Una delle mie ex fidanzate, Paula, era un’eccellente conversatrice e una vera benedizione alle cene formali. Questo racconto è per lei.
Tu hai sempre temuto all’idea di venire con me ai ricevimenti. Nel periodo d’oro non ne avevi mai abbastanza. Rimanevi a bocca aperta per quanto fossero coinvolgenti i miei amici, per quanto ti facevano sentire la benvenuta e rimanevi deliziata per la gamma e il livello della cucina. La tua conoscenza dei vini è piuttosto estesa e le persone cercavano la tua opinione riguardo la selezione che avevano acquistato. Hanno perfino iniziato a chiamarti in anticipo per chiedere consigli e naturalmente tu eri felice di aiutare. Naturalmente io mi divertivo a portarti in parata come mio nuovo acquisto sia con i miei amici che nelle cene con i soci di lavoro. Non c’è voluto molto tuttavia perché le tue opinioni sui vini iniziassero ad annoiarmi. Come odiavo che i riflettori indugiassero su di te per tutto il tempo in cui le persone ti facevano domande e ascoltavano attentamente le tue risposte.
I miei tentativi di parlare dei miei successi passavano in secondo piano di fronte a te e al tuo show della degustazione di vini. Riuscivo a malapena a trattenere la rabbia. Come osi monopolizzare la loro attenzione in questa maniera, loro sono i miei amici, non tuoi. L’ira ribolliva sotto la superficie mentre tutte le facce si giravano verso di te lasciandomi abbandonato a capotavola. Naturalmente non potevo lasciare che questo comportamento continuasse indisturbato. Inizialmente, ho insinuato, in taxi mentre tornavamo a casa dopo una cena che forse volevi ridurre il tempo in cui parlavi dei tuoi argomenti preferiti.
“So che sembra che tutti ti prestino attenzione”, ho spiegato, “ma sono semplicemente educati. Ho sentito Christine commentare che sembri una so-tutto-io riguardo i vini. Forse potresti abbassare il tono la prossima volta”.
Tu sembravi sorpresa (non tanto perché Christine diceva il contrario ma sapevo che tu non amavi litigare e non l’avresti sfidata riguardo una supposizione riportata) ma desiderosa di compiacere ti sei scusata e hai detto che non ti eri resa conto di aver preso il palco per così tanto tempo.
Dopo questo ho continuato a scavare con le mie considerazioni prima di partecipare a qualche ricevimento (nonostante tu non rimanessi più a lungo al telefono con chi ti chiamava per un consiglio) nel tentativo di diminuire la tua sicurezza.
“Ma John mi ha appena chiamata chiedendo un mio consiglio riguardo il vino Rioja”, hai dichiarato.
“Lo so ma è solo per far piacere a me cara, vuole lavorare da me e pensa di poter ottenere favori parlando con te e chiedendo il tuo punto di vista”
“Oh”, fu tutto quello che hai potuto raccogliere di fronte alla mia bugia.
Ti ho avvertito ogni volta di stare attenta riguardo al monopolizzare i riflettori e ti ho ricordato che anche altre persone hanno opinioni che gli piacerebbe condividere. Tossivo in modo teatrale quando ritenevo che stessi parlando troppo a lungo e tu mettevi frettolosamente fine al tuo apprezzamento per il vino Chablis.
La cena successiva quando qualcuno ha versato il vino nel tuo bicchiere per primo e ti ha chiesto di spiegare al gruppo quali erano le tue sensazioni, tu mi hai dato un’occhiata. Stavo seduto sorridente ma il mio sguardo era freddo e inconfondibile. Hai bevuto il vino e dichiarato “è molto buono, molto fruttato” e non hai detto altro. Hai guardato indietro verso di me che ti ho fatto un cenno di approvazione per la lezione appresa.
Una volta ridotte le tue osservazioni sul vino a frasi occasionali sono passato a umiliarti con complimenti ambigui e insinuazioni. Pochi partecipanti sembravano farci caso ma dal tuo rossore su collo e petto sapevo che una vampata di imbarazzo ti stava attraversando. Ti accusavo di flirtare con altri ospiti uomini anche se tu come al solito eri semplicemente educata e un’ affascinante conversatrice. Ti ho fatta a fettine come si affetta un salame, erodendo la tua sicurezza, avvilendoti regolarmente ed effettivamente dopo hai iniziato a fingerti malata per evitare di partecipare alle feste. Naturalmente non desideravo che accadesse dato che volevo che tu, la mia bellissima fidanzata stessi tra le mie braccia perché l’apparenza doveva essere mantenuta e oltre a questo, in che altro modo potevo continuare la mia campagna di denigrazione senza essere illuminato da un potente riflettore?
La tua riluttanza aumentò fino al punto che parlavi a malapena il che mi ha condotto a darti una bella strigliata una volta ritornati a casa. Fu una notte che non dimenticherai. Dopo di che ho deciso che non mi eri più utile alle cene, i miei aneddoti non potevano essere minati da qualcuno che non diceva quasi nulla e rideva raramente. In sostituzione venne invitata Kathryn al party successivo.
Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR