PUTTANA

Dimmi, come ci si sente a essere così puttana? Come ti fa sentire? Sei orgogliosa di te stessa? Sei contenta di ciò che sei diventata? I tuoi genitori sono orgogliosi di ciò che la loro figlia o figlio ha fatto con la loro vita, diventare questa cosa che si prostituisce così regolarmente e senza alcun senso di vergogna? Se solo lo sapessero, eh? Se solo conoscessero i retroscena, tu vai per ottenere quello che vuoi. Dev’essere un’esistenza superficiale, non credi? A sapere che a nessuno piaci veramente, che tutto l’amore, l’affetto, l’amicizia, la gentilezza e la gratitudine devono essere comprati e pagati. Che vita vuota deve essere? So che sei molto brava in questo.

Te lo concedo. Sei una professionista quando si tratta di svolgere questo ruolo. Devo ammettere che a volte ti vedo con uno strano tipo di, beh, suppongo che sia rispetto, non è vero? Sì, rispetto per il modo in cui svolgi il tuo ruolo. Tu sai cosa dire, giusto? Quelle parole ti vengono facilmente, ma dev’essere così perché le hai usate abbastanza spesso con altre persone. Sei un malfattore seriale se viene detta la verità, ed è per questo che l’epiteto di puttana è così appropriato. Sai cosa dire solo per ottenere ciò che vuoi. Sai quando dirlo, cosa dire e come dirlo, proprio come una prostituta che mette in mostra la sua merce in una vetrata di Amsterdam.

Hai messo in opera il tuo lato migliore, il tuo atteggiamento più accattivante e li hai fatti venire di corsa ogni volta. Mi fa impressione; devo dirlo. Lo fai sembrare così reale. Mi hai fregato, non c’erano dubbi. Hai usato la tua esperienza e hai esperienza su come intensificare le sensazioni, quindi è meglio di qualsiasi altra cosa. Probabilmente è meglio della realtà. So che farai tutto come sempre e che non te ne importa niente. ma io sono prudente con te, sarei uno stupido se non lo fossi, però ci sono un sacco di individui là fuori che ci cadranno in continuazione.

Non prenderai le distanze dal business, niente affatto. Avrai un flusso costante di persone disposte a farsi versare zucchero nelle orecchie, a sentire quelle parole smielate che escono da quelle labbra, oh, così invitanti. E le promesse, oh, le promesse. Così difficile resistere, così allettante, così eccitante. Alla fine reclamano la tua attenzione. Lo trovo strano in un certo senso perché tu ti stai vendendo ma in realtà non avresti bisogno di venderti, vero? Vengono da te. Si affollano a frotte, attratti dal tuo richiamo di sirena e tu accetti sempre. Dai sempre loro esattamente quello che vogliono. L’hai fatto con me. Sapevi ciò che volevo e me lo hai fornito, in abbondanza. È stato sensazionale e mi hai preso all’amo, così io non lo volevo da nessun altro. È davvero potente.

A ogni modo vorrei sapere come ti sei sentita. Come ci si sente a vivere in questo modo? Come ci si sente a sapere che è tutto uno spettacolo, una recita e non è reale? Com’è essere così superficiale? Ti importa almeno? Forse no, dopotutto ottieni ciò che vuoi, vero? Beh, in effetti siamo entrambi così, dovremmo esserne contenti entrambi, ma perché io non lo sono? Perché mi sento usato? Pensavo di essere io quello che aveva il controllo, pensavo di essere io quello che prendeva le decisioni, eppure mi sembra sempre di cedere il controllo a te. Pensavo di essere io quello che suonava la melodia e tu quella che danzava al ritmo, allora non funziona sempre così vero? Vorrei poter capire perché è successo questo. Mi fai sentire come te a volte, o per lo meno mi fai sentire come immagino ti senta tu: squallida, usata, sporca, una puttana.

Suppongo che non dovrei essere sorpreso. È questo tutto ciò che conosci, non è vero? È così che ti sei dovuta adattare, è così che devi assicurarti di sopravvivere, a portare le persone a fare ciò che vuoi tu, per farti apprezzare, per farti adorare e amare da loro. Mi chiedo per quanto tempo andrai avanti così! È così che andrà sempre? È questo che sei destinata a fare per il resto della tua vita, cercare una soluzione tra i capricci della tua esistenza facendo sempre ciò che vuole l’altra persona. Hai bisogno di compiacere, vero? È così che sopravvivi.

Tu esisti solo attraverso il consenso e i desideri degli altri. Puoi pensare di esercitare il potere, puoi pensare che il piacere, il compiacere a tutti i costi, la gioia, l’estasi e la felicità siano il tuo dono, ma tu sei obbligata a fornire quelle cose perché altrimenti non sei niente. Tu non sei niente. Non sei niente senza di me. Non sei niente di niente. Io ti ho resa quello che sei, tu hai bisogno di me anche se mi dirai che io ho bisogno di te. Forse abbiamo bisogno l’uno dell’altra? Non mi piace pensare che sia così, perché devo essere io quello che prende le decisioni, che muove i fili e che ottiene ciò che vuole. Io comando e tu esegui. È così che dev’essere, non è vero?

Quindi, continua a fare ciò che sai fare meglio. Continua a immaginare che le persone ti amino davvero, che le persone ti apprezzino davvero e che vogliano stare con te perché sei così meravigliosa e deliziosa. Sono le tue prestazioni che vogliono e faresti meglio a non dimenticarlo. Farai meglio a ricordare che dipendi dai loro desideri. Tu balli al ritmo della melodia e l’uomo che paga il suonatore suona la melodia. Ma tutti pagano, no?

Il pagamento è tutto ciò che conta e tu ti assicuri sempre di essere pagata. Non vieni mai imbrogliata, presa con la forza o a sconto. Non farai nulla senza avere il tuo pagamento e ti assicurerai di ottenere il prezzo pieno per i tuoi favori, vero? Non farai niente gratis. Tutti pagano. Non farai niente perché vuoi farlo o senti che dovresti. È tutto a pagamento. È tutto ciò che vuoi, il pagamento per te stessa.

Puttana.

Ti odio.

Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR