Il trattamento del silenzio. Uno dei nostri metodi di manipolazione più potenti. Sia che si tratti di un trattamento del silenzio presente in cui parliamo con tutti gli altri attorno a te, ma non con te o che si tratti di un trattamento del silenzio assente in cui scompariamo e non possiamo essere trovati o contattati, sappiamo che questo è molto efficace.
Non importa se il silenzio dura dieci minuti o dieci giorni, l’impatto su di te è considerevole e la tua reazione è sempre la stessa. Questa è, ovviamente, la ragione principale per cui lo facciamo. Ci chiederai ripetutamente cosa c’è che non va, dal momento che non riesci a capire cosa stiamo facendo. Ci starete intorno, se è possibile, ponendo le stesse domande più e più volte.
“Cosa c’è che non va, per favore dimmelo”.
“Qual è il problema, vorrei che me lo dicessi”.
“Cosa c’è? Perché non mi parli?”
La tua preoccupazione si trasforma in frustrazione e ansia e in qualche occasione persino rabbia. Tutti questi stati ci stanno bene mentre beviamo il carburante che ci fornisci. Se ci siamo assentati allora ci troveremo ad affrontare una manciata di messaggi di testo, e-mail e messaggi vocali mentre continui a chiamare ogni cinque minuti cercando di contattarci.
Dopo un po’ la natura delle domande cambia e passi dal chiederci che cosa è sbagliato al trascinarti sui carboni ardenti. È tutto così prevedibile. Ti chiedi che cosa potresti aver fatto da averci causato tale offesa che non ti stiamo più parlando. Analizzi tutto ciò che hai detto e fatto nell’ultima ora, le ultime cinque ore, l’ultimo giorno.
Ci hai insultato in qualche modo e non te ne sei reso conto? Sicuramente non era quel commento sulla nostra cravatta, era uno scherzo. È stato questo l’elemento propulsore di questo silenzio? Hai mancato di darci un bacio al nostro arrivo a casa? Non riesci a ricordare ma in questi giorni trovi che succede spesso da quando tutti i giorni sembrano fondersi in uno mentre cammini in giro con passo felpato cercando di non calpestare quei gusci d’uovo. Se solo la stanchezza se ne andasse. Potresti riuscire a pensare lucidamente ed essere in grado di accertare cosa sta succedendo.
Continui a fornirci suggerimenti e scenari diversi su ciò che è successo. Stai brancolando, assolutamente insicuro di ciò che è stato a dimostrarsi la causa scatenante. Ti scusi e arrivi al punto che non sai nemmeno per cosa ti stai scusando, ma non ha importanza, vero? Tutto quello che vuoi è che questo orribile silenzio, la dolorosa assenza finisca. Era successo in precedenza e poi è finito in modo arbitrario come era arrivato.
Ti aggrappi alla speranza che finirà come è successo l’ultima volta, ma poi c’è quel fastidioso dubbio che continua a manifestarsi nella tua mente. E se non finirà? E se è così e ce ne siamo andati per sempre? Sicuramente no e per quale ragione? Il dubbio è orribile e avverti un crescente senso di panico che ti fa raddoppiare i tuoi sforzi per trovarci e offrirti in sacrificio per farci tornare.
Di volta in volta facciamo questo alle nostre vittime, ma loro non si rendono conto di cosa significhi realmente il nostro silenzio. Sono intrappolate dalla paura, paralizzate dall’indecisione e questo naturalmente è come ci piace. Questa confusione e incapacità di vedere realmente ciò che sta succedendo serve al nostro scopo.
Cosa ti sta dicendo veramente il nostro silenzio? Ti sta dicendo come ci divertiamo a sottovalutare i tuoi sentimenti. Ti sta dicendo che non ci importa di te. Non significhi niente per noi se non il carburante che fornisci.
Ti stiamo ricordando di quanto sei inferiore a noi. Tu non sei altro che un apparecchio che possiamo accendere e spegnere, raccogliere e mettere giù a nostro piacimento. Stiamo annunciando la nostra mancanza di rispetto per te e la tua identità. Stiamo proclamando la nostra palese indifferenza per il tuo benessere. Stiamo telegrafando il nostro disprezzo per le nostre presunte responsabilità.
Stiamo rafforzando il fatto che tu non conti. Per contro, tu cerchi di sradicare il silenzio, pianifichi e disponi di fare qualsiasi cosa che speri dissiperà l’assenza di comunicazione. Troppo preso dal tentativo di rimuovere le spiacevoli sensazioni che ti avvolgono, non riesci a vedere il chiaro messaggio che ti trasmettiamo ogni volta che ci comportiamo in questo modo.
Ci stiamo comportando come facevamo quando ci dicevano che non potevamo avere un altro biscotto e ci sedevamo imbronciati fino a quando il nostro genitore cedeva sfinito. La maggior parte delle persone si discosta da questo comportamento ma non noi. Abbiamo visto il potere che esercitava su certe persone (altre ovviamente non lo avrebbero mai tollerato e noi sapevamo che non lo avremmo mai tirato fuori con esse o ne avremmo subito le conseguenze) ma tutte le altre ci si sarebbero fiondate attorno, agitandosi e occupandosi di noi e ci siamo resi conto proprio di come potevamo avvolgere le persone intorno alle nostre piccole dita in modo che ci dessero ciò che volevamo.
Non era un altro lecca-lecca o il permesso di giocare per un’ora in più.
Era l’attenzione, e l’attenzione condita da emozione. Carburante.
Potremmo non essercene resi conto, ma abbiamo preso questa reazione infantile e l’abbiamo trasformata in un’arma che ti causa paura e frustrazione ogni volta che la scagliamo.
Se solo tu riuscissi a capire cosa stiamo realmente facendo, allora capiresti proprio quante cose ti stiamo veramente dicendo non dicendoti assolutamente niente.
Ascolta DIRE NIENTE PER DIRTI TUTTO
Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR