Dove si inserisce il senso dell’umorismo nella composizione del narcisista?
Sono lieto di riferire che ho un eccellente senso dell’umorismo – quando mi fa comodo. Come conseguenza di essere ben erudito, interessato al mondo (al fine di garantire che il mio posto sia saldamente riconosciuto all’interno di esso) e il fatto che io sia perspicace, sono in grado di forgiare lo spirito di molte situazioni, ma solo tenendo conto di ciò che serve al mio scopo. Come quasi ogni altra cosa, risate e umorismo sono strumenti che alcuni della nostra specie sono in grado di utilizzare allo scopo di perseguire i nostri obiettivi. Sono dispositivi e condotti per raggiungere ciò che vogliamo e il modo in cui il nostro senso dell’umorismo è modellato dipende molto dalle circostanze in cui ci troviamo e dal nostro fabbisogno di carburante.
Prendiamo ad esempio un venerdì sera. Io frequento spesso un bar locale con alcuni amici della cerchia ristretta. In alcuni bar che frequento regolarmente, conosco anche gli amici della cerchia esterna che spesso si trovano lì alla stessa ora e fonti terziarie, persone a cui potrei dire anche ciao e poco altro.
È un ambiente che mi permette di tenere banco mentre intrattengo gli ascoltatori entusiasti con i miei racconti di temerarietà imprenditoriale, schernire l’ultima gaffe di una fonte primaria intima, discutere di politica per mantenere una fonte secondaria al suo posto nella gerarchia e così via. L’umorismo svolge sempre un ruolo. Sono ben consapevole del fatto che dimostrare un acuto senso dell’umorismo e attirare risatine, sbuffi e risate a crepapelle è tutto buon carburante positivo e aiuta nel mantenimento della facciata per dimostrare che sto intrattenendo la compagnia, sono piacevole da avere attorno e divertente. Io trovo sempre divertenti le mie battute e gli aneddoti spiritosi, ovviamente.
Riconosco anche che allo scopo di continuare a estrarre carburante e mantenere la facciata è necessario che io rida dei commenti e delle buffonate altrui. Questo non viene naturale. Se qualcun altro sta raccontando una barzelletta, i riflettori sono puntati su di lui. Non mi piace. Non accende la mia furia, tutt’altro, ma voglio che la risata sia dovuta al mio aneddoto, non ad esempio al ricordo del mio amico Paul di un incidente al lavoro.
Riconosco che quello che sta dicendo è divertente e so che altre persone rideranno, ma io non lo trovo divertente perché non è umorismo generato da me. Naturalmente, se lo vedo appropriato per mantenere la facciata e succede spesso, riderò e ridurrò e butterò là un complimento come “molto divertente” o “buona questa” prima di cercare di batterlo con la mia battuta o aneddoto. Non trovo comunque il commento divertente di per sé. Faccio finta di divertirmi allo scopo di adattarmi, mantenendo la facciata e per assicurarmi che le persone rispondano ai miei commenti in modo positivo.
Naturalmente ci saranno momenti in cui ritengo necessario permettere alla mia mancanza di umorismo di manifestarsi. Questo potrei farlo con qualche arrogante novizio del gruppo che pensa di poter prendere il centro del palcoscenico. Mentre butta là uno scherzo o spara fuori una battuta, io resto impassibile. Posso vedere altre persone ridere, ma io non rido. Questo non viene realizzato. Non trovo divertente ciò che viene detto perché mi sta facendo morire di fame carburante e farmi morire di fame di carburante non è una cosa da ridere.
Voglio che questo giovane turco sappia che non sono divertito e quindi non riderò e anzi commenterò che l’avevo già sentita in precedenza, (se non l’ho già interrotto dicendo la battuta prima di lui) o che è uno scherzo di cattivo gusto o è razzista o omofobo per guadagnare terreno morale (chi io?!) e farlo rendere al massimo. So che i Luogotenenti in questo gruppo vedranno che sono indifferente. Aspetteranno per vedere se rido e seguiranno l’esempio o se iniziano a ridere e vedono che io non rido, interromperanno le loro risate. Essi valutano le loro posizioni nel gruppo. Anche se altri nel gruppo continuano a ridere, c’è un certo grado di disagio perché alcuni di noi non hanno riso e questo mi fornisce il carburante che voglio. L’ho fatto per me e ho strappato i riflettori da questo intruso.
Naturalmente, quando esterno le mie osservazioni, gli aneddoti spiritosi e così via, sono in forma effervescente. Saccheggerò le gag che ho ascoltato altrove (tutte parte dell’acquisizione dei tratti) e anche se è ben noto che le persone riportano le battute degli altri, dichiarerò di aver inventato io la barzelletta. Spesso il mio umorismo è frutto della foga del momento ed è un genuino commento incisivo o un’osservazione brillante che diverte. Mi piace davvero il carburante che deriva dal far questo. Sono in grado di permettere alla mia frizzante battuta e alla spiritosa presa in giro provocatoria di spiegare le ali in modo che quelli con me si sganascino dalle risate.
Allo stesso modo, se guardo un film o un programma televisivo che è una commedia, non mi siedo e rido tra me e me. Qual è il senso di questo? Non c’è carburante da guadagnare. Invece, potrei notare inviando un messaggio ad un amico che c’è un bel programma comico in modo che lui o lei risponda in modo da alimentarmi. Se sono con delle persone ed esse stanno ridendo del comico in televisione, lotto per tenere sotto controllo la mia furia.
Non voglio che la loro attenzione si concentri su questo Meister delle gag nel televisore, voglio che alimentino me. Quindi, dipende se sto seducendo o svalutando, mi siedo imbronciato alla televisione e disturbo l’interprete in modo che chiunque sia con me reagisca e suggerisca di guardare qualcos’altro o mi rimproveri perché lo interrompo; non mi dispiace finché l’attenzione passa su di me e guadagno carburante. Se è una seduzione, permetterò alle mie risate di uscir fuori per dimostrare che sono un uomo di umorismo e che mi piace guardare la stessa commedia come te. Userò questo anche come piattaforma per raccontare le mie battute così riderai anche tu con me.
A proposito della questione del ridere con me, sono naturalmente contento che tu lo faccia, ma non posso sopportare di essere deriso. Nessuno della mia specie può sopportarlo. Se ridi di me anziché con me, è una critica onnipotente e la furia si accende immediatamente. Spesso in simili circostanze ci sforziamo di contenere la nostra rabbia e vedrete che ci precipitiamo fuori, andiamo via infuriati o facciamo una scenata per causare un brusco arresto della tua burla beffarda e trasformarla in fastidio, preoccupazione, paura o cose del genere. Qualsiasi cosa per fermare le critiche brucianti derivanti dal tuo ridere di noi. Lo odiamo. Abbiamo una completa mancanza di senso dell’umorismo nell’essere derisi in questo modo e alla fine avrà ripercussioni su coloro che stanno ridendo di noi.
Naturalmente io so quando è necessario ridere e decido se unirmi o no. Alcuni della nostra specie non sono così in sintonia e ci mettono un po’ prima di rendersi conto che dovrebbero ridere perché il senso dell’umorismo non c’è. Invece, devono rendersi conto che sarebbe opportuno ridere e assisterai a una pausa prima che inizi la risata. Ascolta attentamente e sentirai che è vuota. Guarda i loro occhi e vedrai che gli occhi non brillano di divertimento ma rimangono fissi e vuoti. Questo spettacolo di umorismo e divertimento è un artificio e fa parte del Carosello delle Maschere che gestiamo.
Infine ci sono comunque dei contesti che mi divertono davvero e mi fanno ridere. Considerando che il presunto umorismo degli altri viene respinto o viene completamente accettato come parte del bisogno di generare carburante, positivo o negativo, e io prendo una decisione su ciò che sarà piuttosto che una reazione istintiva, ci sono occasioni in cui io istintivamente riderò. Sono quelle occasioni in cui qualcun altro ha sofferto una disgrazia, soprattutto se è stata causata da me. Le disgrazie altrui sono un dispositivo meraviglioso e che mi fa sorridere, ridere e far grasse risate.
Ciò si accorda con il mio perverso senso dell’umorismo che nasce dal godermi la sfortuna degli altri. Considerando che con i tentativi di umorismo di altre persone devo decidere se rimarrete perplesso o fingere l’ilarità per il gusto di attingere carburante e il mantenimento della facciata, quando vedo che qualcuno sbaglia perché io ho nascosto un rapporto di cui ha bisogno, o esagero in parossismi di allegria dietro la porta del mio ufficio o se so che non sarebbe bello farlo in pubblico, soffoco la mia allegria e le permetto di esplodere quando sono in bagno o con un luogotenente a pranzo più tardi.
I princìpi del mio umorismo sono stati ripetutamente affrontati nelle mie discussioni con i bravi dottori negli ultimi mesi ed essi sono stati interessati ad apprendere questo approccio a valvola di esibire l’umorismo. Comprendono perfettamente che lo uso come un altro dispositivo per la raccolta di carburante.
Riconoscono anche che il mio godimento per le disgrazie altrui è legato alla vena di sadismo che mi attraversa, ma abbiamo discusso le origini del motivo per cui io opero in questo modo quasi distaccato quando si tratta di questioni di allegria. Sembra che il mio approccio quasi completamente regolato derivi dal fatto che ho appreso sotto il regno di Madre Narci che la risata era considerata la voce di uno sciocco e che i migliori restavano in silenzio. Per cui, dal momento che ho imparato e sto imparando, gran parte del mio sviluppo si è distorta, la creazione del mio senso dell’umorismo è stata influenzata più o meno allo stesso modo, essendo vista come un prodotto da utilizzare piuttosto che una conseguenza naturale di questioni che sorgono, salvo per quelle in cui sono testimone della sofferenza prodotta a un’altra persona.
Alcuni dicono che se non ridessero, piangerebbero.
A me non è stato permesso il lusso di fare nessuna di queste cose.
Così ho trasformato l’umorismo in un’altra arma; per incantare, rifiutare o sminuire.
Non è davvero una cosa da ridere.
Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR