello di una diciottenne. Non ci metterai mai le zampe comunque. Lo sto conservando per un vero uomo che se lo merita. In ogni caso mi rendo conto che sono solo un apparecchio. Ma io sono all’avanguardia rispetto a te. Potrei essere il Gran Premio su Facciamo Un Patto. Tu sei pronto per la discarica o per il camion della spazzatura.

Sei carente in tutto ciò che conferisce carattere. Sei umido e sporco. Diffondi miseria e dolore ovunque tu vada, sporco, sudicio troll.

Parlando di aspetto, rivolgiamo uno sguardo critico e imparziale alla tua immagine. Tu puoi considerarti un Adone, ma non credo che Tom Selleck abbia qualcosa di cui preoccuparsi per la concorrenza da parte tua. Infatti, quando ti ho incontrato per la prima volta, ricordo di aver pensato: “Perché tutti i ragazzi che fanno questa professione si somigliano?” Mi piace ricordarmi come NON mi sono lanciata il primo giorno che ci siamo incontrati. Seriamente, amico, sai che sei calvo, vero? Voglio dire, so che ora è da figo radersi la testa come The Rock, ma questo non cambia il fatto che tu abbia perso i capelli e che sei ufficialmente classificato come CALVO. Succhia, Calvo. Inoltre, il tuo mento indica un iniziale ristagno che ti aspetta nel prossimo futuro. E quel corpo che ti piace così bene è in un certo modo muscoloso … sai, del tipo che se ne andrà in pochi anni. Le tue gambe sono tozze.

Non riuscirò mai a superare l’imbarazzo di appartenere alla tua stessa specie. Hai tutto il fascino di un lebbroso. Sei un vile, inutile, e un amichetto dalla mascella a cricchetto senza merito.

Sono solo incazzata perché non ho gridato al vento le tue grandi delusioni e falsità. Potrei averlo fatto abbastanza facilmente, lo sai. Vedi, idiota, quelli irretiti nella tua insidiosa trappola sono anche capaci di usare Facebook. Quelle tue figlie? Nonostante le tue favole come Padre dell’Anno, chiaramente ti citano per oltraggio in pubblico per ciò che hai fatto alla loro madre. Politica e scienze sociali? Non sai niente, ma fingi di essere Edward R. Murrow. Una differenza, però: sono sicuro che il signor Murrow era colto. Tu sei un ottimo esempio di ciò che è la funzione di Facebook: essere ciò che vuoi che la gente pensi che tu sia. Il Paradiso dei Narcisisti. Oh, già, e la ex moglie numero due? Sai, quella che dicevi che era una modella? Bene, se lei è una modella, allora io sono la gemella dall’aspetto migliore di Gisele Bundchen. E quella tua fidanzata … sai, quella che non hai mai menzionato? Non la scambieresti mai per una modella, ma mi rifiuto di essere scortese, perché so l’inferno che sta attraversando in questo momento, anche se le tue dichiarazioni d’amore per lei su Facebook erano notevolmente vomitevoli. Sia tu che io sappiamo cosa sei veramente, ma sono sicura che i suoi soldi, il suo antico nome di famiglia e la moltitudine di contatti d’affari mantengono il carburante “pompante” da parte sua. Certo, le volte in cui l’ho incontrata di persona, ha quell’espressione preoccupata, ansiosa e agitata sul suo viso. Lo sguardo che urla, “VIVO CON UN MANIACO DEL CONTROLLO!” Beh, spero che sia felice con te che sei il suo scimmione di Neanderthal. Meglio lei di me. Spero che tu non abbia “preso in prestito” troppa della sua eredità. C’è una parola per gli uomini che approfittano delle donne, ma io sono troppo signora per ripeterla.

Viscida cotonata palla appiccicosa, stupido becco che bacia, monco, stupido dalla bocca aperta, stupido bavoso.

A proposito, non eri buono nemmeno a baciare. Mi aspettavo almeno che tu fossi bravo in quella particolare attività, ma tu, nel migliore dei casi, sei un baciatore mediocre. Continuavo a pensare, “Dai, dammi qualcosa su cui lavorare qui!”, dato che io ho davvero dato il mio tutto. (Non ho mai avuto lamentele in quel campo.) Il tuo goffo borbottio schiumoso mi rendeva leggermente nauseata. Sono contenta di averti detto di fare marcia indietro prima di farti guadagnare punti. Grazie al cielo la nostra “relazione” non è mai arrivata al punto di fare le cosacce. Il tuo bacio mi ha detto tutto quello che avevo bisogno di sapere su come avresti potuto esibirti. E io non ho quelle abilità di un’attrice da aver finto di essere in estasi. Diavolo, non ci sarebbe riuscita Meryl Streep.

Possa tu soffocare nella biliosa, convulsa nausea delle tue banali, sciocche credenze. Sei stanco, stantio, piatto, cattivo e profano. Le scimmie ti guardano dall’alto in basso.

Questa lettera cristallizza tutto ciò che voglio dirti. Ma conoscerai mai i miei veri sentimenti? MAI! Grazie al Signore, il mio naturale sangue freddo mi ha impedito di cadere ai tuoi piedi, mi ha evitato di far esplodere il tuo telefono e mi ha fermato dal confessare ogni tipo di affettuosità che mi avrebbe fatto diventare rossa di vergogna ora che tu sei fuori dalla mia vita. Questa lettera è per me. Ogni volta che scivolerai nella mia mente come un serpente, leggerò questa lettera e mi ricorderò che idiota sei. Se capita qualcosa che innesca un ricordo del tuo io inutile, io tirerò fuori questa lettera e ricorderò la tua personalità malevola e il suo fascino maligno. Se PER CASO dovessi vedere di nuovo il tuo stupido culo, esaminerò ancora una volta questa lettera e proverò sollievo per essere sfuggita a una tale massa di vomito ambulante. Non saprai mai cosa ho passato o cosa provo per te adesso. Ti ignorerò come farei con una carpa del fossato e ti caccerò via come un moscerino disgustoso che mi ronza attorno al viso. Tutto ciò che serve per liberare la mia anima da te, lo farò. La mia rabbia nei tuoi confronti non ha niente a che vedere con la rabbia che provo per me stessa. Dopotutto, tu sei quello che sei: un imbecille mentecatto, uno sfacciato imbroglione, un patetico pallone gonfiato pieno di baggianate e di liquore. Tuttavia, io sono una donna intelligente con un sacco di carburante delizioso per farci affogare qualche uomo fortunato. Ma non tu. Questo pozzo è asciutto per te, Piccolo snob. Questa stazione di rifornimento è chiusa e si è trasferita a Città Sveglia.

Levati dai piedi, rompipalle buono a nulla. Sei la fonte di ogni spiacevolezza. Mi ricordi di uno scarafaggio. Sei patetico senza riserva alcuna, affamato di attenzioni e perso in una terra che la realtà ha dimenticato. Piccolo coniglio dal cranio di lumaca. Spero che un falco ti raccolga e affondi il suo becco affilato nel tuo cervello inconsistente.

Tu sei meno di niente. Torna all’inferno che ti ha generato.

Io? Non mi arrenderò mai.

Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR