NEL CUORE DEL TETRO INVERNO

Nel tetro inverno il vento gelido faceva gemere, la terra era dura come il ferro, l’acqua come una pietra. La neve era caduta sulla neve, fiocco su fiocco. Nel bel mezzo dell’inverno ci si aspetta la neve e in certi posti ce n’è in abbondanza. La neve è bella. Tappezza qualsiasi scena, qualsiasi visuale e la trasforma in un’immagine accattivante e attraente. Poche persone possono resistere a guardare fuori un paesaggio innevato ed esserne incantati. La spessa coltre bianca che nasconde tutti i difetti e i foruncoli che sono normalmente visibili. Un deposito di rottami pieno di veicoli arrugginiti, lavatrici rotte e frigoriferi abbandonati diventa un mantello ondulato di neve intatta. Quegli spigoli appuntiti divengono smussati. Il terreno macchiato è nascosto sotto il manto lucente. Il mondo diventa presto un posto più attraente e quasi magico.

Mentre i primi fiocchi di neve iniziano a cadere, quell’eccitazione si innalza sempre nella maggior parte delle persone. Vengono riportate alla loro infanzia e ricordano l’attesa della nevicata. Poteva voler dire un giorno di neve e libertà dalla scuola. Certamente significava lotte a pallate di neve, andare in slitta e costruire pupazzi di neve. Un’occasione rara di impegnarsi in qualcosa di diverso in questo meraviglioso paese invernale. Inoltre evoca appassionanti immagini del Natale, la più celebrata delle stagioni e quindi il legame tra neve e sensazioni meravigliose ed eventi è incredibilmente forte. Anche la singola nevicata è una meraviglia. Formazioni cristalline perfette, ciascuna diversa, delicata e seducente. Si mescolano insieme e i singoli fiocchi di neve diventano una spolverata e man mano che cade più neve, la temperatura abbassata, la polvere diventa uno strato e poi un tappeto che cresce sempre più spesso. Il mondo rallenta per abbracciare questa bellezza. Tutto sembra pulito, liscio e bello. Il rumore diventa ovattato e invariabilmente il silenzio regna come se il suono avesse accettato di attenuarsi in silenziosa riverenza dello spettacolo visivo che viene creato da una nevicata.

Quando arriva la neve, dapprima è ipnotizzante, incantevole e fa sembrare tutto meraviglioso. Ovviamente essere intrappolati sotto quest’acqua ghiacciata è un’esperienza fredda e spiacevole. Nel corso del tempo compatta e si ghiaccia, dimostrando di essere poco utile per le pallate di neve. Se n’è andata la delicata lanuggine per essere rimpiazzata da una superficie dura e potenzialmente dannosa che taglia se raccolta in una palla di ghiaccio.

La spessa copertura di neve porta il caos ai trasporti, ferma i treni e blocca le strade. Camminare diventa pericoloso e i giovanissimi e molto anziani si ritrovano confinati in casa. Il ghiaccio che si accumula sulle linee elettriche le trascina giù e blocca le persone. Questo fenomeno meteorologico, una volta bello, diventa costoso e scomodo. I piani vengono cancellati, gli eventi posticipati e anche i compiti più semplici diventano laboriosi. Anche uno scongelamento porta con sé quella fanghiglia umida e fredda che fa raffreddare e bagna, aumentando il rischio di un incidente stradale o di scivolate.

Il paradiso, un tempo bianco, diventa una fanghiglia marrone e un ghiaccio tagliente, e non è neppure attraente. Si congela quando la temperatura diminuisce ancora, ma non ha nulla della bellezza che aveva in precedenza. Man mano che i giorni diventano settimane questo fronte freddo apparentemente senza fine con la sua eredità di ghiaccio e neve diventa sempre più sgradevole, tuttavia la sua presa non mostra alcun segno di allentarsi, e genera più disagi e sofferenza per coloro che vengono isolati da essa o destinati a doverla affrontare. Quel paesaggio un tempo bianco e magico si è presto trasformato in qualcosa di spaventoso e difficoltoso. Con quanta facilità il mondo cambia da una simile ipnotizzante bellezza a fredda dolorosa desolazione.

Stranamente familiare non credi? Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR