I lettori storici forse ricorderanno la cara, dolce Caroline, una mia ex fidanzata che aveva un’enorme coscienza e cercava sempre di fare la cosa giusta. Lei spesso voleva controbattere alle mie manipolazioni, ma non poteva farlo perché era dell’idea che fosse sbagliato. Sbagliato perché lei non credeva giusto rispondere al fuoco con il fuoco. Sbagliato perché sosteneva sempre che avessi bisogno di aiuto per superare i problemi che apparentemente avevo. Lei era dolce ma spesso così incauta. Caroline era particolarmente appassionata di film horror. Da principio lo trovai leggermente in disaccordo con ciò che era lei anche se naturalmente accolsi il suo entusiasmo per questi film come parte del rispecchiamento dei suoi gusti. Ho scoperto che in realtà preferiva thriller psicologici e horror inquietanti, e non i veri e propri film con tanto sangue. La ragione di questo divenne presto evidente. Le piaceva essere terrorizzata al cinema perché la rendeva amorosa, vogliosa, eccitata, chiamatelo come volete ma la faceva venir voglia di andare dritti a fare l’amore dopo ogni uscita al cinema. Facevamo uscite al cinema quasi ogni settimana e qualche volta un paio in un weekend per la sua dose di terrore, dopodiché c’era il sesso.
Quando iniziò il periodo di svalutazione con Caroline, sapevo, come spesso avviene, che la revoca dell’interesse sessuale verso di lei avrebbe provocato il dolore appropriato, l’irritazione e la reazione frustrata che mi avrebbero fornito il carburante negativo che bramavo. Ma sapevo anche che si stava confidando con un gruppetto di persone al di fuori della nostra relazione (nota- assicurarsi sempre un Luogotenente nel territorio della fonte primaria) e non avrei permesso che il mio nome si sporcasse in un modo simile. Primo, non volevo che queste ascoltatrici (due di loro le avevo identificate come possibili bersagli) pensassero che avessi un appetito sessuale ridotto quando non era proprio così, ovviamente a loro non sarebbe stato detto che questa apparente perdita di libido era emersa in conseguenza di una manipolazione. Secondo, non volevo che lei guadagnasse solidarietà e supporto nel suo territorio riguardo la mia revoca di attenzione sessuale.
Di conseguenza, la tattica doveva causare la revoca senza che partisse direttamente da me. Naturalmente mi ero accorto che andare al cinema a guardare film spaventosi era il catalizzatore che accendeva la sua libido. Per lei, una serata al cinema era una notte di sesso. Di conseguenza, il bersaglio doveva essere la serata al cinema. Avevo bisogno di mantenere l’aspetto (quanto meno) di essere ragionevole, così sarei stato in grado di ottenere comprensione per la, ora sua, mancanza di impegno in un’unione sessuale e anche di evitare di sembrare io quello che stava sabotando la serata al cinema. Doveva essere lei quella che sabotava la serata al cinema e quindi se noi, o meglio lei, non avesse visto il film, dopo non ci sarebbe stato il sesso. Sarebbe stata una sua azione e io avrei potuto lamentarmi, giustamente, che ero io quello che non aveva fatto sesso come conseguenza del suo egoismo.
Quindi, i miei obiettivi con Caroline erano i seguenti: –
1. Causare la revoca del sesso rimanendo senza colpa e quindi con una base per lamentarmi;
2. Sabotare la sua serata al cinema senza che sembrasse che fossi stato io a farlo;
3. Far sì che fosse lei a causare il sabotaggio in modo da restare senza colpa.
Sapevo che lei aspirava ad una macchina nuova e io mi ero impegnato in false promesse future dicendole che ci saremmo organizzati per farle avere un’auto nuova. Continuavo a rimandare e sapevo che questo la stava facendo irritare, perché voleva una macchina più grande per via del maggior numero di chilometri che faceva per via del suo lavoro. Quel Sabato, quando di sera avevamo programmato di andare al cinema, sono ritornato a casa con un paio di dépliant di un concessionario.
“Cos’hai lì?”, ha chiesto piuttosto gentilmente
“Oh, un paio di brochure per la nuova Jaguar, mi piacerebbe cambiarla”.
“Cosa? Di già?”
“Che vuoi dire?”, ho chiesto.
“Beh tu hai la macchina da meno di un anno”
“E?”
“Beh, tu non hai bisogno di una macchina nuova, io sì”
“Ah è così, vero?”, ho chiesto.
“Così come?”
“Non mi è concesso di guardare”.
“Hai detto che ti piacerebbe cambiarla”.
“L’ho detto ma non è lo stesso di “prendo una macchina nuova” ma, oh no, devi dare per scontato di sapere cosa voglio dire, esattamente allo stesso modo in cui tu dai sempre per scontato di sapere cosa sia meglio per me. Se voglio una macchina nuova, la prenderò, sono soldi miei”.
“Sì, sì, ok , ma avevi promesso che avremmo cambiato la mia macchina”.
“Niente affatto”.
Ha fatto una pausa provando a tenere sotto controllo la sua crescente esasperazione.
“Sì, è così”.
“Stai insinuando che ho mentito”, ho detto con fermezza e calma. Lei si è interrotta.
“Era così, non è vero, fottuta serpe”, le ho sibilato.
Potete immaginare come andò il resto della conversazione. L’ho presa in trappola e l’ho pressata finché non è scoppiata a piangere per la frustrazione. Ho trascinato il litigio per le lunghe finché non si è avvicinato il momento di uscire per andare al cinema.
“Sei di nuovo in uno dei tuoi malumori, non ho intenzione di venire al cinema con te visto che sei così orribile”, ha dichiarato.
“Mi sta bene. Ci andrò per conto mio”.
L’ho vista rimanere a bocca aperta. Si aspettava che la convincessi ad andare. Probabilmente si aspettava anche che le ordinassi una macchina nuova per persuaderla ad andare al cinema. Ecco quanto poteva essere manipolatoria questa donna e io non ci stavo cascando. Scusatemi, questo è come successivamente ho descritto la conversazione, quando ho raccontato del maltrattamento a cui sono stato sottoposto.
Sapevo che lei si aspettava che le parlassi dolcemente per convincerla ad accompagnarmi al cinema, ma non lo stavo facendo. Dovetti girare la testa in modo che lei non vedesse il mio sorriso di soddisfazione. Ero alimentato dalla sua irritazione e frustrazione. Sapevo anche che avrebbe maledetto il fatto di non essere venuta al cinema e che a sua volta avrebbe rimpianto la perdita del catalizzatore del suo coinvolgimento sensuale che altrimenti si sarebbe goduta del tutto. Mi sono precipitato verso la porta mentre lei faceva un suono di protesta e mi sono diretto alla macchina.
Ho adottato uno sguardo scuro sul volto, come se fossi io ad essere stato offeso dal suo rifiuto di accompagnarmi al cinema ma in realtà ne ero deliziato. Avevo attinto carburante, affermato il mio controllo, rinforzato la mia superiorità, e potevo guardarmi il film senza che qualcuno mi afferrasse il braccio in preda al terrore ogni cinque minuti. Potevo anche lamentarmi del suo comportamento con chiunque avessi scelto e sapevo che le sue possibilità di lamentarsi erano state notevolmente ridotte perché aveva scelto di non venire al cinema, cosa che a sua volta aveva impedito il suo atteso piacere più tardi.
Questo è il modo in cui pensa un Narcisista Superiore. Pianificare in anticipo al fine di assicurarsi il carburante, il controllo e la vittoria finale.
Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR