ANDARE AVANTI

Qualche giorno fa stavo raccontando la mia consultazione con il dott. E. Lui e io stavamo discutendo se potevo essere sostenuto dalla fornitura di solo carburante positivo da un’unica fonte, vale a dire una partner intima. Ho fatto notare che non poteva funzionare, lasciando da parte quanto ciò fosse davvero pratico, perché la fonte diventa sempre stantia e io sono costretto a guardare l’erba più verde che mi circonda. La consultazione è continuata.

“Quindi pensi che la tua partner intima ti deluderà sempre perché il carburante che fornirà diminuirà in termini di quantità e qualità?”

“Non lo penso, lo so. Succede sempre”.

“Capito. Perché pensi che accada questo?”

“Perché loro hanno permesso che accadesse”.

“Lo lasciano accadere oppure è solo la naturale conseguenza di stare con qualcuno per un periodo di tempo più lungo”.

“La familiarità genera disprezzo?”

“Forse come minimo potrebbe essere meno splendido e meno eccitante”.

“Beh sì, questo è quello che succede”.

“Certo, e se questo continua ad accadere potrebbe non essere il fatto che è normale, questo è ciò che succede quando familiarizzi con qualcuno per un certo periodo di tempo. Il periodo della luna di miele quando tutto è fresco, nuovo ed eccitante finisce, e le cose diventano più profonde e solide. Il fumo negli occhi lascia il posto a qualcosa di più sostanziale e duraturo”.

“Se è così, allora non è un bene per me dottore”.

“Perché ti fa sentire indebolito?”

“Sì. Ho bisogno che il mio carburante sia potente ed esagerato. Capisco ciò che stai dicendo che questo potrebbe essere proprio il modo in cui va una relazione, ma questa non la bevo. Lo fanno apposta. Hanno ottenuto quello che vogliono da me e credimi io esagero nel renderle felici e poi, una volta che sono sistemate, iniziano a chiudere i rubinetti. Non so perché, cosa mai ho fatto loro per meritarmi questo? Loro danno il via, quindi io devo contrattaccare e ciò significa che devo punirle e ferirle per ottenere il nuovo carburante rinvigorente negativo”.

“Capisco. Dimmi, quando possiedi una nuova macchina non diventa familiare nel tempo. È meno emozionante guidarla?”

“Sì, sono d’accordo”.

“Allora cosa fai riguardo a quella situazione?”

“Compro una macchina nuova”.

“Va bene. Che mi dici della tua casa allora? Da quanto ci vivi?”

“Quale, ne ho due”.

“Quella qui in questa città”.

“Cinque anni”.

“Ti sembra nuova ed eccitante?”

“È una casa dottore, le case non sono eccitanti. Sono stanco di essa? Se lo chiedi allora no, non lo sono”.

“Perché?”

“Non lo so, mi piace. Mi piace dove vivo e mi piace la casa”.

“Okay, perché hai traslocato dalla tua ultima proprietà?”

“Ne volevo una più grande”.

“Perché dato che vivi da solo?”

“Volevo impressionare le persone con questa”.

“Molto bene e sono impressionate?”

“Certo che lo sono”, sorrisi.

“Il mio punto è questo; ogni volta che ci abituiamo a qualcosa oltre un certo periodo di tempo l’interesse e l’eccitazione amplificati che avevamo si affievoliscono. È una conseguenza naturale dello scorrere del tempo. Succede sempre. Succede con ogni cosa e soprattutto con le relazioni”.

“Beh, io continuo a pensare che lo facciano apposta, ma sono un uomo ragionevole, quindi diciamo che hai ragione su questo dottore e che è proprio così che va, non mi è di alcuna utilità lo stesso. Questo è ciò che tu non sembri capire. Che chiudano i rubinetti o che accada solo perché è così che va, non mi va bene. Io non posso sopravvivere se il carburante viene diminuito in forza e quantità. Ho bisogno del carburante nuovo edificante e questo significa che il cambiamento deve essere effettuato. Cambio di fornitore e cambio del metodo di consegna. Ecco perché non posso stare con una persona per sempre, semplicemente non funzionerà. Può funzionare per te ma non per me perché io sono diverso. Io sono speciale”.

Il dottor E continuò a scrivere. Mi chiedo se ora sta cominciando a capire come stanno le cose. Cercano di imporre il loro mondo su di me ma non possono farlo. Non funzionerà. Devono capire il mio mondo perché è lì che risiedo. Devi capirlo anche tu.

Traduzione di PAOLA DE CARLI dal testo originale di H.G. TUDOR